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Correzione errore materiale: quando la Corte corregge

L’ordinanza analizza un caso di correzione errore materiale. La Corte di Cassazione ha corretto d’ufficio un proprio precedente provvedimento che indicava erroneamente il nome del difensore di un ente pubblico, sostituendolo con quello del legale subentrato nel corso del giudizio. La decisione sottolinea l’importanza dell’accuratezza formale degli atti giudiziari.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: La Cassazione Interviene su un Proprio Atto

Nel mondo del diritto, la precisione è tutto. Ogni parola, ogni nome, ogni data in un documento ufficiale ha un peso specifico. Ma cosa succede quando, per una semplice svista, un atto giudiziario riporta un’informazione sbagliata? La legge prevede uno strumento specifico per rimediare: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come funziona questo meccanismo, sottolineando l’importanza della precisione formale per la certezza del diritto.

I Fatti del Caso: Un Nome Sbagliato nell’Intestazione

La vicenda nasce da un precedente provvedimento della stessa Corte di Cassazione. Nell’intestazione di questa ordinanza, era stato indicato il nome di un avvocato come difensore di un ente pubblico, la Città Metropolitana. Tuttavia, quel legale era stato nel frattempo sostituito da un nuovo collega, che aveva assunto la rappresentanza dell’ente nel corso del giudizio. L’atto, quindi, conteneva un’inesattezza: riportava il nome del vecchio difensore anziché quello del procuratore effettivamente in carica.

La Richiesta di Correzione e il Procedimento

Accortosi dell’imprecisione, il nuovo legale ha presentato un’istanza alla Corte, chiedendo, ai sensi dell’art. 391-bis del codice di procedura civile, di procedere alla correzione dell’errore. Si trattava, infatti, di un classico ‘lapsus calami’, un errore di scrittura che non modificava in alcun modo il contenuto della decisione, ma che rendeva l’atto formalmente impreciso. La Corte ha quindi attivato la procedura d’ufficio per valutare la richiesta.

La Decisione della Corte: La Correzione dell’Errore Materiale

La Corte di Cassazione ha ritenuto l’istanza fondata. Ha riconosciuto che l’intestazione dell’ordinanza impugnata riportava erroneamente il nome del precedente avvocato. Poiché la sostituzione del difensore era un fatto accertato e documentato, la Corte ha disposto la correzione del proprio provvedimento. Ha stabilito che, ovunque nel testo si leggesse il nome del vecchio legale, si dovesse intendere e leggere quello del nuovo avvocato subentrato.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è stata lineare e basata su un principio di aderenza alla realtà processuale. L’errore era palese e oggettivo: il nome indicato non corrispondeva più al difensore costituito in giudizio al momento della decisione. La procedura di correzione serve proprio a sanare queste discrasie, garantendo che l’atto giudiziario rispecchi fedelmente la situazione di fatto e di diritto delle parti. L’istanza del nuovo procuratore ha semplicemente messo in moto un meccanismo di controllo che la Corte ha poi attuato d’ufficio, nell’interesse superiore della correttezza e della chiarezza degli atti giudiziari.

Le Conclusioni

Questa ordinanza, pur risolvendo una questione apparentemente minore, ha importanti implicazioni pratiche. Dimostra che il sistema giudiziario possiede gli anticorpi per auto-correggersi di fronte a sviste formali. La corretta indicazione delle parti e dei loro difensori non è un mero dettaglio burocratico, ma un requisito essenziale per la validità delle notifiche, l’esecuzione dei provvedimenti e, in generale, per la certezza dei rapporti giuridici. La correzione errore materiale si conferma così uno strumento indispensabile per preservare l’integrità e l’affidabilità del processo civile.

Cos’è un errore materiale e perché è stata necessaria una correzione in questo caso?
Un errore materiale è uno sbaglio puramente formale, come un errore di battitura o l’indicazione di un nome errato, che non altera la sostanza della decisione. In questo caso, la correzione è stata necessaria perché un’ordinanza indicava come difensore di un ente pubblico un avvocato che era stato sostituito nel corso del giudizio, e bisognava inserire il nome del legale corretto.

Chi ha avviato il procedimento di correzione?
Il procedimento è stato avviato su istanza del nuovo avvocato dell’ente pubblico, che ha segnalato l’errore alla Corte di Cassazione. La Corte, riconosciuto l’errore, ha poi disposto la correzione d’ufficio, cioè di propria iniziativa.

Qual è stato l’esito finale del procedimento?
La Corte di Cassazione ha accolto l’istanza e ha disposto la correzione dell’errore materiale contenuto nella precedente ordinanza. Ha ordinato che, dove era scritto il nome del precedente avvocato, si dovesse leggere e intendere il nome del nuovo legale subentrato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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