Correzione errore materiale: quando il giudice può integrare la propria decisione
Nel complesso iter della giustizia, può accadere che un provvedimento, pur corretto nella sostanza, presenti delle omissioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come intervenire in questi casi attraverso la procedura di correzione errore materiale, uno strumento essenziale per garantire la completezza delle decisioni giudiziarie senza dover avviare un nuovo processo. L’analisi di questo caso ci offre uno spaccato pratico su come rimediare a una svista del giudice, in particolare quando riguarda la liquidazione delle spese legali.
I fatti del caso: una vittoria a metà
Una società di produzioni, dopo aver ottenuto una vittoria in Corte di Cassazione con l’accoglimento del proprio ricorso incidentale, si è trovata di fronte a un problema. L’ordinanza, pur condannando la controparte (un’azienda di ingegneria) a un cospicuo pagamento e alla liquidazione delle spese del giudizio di Cassazione, aveva completamente omesso di pronunciarsi sulle spese legali sostenute nei due precedenti gradi di giudizio (tribunale e corte d’appello).
Di fronte a questa evidente lacuna, la società vittoriosa ha presentato un’istanza per la correzione errore materiale della precedente ordinanza, chiedendo alla Corte di integrare la propria decisione con la liquidazione delle spese mancanti.
L’applicazione della correzione errore materiale per le spese omesse
La Corte Suprema ha accolto l’istanza, riconoscendo che l’omissione non era frutto di una valutazione di merito, ma di una semplice ‘mera svista’. Questo è il presupposto fondamentale per poter attivare la procedura di correzione. La Cassazione, richiamando anche un precedente delle Sezioni Unite, ha affermato che dimenticare di liquidare le spese, pur avendo chiaramente identificato la parte soccombente, costituisce un classico esempio di errore materiale.
Di conseguenza, non era necessario un nuovo e complesso giudizio per rimediare al problema. La Corte ha potuto intervenire direttamente sul precedente provvedimento, completandolo nella parte mancante.
La decisione della Corte
La Suprema Corte ha quindi disposto che nel testo dell’ordinanza originale venisse inserita la condanna della società di ingegneria al pagamento delle spese dei giudizi di primo e secondo grado. Ha liquidato dettagliatamente gli importi:
* Primo grado: 12.500 euro per compensi.
* Giudizio d’appello: 15.000 euro per compensi.
A queste somme si aggiungono le spese forfettarie del 15%, IVA e CPA come per legge. Infine, ha ordinato alla Cancelleria di annotare la correzione sull’originale del provvedimento.
Le motivazioni
La motivazione della Corte si fonda sulla natura dell’omissione. Poiché la decisione originale aveva già stabilito il principio della soccombenza, condannando una parte e accogliendo le ragioni dell’altra, la conseguente statuizione sulle spese di tutti i gradi di giudizio era un atto dovuto. L’averla omessa è stata qualificata come una svista procedurale e non come una scelta voluta dal collegio giudicante. Pertanto, la procedura di correzione era lo strumento corretto e più celere per ripristinare la completezza del comando giudiziale, in piena aderenza ai principi di economia processuale.
Le conclusioni
Questa ordinanza ribadisce l’importanza e l’utilità del procedimento di correzione errore materiale. Esso permette di sanare in modo rapido ed efficiente le imperfezioni formali dei provvedimenti giudiziari che non ne intaccano la sostanza logico-giuridica. Per le parti in causa, ciò significa poter ottenere una tutela piena dei propri diritti, inclusa la refusione delle spese legali, senza dover affrontare le lungaggini di un nuovo giudizio. La decisione conferma che la giustizia, oltre a decidere nel merito, deve anche saper correggere rapidamente i propri involontari errori formali.
Cosa succede se un giudice omette di decidere sulle spese legali in una sentenza?
La parte interessata può presentare un’istanza per la correzione di errore materiale. Se la Corte riconosce che l’omissione è dovuta a una mera svista, può integrare la decisione originale liquidando le spese omesse, senza la necessità di un nuovo processo.
Quali tipi di errori possono essere corretti con questa procedura?
La procedura di correzione si applica agli errori materiali, come omissioni, errori di calcolo o sviste clericali che non alterano il percorso logico e la sostanza della decisione del giudice. L’omessa liquidazione delle spese, a fronte di una chiara statuizione sulla parte soccombente, rientra in questa categoria.
La correzione di un errore materiale modifica la decisione originale?
No, la correzione non altera la sostanza della decisione. Serve unicamente a emendare o completare il testo del provvedimento per renderlo formalmente corretto e pienamente eseguibile. In questo caso, ha semplicemente aggiunto la liquidazione delle spese in coerenza con l’esito già stabilito dalla Corte.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 2 Num. 27078 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 2 Num. 27078 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 18/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso per correzione di errore materiale iscritto al n. NUMERO_DOCUMENTO R.G. proposto da:
RAGIONE_SOCIALE, elettivamente domiciliato in INDICOGNOME, presso lo studio dell’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE) che lo rappresenta e difende;
-ricorrente-
nei confronti di RAGIONE_SOCIALE
-intimata- avverso l’ ORDINANZA della CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE ROMA n. 315/2024, depositata il 5/01/2024.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 25/09/2024 dal Consigliere NOME COGNOME.
PREMESSO CHE
1. La società RAGIONE_SOCIALE ha proposto istanza di correzione di errore materiale, notificata alla controparte in data 24 aprile 2024, dell’ordinanza di questa Corte n. 315/2024, pubblicata il 5 gennaio 2024, nella parte in cui, dopo avere rigettato il ricorso principale di RAGIONE_SOCIALE e avere accolto il ricorso incidentale dell’istante, ha deciso nel merito la causa con condanna di controparte al pagamento in favore dell’istante della somma di euro 100.600 e ha liquidato le spese del giudizio di legittimità, ma non ha liquidato le spese dei giudizi di primo e di secondo grado.
RAGIONE_SOCIALE non ha proposto difese.
CONSIDERATO CHE
L’istanza va accolta , dovendosi addebitare l’omissione a mera svista e quindi ad errore materiale ( Cass. sezioni unite n. 16415/2018). Va disposta pertanto, a correzione dell’errore materiale, la liquidazione delle spese dei giudizi di primo e di secondo grado, seguendo la regola della soccombenza così come stabilito nella motivazione dell’ordinanza n. 315/2024.
P.Q.M.
La Corte accoglie l’istanza e dispone che a pag. 17 dell’ordinanza, alla nona riga sia inserita la seguente frase: ‘RAGIONE_SOCIALE al pagamento in favore di RAGIONE_SOCIALE delle spese del giudizio di primo grado, che liquida in euro 12.500 per compensi oltre alle spese forfettarie nella misura del 15%, IVA e CPA come per legge, e delle spese del giudizio d’appello, che liquida in euro 15.000 per compensi, oltre alle spese forfettarie nella misura del 15%, IVA e CPA come per legge.’
Manda alla Cancelleria di annotare la presente ordinanza nel testo originale dell’ordinanza n. 315/2024.
Così deciso in Roma, nella adunanza camerale della sezione seconda civile, in data 25 settembre 2024.
Il Presidente NOME COGNOME