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Correzione errore materiale: no se c’è rinvio

Un cittadino, dopo aver vinto un ricorso in Cassazione con rinvio, ha chiesto una correzione di errore materiale sostenendo che l’ordinanza non avesse liquidato le spese a suo favore. La Suprema Corte ha rigettato l’istanza, chiarendo che non si trattava di un errore. In caso di cassazione con rinvio, spetta infatti al giudice del rinvio decidere sulle spese di tutti i gradi del giudizio, sulla base dell’esito finale dell’intera causa. Pertanto, l’omessa liquidazione delle spese nell’ordinanza di Cassazione non costituisce un errore materiale da correggere.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce le regole sulle spese in caso di rinvio

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire i confini della correzione di errore materiale, specificando che questo istituto non può essere utilizzato per rimediare a una presunta omissione nella liquidazione delle spese legali quando la causa viene rinviata a un altro giudice. La decisione sottolinea un importante principio di procedura civile relativo alla competenza del giudice del rinvio.

I fatti del caso

Il caso nasce da un’istanza presentata da un cittadino straniero. In precedenza, la Corte di Cassazione aveva accolto il suo ricorso contro un decreto di espulsione, annullando la decisione del Giudice di Pace e rinviando la causa allo stesso ufficio giudiziario, in persona di un diverso magistrato, per un nuovo esame e per la decisione sulle spese, comprese quelle del giudizio di legittimità.
Successivamente, il cittadino ha richiesto la correzione di errore materiale della suddetta ordinanza. A suo avviso, la Corte avrebbe commesso un errore materiale omettendo di condannare esplicitamente l’Amministrazione resistente al pagamento delle spese legali del giudizio di Cassazione e di disporne la distrazione in favore del suo avvocato, dichiaratosi antistatario.

La distinzione tra errore materiale e decisione del giudice

La Corte Suprema ha rigettato l’istanza, affermando che nel caso di specie non sussisteva alcun errore materiale. L’errore materiale, come definito dall’art. 287 c.p.c., consiste in una mera svista o in un errore di calcolo che determina una divergenza tra l’idea del giudice e la sua rappresentazione grafica nel provvedimento. Non deve, quindi, incidere sul contenuto concettuale della decisione.
Nel caso in esame, l’omessa pronuncia sulle spese non era una svista, ma la corretta applicazione di un principio consolidato in materia di cassazione con rinvio.

Il ruolo del giudice del rinvio nella liquidazione delle spese

Il punto centrale della decisione riguarda la ripartizione delle competenze tra Corte di Cassazione e giudice del rinvio. La Corte ha ribadito che, quando una causa viene cassata con rinvio anche per la statuizione sulle spese, spetta esclusivamente al giudice del rinvio provvedere alla liquidazione delle spese di tutti i gradi di giudizio, compresa la fase svoltasi dinanzi alla Cassazione.

Le motivazioni della decisione

La Suprema Corte ha spiegato che il giudice del rinvio non deve liquidare separatamente le spese per ogni fase, ma deve applicare il principio della soccombenza all’esito globale e finale dell’intera lite. Questo significa che, al termine del nuovo giudizio, il giudice del rinvio potrà:
– Condannare la parte risultata complessivamente soccombente.
– Compensare le spese in tutto o in parte.
– Addirittura, in casi eccezionali, condannare la parte che era risultata vittoriosa in Cassazione ma che, all’esito finale, è risultata soccombente nel merito.
Di conseguenza, l’ordinanza della Cassazione che rimette al giudice del rinvio la decisione sulle spese è giuridicamente corretta e non contiene alcun errore materiale da emendare. Inoltre, la Corte ha rilevato che l’istanza era carente di specificità, poiché non era stata fornita la prova che il difensore si fosse effettivamente dichiarato antistatario nel ricorso originario.

Le conclusioni

La pronuncia riafferma un principio fondamentale: la correzione di errore materiale non è uno strumento per rimettere in discussione il contenuto di una decisione. In tema di spese legali, la scelta della Corte di Cassazione di demandare la decisione al giudice del rinvio non è un’omissione, ma una precisa scelta procedurale che rispetta la competenza funzionale di tale giudice. Gli operatori del diritto devono quindi attendere l’esito finale del giudizio di rinvio per vedere regolamentate le spese di tutte le fasi processuali, senza poter invocare la procedura di correzione per ottenere una liquidazione anticipata.

Quando si può chiedere la correzione di un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
La correzione di errore materiale è ammessa solo per sviste o errori di calcolo che determinano una divergenza tra l’intenzione del giudice e la sua trascrizione nel testo, senza incidere sul contenuto concettuale e giuridico della decisione.

In un giudizio di cassazione con rinvio, chi decide sulle spese legali della fase di Cassazione?
La decisione sulle spese del giudizio di Cassazione spetta al giudice del rinvio, ovvero al giudice a cui la causa viene rimandata. Egli deciderà sulla base dell’esito complessivo e finale dell’intera controversia, applicando il principio della soccombenza globale.

Vengono liquidate le spese nel procedimento di correzione di errore materiale?
No. Secondo la Corte, il procedimento di correzione ha natura sostanzialmente amministrativa e non contenziosa. Pertanto, non si configura una soccombenza ai sensi dell’art. 91 c.p.c. e non si procede alla liquidazione delle spese, neppure se la controparte si è opposta all’istanza di correzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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