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Correzione errore materiale: come si rimedia?

La Corte di Cassazione interviene per rettificare un palese errore materiale in una sua precedente ordinanza. La liquidazione delle spese legali era stata indicata in ‘euro 8.00,00’ invece che in ‘euro 8.000,00’. Accogliendo il ricorso, la Corte ha disposto la correzione errore materiale, evidenziando come la svista fosse evidente dal valore della causa e dalle tariffe professionali applicabili. La decisione ripristina la corretta quantificazione e sottolinea l’importanza di questo strumento processuale per garantire la giustizia sostanziale.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione errore materiale: quando una virgola fa la differenza

Nel mondo del diritto, la precisione è tutto. Un semplice errore di battitura, una virgola fuori posto, può avere conseguenze economiche significative. Il nostro ordinamento, tuttavia, prevede uno strumento agile ed efficace per rimediare a queste sviste: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come funziona questo istituto, dimostrando come un errore da 8 euro sia stato prontamente rettificato al suo valore corretto di 8.000 euro.

I fatti del caso: un errore di battitura da migliaia di euro

La vicenda nasce da una precedente ordinanza della stessa Corte di Cassazione. In quel provvedimento, emesso per definire un contenzioso tra un privato e un ente comunale, la Corte aveva condannato una delle parti al pagamento delle spese legali. Tuttavia, nel dispositivo, l’importo liquidato era stato indicato in «euro 8.00,00», oltre accessori.

Apparve subito chiaro al legale della parte vittoriosa che si trattava di un refuso. Il valore della controversia, pari a oltre 138.000 euro, e le tariffe professionali forensi rendevano del tutto inverosimile una liquidazione di soli otto euro. L’importo corretto doveva evidentemente essere «euro 8.000,00». Di conseguenza, è stato presentato un ricorso specifico per chiedere la rettifica di quello che, a tutti gli effetti, era un palese errore materiale.

La procedura per la correzione errore materiale

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto il ricorso, attivando la procedura prevista dagli articoli 287 e 391-bis del Codice di Procedura Civile. Questa procedura permette di correggere errori di calcolo, omissioni o sviste materiali contenute nei provvedimenti del giudice, senza la necessità di impugnare la decisione nel merito. È uno strumento pensato per garantire l’efficienza e la rapidità della giustizia, evitando che meri errori formali costringano le parti a lunghi e costosi gradi di giudizio.

Le motivazioni

La Corte ha ritenuto l’errore palese e inconfutabile. Le motivazioni della decisione si basano su due elementi oggettivi: il valore dichiarato della controversia (euro 138.637,00) e la Tariffa professionale applicabile. Confrontando questi dati, era evidente che la liquidazione di «euro 8.00,00» fosse una semplice svista di digitazione e non il frutto di una valutazione di merito errata. La volontà del giudice era chiaramente quella di liquidare 8.000 euro, e la discrepanza era così manifesta da non lasciare spazio a dubbi. Pertanto, la Corte ha ordinato la correzione, disponendo che nel precedente provvedimento, dove era scritto «euro 8.00,00», si dovesse leggere «euro 8.000,00».

Conclusioni

Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, ribadisce un principio fondamentale: il processo deve tendere alla giustizia sostanziale, e gli strumenti procedurali, come la correzione errore materiale, sono essenziali per superare gli ostacoli formali che possono comprometterla. Per i cittadini e le imprese, ciò significa avere la garanzia che una semplice svista non possa pregiudicare un loro diritto. Per gli avvocati, è un monito all’attenzione ma anche la conferma di avere a disposizione un rimedio efficace per tutelare i propri assistiti. La decisione assicura che il diritto riconosciuto in giudizio trovi una sua corretta e integrale applicazione, anche economica.

Cos’è un errore materiale secondo la Corte di Cassazione?
È una svista puramente formale, come un errore di battitura o di calcolo, che emerge in modo evidente dal testo stesso del provvedimento giudiziario e non incide sul percorso logico seguito dal giudice per arrivare alla decisione. In questo caso, la scrittura di ‘8.00,00’ invece di ‘8.000,00’.

Come si può correggere un errore materiale in un’ordinanza?
Si può correggere attraverso una procedura specifica e semplificata, disciplinata dagli articoli del Codice di Procedura Civile (in particolare artt. 287 e 391-bis). Questa procedura permette al giudice stesso che ha emesso il provvedimento di rettificarlo, senza dover avviare un nuovo e complesso giudizio di impugnazione.

Perché la Corte ha ritenuto che l’importo corretto fosse 8.000 euro e non 8 euro?
La Corte ha basato la sua decisione su elementi oggettivi presenti negli atti: l’alto valore della causa (oltre 138.000 euro) e le tariffe professionali legali applicabili. Questi due fattori rendevano l’importo di 8 euro palesemente incongruo e l’importo di 8.000 euro quello corretto e logico, confermando che si trattava di una semplice svista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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