Correzione Errore Materiale: Cosa Fare Quando un Giudice Sbaglia i Conti?
Nel sistema giudiziario, la precisione è fondamentale. Tuttavia, anche i giudici possono commettere errori, specialmente di natura puramente aritmetica. Il nostro ordinamento prevede uno strumento specifico per rimediare a queste sviste: la correzione errore materiale. Con la recente Ordinanza n. 6799/2024, la Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come funziona questo procedimento, accogliendo l’istanza di un legale per rettificare un importo sbagliato in una precedente decisione.
I Fatti del Caso: Una Semplice Svista nel Calcolo
La vicenda ha origine da una precedente ordinanza della stessa Corte Suprema, con cui si definivano le spese legali in una causa tra un cittadino e il Ministero della Giustizia. Nel provvedimento, la Corte aveva indicato correttamente il criterio di calcolo, ovvero una riduzione del 70% su un importo di 945 euro. Tuttavia, nell’eseguire l’operazione, era incorsa in un errore, indicando un risultato di 200 euro anziché i corretti 283,50 euro.
Questo sbaglio si è propagato al calcolo finale, portando a indicare una somma complessiva dovuta dal Ministero di 1.115 euro, invece della cifra esatta di 1.198,50 euro. L’avvocato del cittadino, accortosi della discrepanza, ha prontamente attivato il procedimento di correzione.
La Procedura di Correzione Errore Materiale in Azione
Di fronte a un’evidente svista di calcolo, la legge non richiede di intraprendere un complesso e lungo percorso di impugnazione. È sufficiente presentare un’istanza di correzione errore materiale, come ha fatto il difensore nel caso in esame.
Questo strumento processuale è pensato per risolvere rapidamente e in modo efficiente quegli errori che non intaccano la volontà del giudice o il ragionamento giuridico alla base della decisione, ma che si limitano a una sua errata trascrizione o calcolo. La Corte di Cassazione, una volta ricevuta l’istanza, l’ha esaminata in camera di consiglio, riconoscendo la fondatezza della richiesta.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte ha accolto l’istanza evidenziando che si trattava di un ‘mero errore di calcolo’. La motivazione della decisione è stata lineare: la stessa ordinanza originaria conteneva il criterio corretto per il calcolo, rendendo palese l’errore nella successiva indicazione numerica. Non c’era dunque alcuna necessità di una nuova valutazione di merito, ma solo di una rettifica formale.
Di conseguenza, i giudici hanno disposto che il precedente provvedimento fosse corretto in ogni sua parte viziata dall’errore. Nello specifico, hanno ordinato la sostituzione degli importi errati con quelli corretti, sia nei passaggi della motivazione che nel dispositivo finale, ovvero la parte che contiene l’ordine del giudice.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce l’importanza e l’utilità del procedimento di correzione errore materiale. Esso garantisce che le decisioni giudiziarie siano non solo giuste nella sostanza, ma anche accurate nella forma, tutelando i diritti delle parti da semplici ma potenzialmente dannose sviste.
Un aspetto rilevante è che per questo tipo di procedimento non è previsto un provvedimento sulle spese. La logica è chiara: la procedura non nasce da una nuova controversia tra le parti, ma dalla necessità di emendare un errore commesso dall’organo giudicante stesso. È un meccanismo di ‘autocorrezione’ del sistema, volto a ripristinare la coerenza e l’esattezza del provvedimento senza gravare ulteriormente sulle parti.
È possibile correggere un errore di calcolo in una decisione della Corte di Cassazione?
Sì, attraverso la procedura specifica di correzione di errore materiale, che consente di rettificare errori di calcolo o materiali senza dover impugnare la decisione nel merito.
Chi paga le spese per il procedimento di correzione di un errore materiale?
L’ordinanza chiarisce che non vi è provvedimento sulle spese, poiché si tratta di un procedimento volto a correggere un errore del giudice e non di una nuova controversia tra le parti.
Come viene attuata la correzione una volta accolta l’istanza?
La Corte emette una nuova ordinanza che dispone la correzione della precedente decisione, specificando esattamente quali parti devono essere modificate e come devono essere lette. Ad esempio, indica che dove era scritto ‘euro 1115’ si deve intendere e leggere ‘euro 1.198,50’.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 2 Num. 6799 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 2 Num. 6799 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 14/03/2024
ORDINANZA
Sul l’istanza di correzione iscritta al n. NUMERO_DOCUMENTO R.G. proposta da:
NOME, rappresentato e difeso dall’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE);
-istante-
RAGIONE_SOCIALE;
-controparte- avverso l’ORDINANZA della CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE n. 6578/2023, depositata il 6/03/2023, r.g.n. 10973/2021;
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 06/10/2023 dal Consigliere NOME COGNOME.
PREMESSO CHE
Con atto del 13 aprile 2023 è stata depositata, da parte di NOME COGNOME, quale difensore di NOME COGNOME, istanza di correzione dell’ordinanza di questa Corte 6 marzo 2023 n. 6578, nella parte in cui per mero errore di calcolo è stata indicata la somma di euro 200 invece della somma di euro 283,50, somma ottenuta riducendo, come indicato dalla Corte nel medesimo capoverso, del 70% la somma di euro 945, così che sia in motivazione che nel dispositivo è erroneamente indicata, quale somma complessivamente dovuta dal RAGIONE_SOCIALE della Giustizia in relazione alle spese del giudizio di merito, la somma di euro 1.115 invece della somma di euro 1.198,50.
L’istanza va accolta , trattandosi di mero errore di calcolo, e vanno conseguentemente poste in essere le correzioni indicate in dispositivo.
Non vi è provvedimento sulle spese, trattandosi di procedimento di correzione di errore materiale.
P.Q.M.
La Corte dispone che l’ordinanza della Corte di cassazione n. 6578/2023 sia corretta nei seguenti termini: nella motivazione ove, all’ultimo capoverso della pag. 2 è scritto ‘somma totale di euro 1.115’ si intenda e si legga , invece, ‘somma totale di euro 1.198,50’, ove, al primo capoverso della pag. 3 si legge ‘euro 200 per la fase istruttoria’ si intenda e si legga invece ‘euro 283,50 per la fase istruttoria’; nel dispositivo dove si legge ‘complessivi euro 1115’ si intenda e si legga invece ‘complessivi euro 1.198,50’.
Così deciso in Roma, nella adunanza camerale della sezione