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Correzione errore materiale: nuovo termine di notifica

Un’ordinanza della Corte di Cassazione affronta il caso di una richiesta di correzione errore materiale presentata oltre un anno dopo la pubblicazione della sentenza. A causa dell’omissione del nome di una parte nell’intestazione del provvedimento, e vista la complessità nel notificare l’istanza a un vasto numero di controparti, la Corte ha respinto la richiesta di una decisione immediata e ha concesso un nuovo termine di 180 giorni per consentire al richiedente di effettuare correttamente tutte le notifiche necessarie, rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: La Cassazione e la Notifica Oltre l’Anno

Quando un provvedimento giudiziario contiene un’imprecisione, come l’omissione del nome di una delle parti, la legge prevede un rimedio specifico: la correzione errore materiale. Ma cosa accade se ci si accorge dell’errore a più di un anno dalla pubblicazione della sentenza? Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione fa luce sui passaggi procedurali da seguire, specialmente in cause con un numero elevato di parti.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di un soggetto che, pur avendo partecipato attivamente a un giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, proponendo controricorso e ricorso incidentale, non era stato menzionato nell’epigrafe (l’intestazione) della sentenza finale. Accortosi dell’omissione ben oltre un anno dopo la pubblicazione della decisione, ha avviato la procedura per la correzione dell’errore.

Inizialmente, la Corte aveva assegnato un termine di 120 giorni per notificare l’istanza a tutte le altre parti del giudizio, un compito reso arduo dall’elevatissimo numero di controparti, che includevano la Presidenza del Consiglio dei Ministri, numerosi altri Ministeri e centinaia di privati cittadini. Di fronte a questa difficoltà, il ricorrente ha chiesto alla Corte di procedere alla correzione senza sentire le altre parti o, in subordine, di concedere un termine più lungo per completare le notifiche.

La Procedura di Correzione Errore Materiale e i Termini

La Corte di Cassazione ha esaminato la questione alla luce dell’articolo 288, terzo comma, del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce che, se l’istanza di correzione è proposta dopo un anno dalla pubblicazione della sentenza, deve essere notificata a tutte le parti. Il principio del contraddittorio, ovvero il diritto di ogni parte di essere ascoltata, diventa inderogabile.

Per questo motivo, la Corte ha respinto la richiesta di procedere inaudita altera parte, ritenendola inammissibile. Tuttavia, ha accolto la richiesta subordinata di un termine più ampio, riconoscendo le oggettive difficoltà logistiche legate alla notifica a un numero così vasto di litisconsorti.

Le Motivazioni della Decisione

Il ragionamento della Corte si basa su un bilanciamento tra il rigore delle norme procedurali e le esigenze pratiche della giustizia. La regola della notifica obbligatoria dopo un anno mira a tutelare la stabilità delle decisioni giudiziarie e il diritto di difesa di tutte le parti coinvolte. Informare ogni litisconsorte della richiesta di modifica, anche se solo formale, è essenziale per garantire che nessuno subisca pregiudizi.

La Corte ha ritenuto che la richiesta di un termine più lungo fosse fondata e ragionevole. Concedendo 180 giorni, ha offerto al ricorrente il tempo necessario per adempiere a un onere processuale complesso, che include notifiche a pubbliche amministrazioni e a una moltitudine di cittadini. La decisione dimostra una flessibilità procedurale volta a garantire l’effettività della tutela giurisdizionale, senza però derogare ai principi fondamentali del processo.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre importanti indicazioni pratiche. In primo luogo, ribadisce che il diritto alla correzione errore materiale è sempre garantito, ma le modalità per esercitarlo cambiano radicalmente una volta trascorso un anno dalla pubblicazione della sentenza. In secondo luogo, essa costituisce un precedente utile per i casi caratterizzati da un pluralità di parti, mostrando come i giudici possano adeguare i termini processuali alle complessità del caso concreto.

Per gli avvocati e le parti, il messaggio è chiaro: è fondamentale verificare con la massima attenzione l’esattezza formale dei provvedimenti giudiziari subito dopo la loro emissione. Qualora si renda necessaria una correzione dopo un anno, bisogna prepararsi a un iter di notifica potenzialmente lungo e complesso, documentando attentamente le difficoltà per poter richiedere, se necessario, una proroga dei termini.

È possibile chiedere la correzione di un errore materiale in una sentenza dopo un anno dalla sua pubblicazione?
Sì, è possibile, ma l’articolo 288 del codice di procedura civile impone l’obbligo di notificare l’istanza di correzione a tutte le altre parti che hanno partecipato al giudizio.

Cosa succede se la notifica della richiesta di correzione a tutte le parti è particolarmente complessa?
In casi di particolare complessità, come la presenza di un numero molto elevato di parti, è possibile chiedere al giudice la concessione di un termine più lungo per completare le notifiche. Come dimostra questa ordinanza, la Corte può concedere una proroga, come il termine di 180 giorni qui stabilito.

La Corte può disporre la correzione ‘inaudita altera parte’ (senza sentire gli altri) se è passato più di un anno?
No. L’ordinanza chiarisce che, una volta decorso un anno dalla pubblicazione, la procedura deve necessariamente svolgersi nel rispetto del contraddittorio. Pertanto, la notifica a tutte le parti è un passaggio obbligatorio e non può essere omessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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