LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Correzione errore materiale: quando il nome è omesso

La Corte di Cassazione interviene con un’ordinanza per la correzione di un errore materiale, disponendo l’inserimento del nominativo di una parte omesso nell’epigrafe di una precedente sentenza. Il caso chiarisce che, data la natura amministrativa del procedimento, non è prevista la liquidazione delle spese legali, poiché non si configura una situazione di soccombenza tra le parti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: La Cassazione e l’Importanza dei Nomi in Sentenza

L’accuratezza formale di un provvedimento giudiziario è fondamentale per garantire la certezza del diritto. Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione ha messo in luce l’importanza della procedura di correzione errore materiale, in particolare quando l’errore consiste nell’omissione di un nome dall’intestazione di una sentenza. Questa ordinanza non solo rettifica una svista, ma offre anche chiarimenti cruciali sulla natura del procedimento e sulle sue conseguenze in materia di spese legali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di un cittadino che, pur avendo partecipato attivamente a un giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione in qualità di controricorrente e ricorrente incidentale, si era accorto che il suo nome non compariva nell’epigrafe (l’intestazione) della sentenza definitiva. L’omissione era significativa, poiché il suo nominativo faceva parte di un nutrito gruppo di oltre 470 parti assistite dallo stesso legale.

Di fronte a questa palese svista, il soggetto ha avviato l’iter per la correzione errore materiale della sentenza. La procedura si è rivelata complessa a causa dell’elevato numero di altre parti coinvolte (litisconsorti), rendendo necessaria una notifica dell’istanza a tutti gli interessati. Data la difficoltà, la Corte ha autorizzato forme speciali di notificazione, come la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito istituzionale di un Ministero, per assicurare la conoscenza dell’istanza a tutte le controparti.

La Procedura di Correzione Errore Materiale e la Decisione della Corte

Una volta completate le notifiche, la Corte di Cassazione ha esaminato la richiesta. Verificata la documentazione processuale, in particolare l’atto di controricorso e ricorso incidentale originale, i giudici hanno accertato che il nome del richiedente era effettivamente presente nell’elenco delle parti assistite. L’omissione nell’epigrafe della sentenza è stata quindi riconosciuta come un palese e inequivocabile errore materiale.

Di conseguenza, la Corte ha accolto l’istanza e ha disposto la correzione della sentenza, ordinando alla Cancelleria di inserire il nominativo mancante nell’elenco dei ricorrenti incidentali, in una posizione specifica tra altri due nominativi, come da atti originali.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sulla base degli articoli 287, 288 e 391-bis del codice di procedura civile. I giudici hanno sottolineato che il procedimento di correzione errore materiale ha una natura prettamente amministrativa e non giurisdizionale. Il suo scopo non è quello di rimettere in discussione il merito della decisione, ma unicamente di emendare sviste formali che non incidono sulla sostanza del giudizio.

Un punto cruciale affrontato nell’ordinanza riguarda le spese legali. La Corte ha chiarito che, data la natura non contenziosa del procedimento, non è possibile procedere a una liquidazione delle spese. Questo principio vale anche se una delle parti si oppone alla richiesta di correzione. Citando una precedente pronuncia delle Sezioni Unite, i giudici hanno ribadito che in questo contesto non si configura una situazione di soccombenza, ovvero non c’è una parte “vincitrice” e una “perdente” ai sensi dell’art. 91 del codice di procedura civile. L’obiettivo è solo ripristinare la correttezza formale dell’atto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rafforza un principio procedurale di grande importanza pratica. In primo luogo, conferma che le parti hanno il diritto di ottenere la rettifica di errori evidenti che potrebbero creare incertezza o pregiudizio. In secondo luogo, e forse ancora più importante, stabilisce un chiaro confine per quanto riguarda le spese legali in questi procedimenti. Escludendo la condanna alle spese, si evita di trasformare una semplice richiesta di correzione in un nuovo fronte di contenzioso, garantendo che l’obiettivo primario resti quello di assicurare la precisione e l’affidabilità degli atti giudiziari.

Cosa si può fare se il proprio nome viene omesso per errore nell’intestazione di una sentenza?
È possibile presentare un’istanza di correzione di errore materiale alla stessa autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento, chiedendo di integrare l’atto con il nominativo mancante.

Nel procedimento di correzione di errore materiale è prevista la condanna alle spese legali?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, data la natura amministrativa del procedimento, non si configura una situazione di soccombenza tra le parti. Pertanto, non è possibile procedere alla liquidazione delle spese, neanche se una parte si oppone alla correzione.

Come vengono avvisate le altre parti del processo quando viene richiesta una correzione?
La legge prevede che l’istanza di correzione sia notificata a tutte le parti. In casi con un numero molto elevato di soggetti, come quello in esame, il giudice può autorizzare forme speciali di notifica (ad esempio, tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) per semplificare e rendere possibile la comunicazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati