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Correzione errore materiale: come si modifica un ordine

La Corte di Cassazione accoglie un’istanza di correzione di errore materiale relativa a una sua precedente ordinanza. L’errore consisteva nell’errata indicazione dei nomi delle parti e nell’uso del singolare anziché del plurale nel dispositivo di condanna alle spese. La Corte ha ordinato la rettifica del provvedimento per ripristinare la coerenza e la correttezza formale, senza alterare la sostanza della decisione.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: L’Importanza della Precisione nei Provvedimenti Giudiziari

L’ordinamento giuridico prevede uno strumento specifico per rimediare a sviste e imprecisioni che possono insinuarsi negli atti giudiziari: la correzione errore materiale. Questo procedimento, disciplinato dal codice di procedura civile, consente di rettificare un provvedimento senza doverne intaccare la sostanza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come e perché questo istituto venga applicato, sottolineando l’importanza della precisione formale per la certezza del diritto.

I Fatti del Caso: Un Errore di Scrittura con Conseguenze

Un cittadino ha presentato un ricorso alla Suprema Corte per chiedere la correzione di una precedente ordinanza. L’istante lamentava due specifici errori materiali contenuti nel provvedimento:

1. Errata indicazione delle parti: Nel corpo del testo, i nomi delle parti resistenti, sebbene corretti nell’intestazione (epigrafe) dell’atto, erano riportati in un ordine errato.
2. Errore nel dispositivo: La parte finale dell’ordinanza, che statuisce la decisione del giudice, condannava alle spese “il ricorrente” al singolare, mentre le parti soccombenti erano in realtà tre.

Questi errori, sebbene apparentemente minori, creavano un’evidente discrasia all’interno dello stesso atto, potenzialmente fonte di incertezza nell’esecuzione del provvedimento.

La Decisione della Corte sulla Correzione Errore Materiale

La Corte di Cassazione, esaminata l’istanza, ha ritenuto il ricorso fondato e meritevole di accoglimento. I giudici hanno riconosciuto la presenza degli errori segnalati, qualificandoli appunto come ‘materiali’.

Di conseguenza, la Corte ha disposto la correzione dell’ordinanza originale nei seguenti termini:

– Che nel testo del provvedimento i nomi delle parti resistenti fossero indicati nell’ordine corretto, così come appariva nell’epigrafe.
– Che nel dispositivo la formula “condanna il ricorrente” fosse sostituita con “condanna le ricorrenti”, utilizzando correttamente il plurale.

Infine, è stato ordinato alla cancelleria di annotare la presente ordinanza di correzione sull’originale del provvedimento errato, come previsto dalla procedura.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si basa sulla palese evidenza degli errori. I giudici hanno constatato che l’intestazione dell’atto riportava correttamente le parti, ma un’incongruenza si era generata nel corpo del testo e, soprattutto, nel dispositivo. Un errore del genere non incide sulla volontà del giudice o sul contenuto sostanziale della decisione, ma ne inficia la chiarezza e la coerenza formale.

L’istituto della correzione errore materiale è stato concepito proprio per sanare queste situazioni. Si tratta di un procedimento di natura amministrativa, tanto che la Corte ha specificato di non procedere alla liquidazione delle spese, che non sono previste in questo tipo di procedura. L’obiettivo è ripristinare la corrispondenza tra il pensiero del giudice e la sua materiale estrinsecazione nel documento, eliminando sviste che non richiedono un nuovo giudizio di merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: la precisione formale degli atti giudiziari è essenziale per garantire la certezza dei rapporti giuridici. Un errore, anche se solo materiale, può generare dubbi interpretativi e ostacolare la corretta esecuzione di una decisione. Il procedimento di correzione permette di risolvere tali problemi in modo rapido ed efficiente, senza la necessità di impugnare il provvedimento. Per le parti coinvolte, ciò significa poter contare su un testo finale chiaro e inequivocabile, che riflette fedelmente la decisione del collegio giudicante.

Cosa si intende per errore materiale in un provvedimento giudiziario?
Per errore materiale si intende una svista puramente formale, come un errore di calcolo, di trascrizione o una discordanza tra diverse parti dell’atto, che non incide sul contenuto logico e giuridico della decisione del giudice.

Quali erano gli errori specifici corretti dalla Corte in questo caso?
Gli errori corretti erano due: l’inversione dei nomi di alcune parti nel corpo del testo rispetto all’intestazione e l’uso del termine “ricorrente” al singolare nel dispositivo di condanna alle spese, nonostante le parti soccombenti fossero tre.

La procedura di correzione modifica la decisione originale nel merito?
No, la procedura di correzione non altera in alcun modo la sostanza della decisione. Il suo unico scopo è emendare gli errori formali per rendere il testo del provvedimento coerente e corretto, senza riesaminare il merito della controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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