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Correzione errore materiale: quando la Corte rimedia

La Corte di Cassazione interviene per la correzione di un errore materiale in una propria ordinanza. Il caso riguardava un cittadino straniero la cui difesa era stata erroneamente dichiarata inammissibile per una presunta mancanza della procura, che invece era regolarmente depositata telematicamente. La Corte ha riconosciuto la svista e ha disposto la rettifica, sottolineando che un errore di questo tipo non incide sulla sostanza della decisione ma sulla sua corretta formulazione.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: La Cassazione Ammette la Svista e Rettifica l’Ordinanza

Nel processo civile, la precisione è tutto. Tuttavia, anche i giudici possono commettere sviste. L’istituto della correzione errore materiale serve proprio a rimediare a questi lapsus senza dover rimettere in discussione l’intera decisione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come funziona questo meccanismo, confermando che la giustizia formale deve sempre rispecchiare quella sostanziale.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un ricorso del Ministero dell’Interno contro un decreto del Tribunale di Roma. Il Tribunale aveva annullato un provvedimento di trasferimento di un cittadino straniero verso la Francia, emesso in applicazione del Regolamento Dublino.

Il cittadino, attraverso il suo legale, si era costituito in giudizio davanti alla Corte di Cassazione depositando un controricorso telematico. Tuttavia, nell’ordinanza che rigettava il ricorso del Ministero, la Corte aveva affermato che, pur essendo stato depositato il controricorso, non era stata rinvenuta la procura speciale, rendendo di fatto inammissibili le difese svolte. Sebbene l’esito del giudizio fosse favorevole al cittadino, questa imprecisione nella motivazione lo ha spinto a chiedere una rettifica.

La Richiesta di Correzione e la Posizione della Corte

Il legale del cittadino ha presentato un’istanza di correzione errore materiale, evidenziando come la procura speciale fosse in realtà contenuta nella busta telematica di notifica del controricorso. L’omesso rilevamento da parte del Collegio costituiva, a suo avviso, una mera svista.

La Corte di Cassazione ha accolto l’istanza, riconoscendo l’esistenza dell’errore. Ha chiarito che tale svista rientra pienamente nella nozione di errore materiale emendabile ai sensi dell’art. 391-bis del codice di procedura civile.

La Definizione di Errore Materiale

La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: l’errore materiale è una fortuita divergenza tra il pensiero del giudice e la sua espressione letterale nel provvedimento. Si tratta di un errore percepibile ictu oculi (a colpo d’occhio) dal semplice confronto tra la decisione e gli atti di causa, che non incide sul processo decisionale del giudice ma solo sulla sua manifestazione esteriore.

Nel caso specifico, il confronto tra l’ordinanza e il fascicolo telematico ha reso palese l’errore: la procura c’era, e l’affermazione contraria era frutto di una semplice disattenzione.

Correzione Errore Materiale: Perché è lo Strumento Corretto

La Corte ha inoltre precisato che, essendo il cittadino risultato vittorioso nel giudizio, non avrebbe avuto legittimazione a impugnare l’ordinanza, neppure per la parte relativa alle spese. Di conseguenza, la correzione errore materiale era l’unico strumento a sua disposizione per rettificare l’atto e vedere correttamente riconosciuta la propria attività difensiva.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si sono concentrate sulla natura dell’errore e sulla funzione del procedimento di correzione. La Corte ha spiegato che, pur non essendo stata notificata l’istanza al Ministero, il contraddittorio era stato comunque garantito tramite la comunicazione dell’udienza all’Avvocatura dello Stato.

Un passaggio interessante dell’ordinanza riguarda le spese legali. La Corte ha colto l’occasione per ricordare che, in caso di patrocinio a spese dello Stato, se la parte soccombente è un’Amministrazione statale, la liquidazione dei compensi al difensore della parte vittoriosa non avviene tramite condanna nel provvedimento, ma con un’apposita istanza al giudice del procedimento ai sensi del Testo Unico sulle Spese di Giustizia (d.P.R. 115/2002). Questo spiega perché, pur avendo rigettato il ricorso del Ministero, la Corte non aveva statuito sulle spese nel provvedimento originario.

La decisione finale è stata quindi di disporre la correzione, ordinando la soppressione della frase errata relativa alla mancata procura. La nuova dicitura doveva semplicemente attestare che il cittadino aveva svolto le sue difese tramite controricorso telematico, senza ulteriori specificazioni negative.

Conclusioni

Questa ordinanza è emblematica per diverse ragioni. In primo luogo, riafferma l’importanza della precisione formale degli atti giudiziari e offre uno strumento agile per porvi rimedio in caso di sviste. In secondo luogo, tutela il diritto della parte vittoriosa a veder correttamente rappresentata la propria attività processuale. Infine, chiarisce importanti aspetti procedurali legati al patrocinio a spese dello Stato nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Il caso dimostra come il meccanismo di correzione errore materiale sia un presidio di efficienza e giustizia, in grado di sanare le imperfezioni senza la necessità di attivare complessi e lunghi procedimenti di impugnazione, garantendo che il testo del provvedimento corrisponda fedelmente alla volontà del giudice.

Cos’è un errore materiale secondo la Corte di Cassazione?
È una fortuita divergenza tra il giudizio del magistrato e la sua espressione scritta, causata da una svista o disattenzione nella redazione dell’atto. Tale errore è percepibile a colpo d’occhio e non incide sulla sostanza della decisione.

È possibile chiedere la correzione di un errore materiale anche se si è vinto il giudizio?
Sì. La Corte ha chiarito che anche la parte vittoriosa nel merito può avere interesse a chiedere la correzione, ad esempio per rettificare un’affermazione errata che riguarda la sua attività difensiva, come il mancato rinvenimento della procura.

Perché, nel caso di specie, non è stata disposta una condanna alle spese a carico del Ministero sconfitto?
Perché la parte vittoriosa era ammessa al patrocinio a spese dello Stato. In questi casi, la legge prevede che il difensore debba chiedere la liquidazione del proprio compenso direttamente allo Stato attraverso un’apposita istanza, e non attraverso una condanna alle spese nel provvedimento che definisce il giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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