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Correzione errore materiale: la Cassazione decide

Un’ordinanza della Corte di Cassazione affronta la procedura di correzione errore materiale. Un Comune aveva richiesto di rettificare un precedente provvedimento che indicava una Corte d’Appello errata per il rinvio della causa. La Suprema Corte ha accolto l’istanza, disponendo la correzione e chiarendo che l’errore era palese e emendabile. La decisione sottolinea l’importanza di questa procedura per garantire la precisione degli atti giudiziari.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: Quando la Cassazione Rettifica i Propri Atti

Nel percorso della giustizia, la precisione è fondamentale. Tuttavia, anche nei più alti gradi di giudizio, può capitare una svista, un refuso. La legge prevede uno strumento per porvi rimedio senza stravolgere il processo: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico di come questo istituto funzioni, garantendo che la giustizia proceda sui binari corretti, anche quando un’indicazione geografica viene sbagliata.

I Fatti del Caso: Un Rinvio alla Sede Sbagliata

La vicenda trae origine da una precedente ordinanza della stessa Corte Suprema. In quel provvedimento, la Corte aveva annullato una decisione e rinviato la causa a un altro giudice per un nuovo esame. Il problema? Sia nella motivazione che nel dispositivo, era stata indicata come sede del rinvio la Corte d’Appello di Roma, mentre quella corretta, da cui proveniva il giudizio, era la Corte d’Appello di Bari.

Accortosi della svista, un Comune, parte in causa, ha presentato un’istanza alla Corte di Cassazione, chiedendo appunto la correzione errore materiale dell’ordinanza. La richiesta era duplice: sostituire il riferimento alla Corte d’Appello di Roma con quello alla Corte d’Appello di Bari sia nel punto della motivazione che nel dispositivo finale del provvedimento.

La Procedura di Correzione Errore Materiale in Pratica

La Corte di Cassazione ha esaminato l’istanza e ha ritenuto che gli errori segnalati fossero effettivamente presenti e qualificabili come ‘materiali’. Questo tipo di errore, disciplinato dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile, si distingue dall’errore di giudizio perché non riguarda la volontà decisionale del giudice, ma una sua manifestazione esteriore errata: un refuso, un errore di calcolo, una svista palese.

I Giudici Supremi hanno accolto l’istanza, disponendo la modifica del testo della precedente ordinanza per indicare correttamente la Corte d’Appello di Bari come giudice del rinvio.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato che la natura dell’errore era inequivocabile. La stessa locuzione utilizzata nell’ordinanza originaria, ‘in diversa composizione’, suggeriva chiaramente l’intenzione di rinviare la causa allo stesso ufficio giudiziario che aveva emesso la sentenza annullata (la Corte d’Appello ‘a quo’, ovvero quella di Bari), sebbene con un diverso collegio di giudici. L’indicazione di Roma era quindi una palese svista, emendabile con la procedura di correzione.

Inoltre, la Corte ha colto l’occasione per chiarire un aspetto procedurale sollevato dalla controparte. Qualsiasi richiesta di ‘rimessione in termini’, ovvero la possibilità di compiere un atto processuale oltre il termine previsto a causa di un impedimento, dovrà essere presentata e decisa dal giudice del rinvio correttamente individuato, cioè la Corte d’Appello di Bari.

Conclusioni: L’Importanza della Procedura di Correzione

Questa ordinanza ribadisce l’importanza e l’utilità dello strumento della correzione errore materiale. Esso consente di sanare le imprecisioni formali degli atti giudiziari in modo agile, senza la necessità di impugnazioni complesse. Garantisce la coerenza e la certezza del diritto, assicurando che le parti possano proseguire il giudizio davanti all’autorità giudiziaria competente, come originariamente inteso dal giudice. La decisione conferma che la giustizia, pur nella sua solennità, dispone di meccanismi pragmatici per mantenere la propria integrità e correttezza procedurale.

È possibile correggere un’ordinanza della Corte di Cassazione che indica un giudice del rinvio sbagliato?
Sì, l’ordinanza conferma che un errore di questo tipo è qualificabile come ‘errore materiale’ e può essere rettificato attraverso l’apposita procedura prevista dagli artt. 287 e 288 del codice di procedura civile.

Cosa si intende per ‘errore materiale’ in un provvedimento giudiziario?
Si tratta di una svista, un errore di scrittura o di calcolo che non incide sulla volontà decisionale del giudice ma solo sulla sua estrinsecazione formale. Nel caso specifico, scrivere ‘Corte d’Appello di Roma’ anziché ‘Corte d’Appello di Bari’ è stato considerato un errore materiale.

A quale giudice bisogna rivolgersi per eventuali istanze successive alla correzione, come la rimessione in termini?
L’ordinanza chiarisce che ogni richiesta successiva, come quella per la rimessione in termini, deve essere presentata al giudice del rinvio correttamente identificato dopo la correzione, ovvero, nel caso di specie, la Corte d’Appello di Bari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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