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Correzione errore materiale: quando il giudice sbaglia

La Corte di Cassazione interviene d’ufficio per disporre la correzione di un errore materiale contenuto in una sua precedente ordinanza. Il caso riguarda l’inserimento accidentale di un’intera sezione di testo estranea alla causa, che la Corte ha ordinato di cancellare, chiarendo che tale svista non modifica in alcun modo il contenuto concettuale della decisione originale. Questo provvedimento riafferma il principio secondo cui la correzione errore materiale serve a sanare discrepanze formali senza alterare la sostanza del giudizio.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: L’Ordinanza della Cassazione che Pone Rimedio a una Svista

Nel percorso della giustizia, la precisione è fondamentale. Tuttavia, anche nel più meticoloso dei processi, può verificarsi una svista. L’ordinamento giuridico prevede uno strumento specifico per questi casi: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come questo istituto venga applicato, anche ai massimi livelli della giurisdizione, per garantire la coerenza e la chiarezza dei provvedimenti giudiziari.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da una precedente ordinanza emessa dalla stessa Corte di Cassazione nel corso di una controversia tra un’importante azienda di logistica e una società di gestione aeroportuale. A seguito della pubblicazione del provvedimento, è emerso un palese errore: all’interno del testo era stata inserita un’intera porzione di motivazione totalmente estranea al caso in esame.

Questo blocco di testo, che si estendeva per diverse pagine, trattava di materie completamente diverse, relative al diritto dell’immigrazione, come decreti di espulsione e protezione internazionale. L’inserimento era avvenuto per una mera svista redazionale, creando una palese incongruenza nel corpo del provvedimento. Riconosciuto l’errore, la Corte ha agito d’ufficio per porvi rimedio.

La Procedura di Correzione Errore Materiale

La Corte di Cassazione, agendo a mente dell’art. 391-bis del codice di procedura civile, ha avviato il procedimento per la correzione errore materiale. Questo strumento consente di emendare un provvedimento senza doverne alterare il contenuto decisionale. La Corte ha ordinato la soppressione di tutte le parole estranee, a partire da un punto specifico del testo fino alla fine della sezione errata.

Inoltre, ha dato mandato alla cancelleria di annotare la correzione direttamente sull’originale dell’ordinanza, assicurando così che la versione ufficiale del documento fosse quella epurata dall’errore. La decisione è stata presa in camera di consiglio, confermando la natura snella e non contenziosa di questo tipo di procedura.

Le Motivazioni della Corte

Nelle motivazioni, la Suprema Corte ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata per definire la natura dell’errore materiale. Citando una precedente sentenza (Cass. n. 17977/2005), i giudici hanno ribadito che l’errore materiale “si sostanzia in una mera svista del giudice, sicché non incide sul contenuto concettuale della decisione, ma si concretizza in una divergenza fra l’ideazione e la sua materiale rappresentazione grafica”.

Nel caso specifico, la Corte ha sottolineato come l’estraneità delle parole da sopprimere fosse “manifesta” e “palese”. Il fatto che il testo erroneo fosse stato inserito dopo la sottoscrizione del Presidente rendeva ancora più evidente la natura accidentale dell’inclusione. Di conseguenza, non vi era alcun dubbio che si trattasse di una svista da correggere e non di un elemento che potesse in qualche modo influenzare o modificare il giudizio espresso dalla Corte sulla controversia principale.

Conclusioni

Questo provvedimento della Corte di Cassazione è un importante promemoria della fallibilità umana, anche all’interno del sistema giudiziario, ma soprattutto della presenza di efficaci rimedi procedurali. La correzione errore materiale si conferma uno strumento essenziale per preservare l’integrità e la chiarezza delle decisioni giudiziarie. Permette di rimediare a sviste formali in modo rapido ed efficiente, senza la necessità di impugnazioni o di complessi riesami del merito. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò rappresenta una garanzia fondamentale che la giustizia, pur potendo inciampare in un errore di forma, possiede gli anticorpi per correggersi e assicurare la certezza del diritto.

Cos’è un errore materiale secondo la Corte di Cassazione?
Secondo la Corte, l’errore materiale è una mera svista del giudice che non incide sul contenuto concettuale della decisione, ma rappresenta una divergenza tra l’idea del giudice e la sua rappresentazione scritta nell’atto.

Come si rimedia a un errore materiale in un’ordinanza?
Si rimedia attraverso una procedura di correzione, che può essere avviata anche d’ufficio. La Corte ordina la soppressione delle parti errate e dispone che la cancelleria annoti la correzione sull’originale del provvedimento.

La correzione di un errore materiale cambia la decisione del giudice?
No, la correzione non modifica in alcun modo il contenuto concettuale né la sostanza della decisione. Il suo unico scopo è quello di rettificare un’imperfezione formale, allineando il testo scritto all’effettiva volontà del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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