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Correzione errore materiale: spese di lite, la Cassazione

La Corte di Cassazione interviene per correggere un proprio decreto di estinzione di un procedimento. L’errore consisteva nella mancata liquidazione delle spese legali relative alla fase di sospensione della sentenza d’appello. Con questa ordinanza, la Corte accoglie l’istanza di correzione errore materiale, stabilendo che tale procedura è sempre ammissibile, anche per integrare la condanna alle spese relative a fasi procedurali accessorie, purché la richiesta sia specifica e documentata.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale e Spese di Lite: La Cassazione Integra il Proprio Decreto

Un’ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sulla correzione errore materiale nei decreti giudiziari, specificamente quando l’errore riguarda l’omessa liquidazione delle spese di lite per una fase processuale accessoria. La decisione sottolinea come il rimedio della correzione sia uno strumento flessibile e fondamentale per garantire la completezza delle pronunce giurisdizionali, anche dopo la formale estinzione del giudizio principale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso per cassazione che è stato dichiarato estinto. La Corte, nel suo decreto di estinzione, aveva correttamente condannato la parte ricorrente al pagamento delle spese legali relative al solo giudizio di legittimità. Tuttavia, aveva omesso di pronunciarsi su un’altra voce di spesa: quella sostenuta dalla parte controricorrente nella fase incidentale svoltasi davanti alla Corte d’Appello, finalizzata a ottenere la sospensione dell’esecutività della sentenza impugnata.

Ritenendo di aver subito un pregiudizio da tale omissione, la parte controricorrente ha presentato un’istanza alla stessa Corte di Cassazione, chiedendo la correzione del decreto di estinzione per integrare la condanna alle spese con quelle relative alla suddetta fase di sospensiva.

La Decisione della Corte e la Correzione Errore Materiale

La Suprema Corte ha accolto l’istanza, disponendo la correzione del proprio precedente decreto. I giudici hanno chiarito che la procedura di correzione errore materiale, disciplinata dall’art. 391-bis del codice di procedura civile, è pienamente applicabile anche ai decreti di estinzione emessi a seguito della procedura accelerata prevista dall’art. 380-bis c.p.c.

La Corte ha quindi integrato il decreto, aggiungendo la condanna per la parte ricorrente al pagamento delle spese relative alla fase di sospensione dell’esecutività della sentenza di secondo grado, liquidandole in una somma specifica oltre agli oneri accessori.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su un orientamento giurisprudenziale consolidato. In primo luogo, viene ribadito che l’omessa pronuncia sulle spese costituisce un errore materiale emendabile in qualsiasi tempo. Il richiamo dell’art. 391-bis al “decreto di cui all’art. 380-bis” deve intendersi riferito proprio al decreto di estinzione, che rappresenta l’atto giurisdizionale con cui si conclude quel tipo di procedimento semplificato.

In secondo luogo, la Corte cita un precedente specifico (Cass. n. 29567/2024) secondo cui la liquidazione delle spese sostenute nel giudizio d’appello per la procedura di sospensione dell’esecuzione (art. 373 c.p.c.) può essere chiesta direttamente alla Corte di Cassazione. Questo è possibile a condizione che venga depositata una specifica e documentata istanza nei termini procedurali corretti.

Nel caso di specie, la parte controricorrente aveva rispettato tali requisiti, depositando la documentazione idonea a dimostrare l’attività svolta e i costi sostenuti. Pertanto, l’omissione nel decreto originario configurava un errore puramente materiale, sanabile attraverso la procedura di correzione. La Corte sottolinea l’esigenza di “buon andamento” e di economia processuale, che giustifica la possibilità di emendare errori di natura sostanzialmente amministrativa senza dover rimettere in discussione la decisione nel merito.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio di fondamentale importanza pratica: la tutela delle parti processuali si estende anche alla corretta liquidazione di tutte le spese di lite, comprese quelle relative a fasi incidentali e accessorie. La possibilità di ricorrere alla correzione errore materiale garantisce un rimedio rapido ed efficace contro le omissioni del giudice, evitando che una parte vittoriosa subisca un danno economico a causa di una svista nella redazione del provvedimento. Per gli avvocati, ciò rappresenta un monito a documentare e richiedere meticolosamente tutte le voci di spesa sostenute nel corso dell’intero iter giudiziario, certi che esista uno strumento per sanare eventuali dimenticanze da parte dell’organo giudicante.

È possibile correggere un errore materiale in un decreto di estinzione della Cassazione?
Sì, la Corte ha affermato che è “certamente ammessa la correzione di errore materiale «in qualsiasi tempo»” per i decreti di estinzione resi ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., in base a quanto previsto dall’art. 391-bis c.p.c.

La correzione può riguardare le spese legali di una fase precedente al giudizio di Cassazione?
Sì. La Corte ha stabilito che la liquidazione delle spese sostenute davanti al giudice d’appello per la procedura di sospensione dell’esecuzione della sentenza può essere chiesta alla Corte di Cassazione, e un’eventuale omissione nel decreto può essere corretta.

Quali sono le condizioni per ottenere la correzione delle spese omesse?
È necessaria una “specifica e documentata istanza” depositata nei termini di cui all’art. 372 c.p.c., che dimostri lo svolgimento dell’attività per cui si richiedono le spese e ne attesti i costi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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