LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Correzione errore materiale: la Cassazione corregge

La Corte di Cassazione accoglie un’istanza per la correzione di errore materiale in una sua precedente ordinanza. L’errore consisteva nell’aver indicato una “società” come parte tenuta al pagamento delle spese legali, anziché una specifica persona fisica. La Corte ha disposto la semplice cancellazione del termine errato, ripristinando la corretta identificazione del soggetto debitore e sottolineando l’importanza di questo strumento processuale per rettificare sviste senza alterare la decisione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: Quando un Dettaglio Fa la Differenza

Nel complesso mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola in un atto giudiziario ha un peso e un significato specifico. Ma cosa succede quando, per una svista, viene commesso un errore? L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come l’ordinamento preveda uno strumento agile ed efficace per rimediare: la correzione errore materiale. Questo caso dimostra come un dettaglio apparentemente piccolo, come l’errata identificazione di un soggetto, possa essere rettificato senza dover rimettere in discussione l’intera decisione.

I Fatti del Caso: Un Errore nell’Identificazione del Debitore

La vicenda nasce da una precedente ordinanza della stessa Corte di Cassazione, la n. 17071/2024. In tale provvedimento, la Corte aveva condannato una delle parti al pagamento delle spese legali a favore di tre persone. Tuttavia, nel dispositivo della decisione, la parte soccombente era stata erroneamente identificata come una generica “società”, anziché con il nome e cognome della persona fisica effettivamente coinvolta nel giudizio.

Di fronte a questa imprecisione, che avrebbe potuto creare seri problemi in fase di esecuzione del provvedimento, le parti vittoriose hanno presentato un’istanza formale alla Corte, chiedendo appunto la correzione errore materiale ai sensi dell’art. 391 bis del codice di procedura civile.

La Decisione della Corte sulla Correzione Errore Materiale

La Corte Suprema ha esaminato l’istanza e l’ha ritenuta fondata. I giudici hanno constatato che, effettivamente, nel dispositivo dell’ordinanza precedente le spese di lite erano state poste a carico di una non meglio specificata “società”, mentre avrebbero dovuto essere addebitate a una precisa persona fisica, parte del processo.

L’errore era evidente e non incideva sulla sostanza della decisione, che rimaneva valida nel suo contenuto. Pertanto, la Corte ha accolto la richiesta e ha disposto la rettifica del dispositivo. La soluzione è stata semplice e chirurgica: ordinare la cancellazione (tecnicamente, l'”espunzione”) della parola “<>”, lasciando invariato tutto il resto del provvedimento. La Cancelleria è stata poi incaricata di eseguire materialmente la modifica sull’atto originale.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione si fonda sulla natura stessa dell’istituto della correzione dell’errore materiale. Questo strumento processuale è pensato proprio per emendare sviste, lapsus o errori di calcolo che non intaccano il percorso logico-giuridico che ha portato alla decisione. In questo caso, era palese che l’intenzione dei giudici fosse quella di condannare la persona fisica, e l’uso del termine “società” era un mero refuso. Ricorrere a un mezzo di impugnazione ordinario sarebbe stato sproporzionato e contrario ai principi di economia processuale. L’art. 391 bis c.p.c. fornisce la via più rapida ed efficiente per garantire che il provvedimento giudiziario sia formalmente corretto e pienamente eseguibile, ripristinando la coerenza tra la volontà del giudice e il testo scritto della decisione.

Conclusioni

Questo caso, nella sua semplicità, è emblematico dell’importanza della precisione formale negli atti giudiziari e dell’efficacia degli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione per sanare le imperfezioni. Una condanna alle spese rivolta a un soggetto inesistente o errato è, di fatto, ineseguibile. La procedura di correzione errore materiale permette di risolvere tali problemi rapidamente, assicurando che i diritti riconosciuti in una sentenza possano essere effettivamente tutelati. L’ordinanza ribadisce che la giustizia non è solo sostanza, ma anche forma, e che la cura dei dettagli è essenziale per la sua piena attuazione.

Che cos’è la procedura di correzione di errore materiale secondo quanto emerge dall’ordinanza?
È un procedimento legale, previsto dall’art. 391 bis c.p.c., che consente di rettificare errori evidenti (come sviste o refusi) in un provvedimento giudiziario senza modificarne la sostanza decisionale.

Qual era l’errore specifico che ha portato alla richiesta di correzione?
L’errore consisteva nell’aver indicato nel dispositivo di una precedente ordinanza che le spese legali erano a carico di una generica “società”, anziché della corretta persona fisica che era parte del giudizio.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte ha accolto la richiesta, ha riconosciuto l’errore e ha ordinato la correzione del dispositivo mediante la semplice cancellazione della parola errata “società”, lasciando invariato il resto del provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati