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Controllo a distanza: la Cassazione rinvia in udienza

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio a pubblica udienza di un caso riguardante il controllo a distanza dei lavoratori. La Corte ha ritenuto che le questioni sollevate, relative all’interpretazione dell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori post-Jobs Act, abbiano un’importanza tale da richiedere una trattazione approfondita e non una decisione in camera di consiglio, data la loro rilevanza nomofilattica.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Controllo a Distanza: la Cassazione Sceglie la Pubblica Udienza per le Nuove Norme

Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha stabilito che le nuove frontiere del controllo a distanza sui lavoratori meritano un’analisi approfondita in pubblica udienza. Questa decisione, pur non risolvendo il caso nel merito, segnala l’elevata importanza che i giudici supremi attribuiscono all’interpretazione delle norme modificate dal Jobs Act, in un contesto di continua evoluzione tecnologica e di necessari bilanciamenti tra esigenze aziendali e diritti dei dipendenti.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da una nota società operante nel settore dell’intrattenimento avverso una sentenza della Corte d’Appello. Al centro della controversia vi era l’applicazione dell’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, la norma che disciplina l’uso di impianti audiovisivi e altri strumenti dai quali può derivare la possibilità di un controllo a distanza dell’attività dei lavoratori. La questione verteva specificamente sull’interpretazione della norma così come novellata dall’articolo 23 del D.Lgs. n. 151/2015, parte della più ampia riforma nota come Jobs Act.

La Decisione della Corte e il Rilievo Nomofilattico del Controllo a Distanza

La Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva, ma un’ordinanza interlocutoria. In sostanza, ha ‘congelato’ il giudizio in camera di consiglio, una procedura più snella e rapida, per rinviare la causa a una pubblica udienza. La ragione di questa scelta risiede nel “rilievo nomofilattico” delle questioni sollevate. Questo termine tecnico indica che il caso presenta questioni di diritto di fondamentale importanza, la cui soluzione è necessaria per assicurare un’interpretazione uniforme e coerente della legge su tutto il territorio nazionale. La Corte ha ritenuto che i temi proposti andassero oltre le casistiche già esaminate in passato, rendendo indispensabile un dibattito pubblico e approfondito.

Le Motivazioni

La motivazione principale dietro il rinvio è la constatazione che i presupposti per una trattazione semplificata in sede camerale non sussistono. I giudici hanno evidenziato che le questioni sul controllo a distanza, alla luce della nuova normativa, pongono “temi ulteriori rispetto a quelli già affrontati”. La Corte, citando implicitamente la necessità di superare o integrare precedenti come la sentenza Cass. 25732/2021, riconosce che il quadro giuridico è complesso e in evoluzione. La decisione di passare a una pubblica udienza permette un confronto diretto e orale tra le parti, offrendo al collegio giudicante una visione più completa e sfaccettata prima di emanare una sentenza che, con ogni probabilità, diventerà un punto di riferimento per la giurisprudenza futura.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione, sebbene di natura procedurale, ha un’importante valenza pratica. Segnala a datori di lavoro, lavoratori e operatori del diritto che la materia del controllo a distanza è ancora fluida e richiede la massima cautela. La futura sentenza, che scaturirà dalla pubblica udienza, è destinata a fare chiarezza su aspetti cruciali della normativa, definendo in modo più netto i confini tra il legittimo esercizio del potere di controllo datoriale e la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore. Per ora, il messaggio è chiaro: la questione è troppo delicata per essere decisa in modo sbrigativo, e il massimo organo della giustizia italiana intende ponderare attentamente ogni suo aspetto.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte non ha deciso il merito della causa, ma ha stabilito che il caso non può essere trattato con la procedura semplificata della camera di consiglio e deve essere rinviato a una pubblica udienza per una discussione approfondita.

Perché il caso è stato rinviato a pubblica udienza?
Il caso è stato rinviato perché le questioni legali sollevate, relative all’interpretazione delle nuove norme sul controllo a distanza dei lavoratori, sono state ritenute di ‘rilievo nomofilattico’, ovvero così importanti e nuove da richiedere una decisione che possa fungere da precedente per garantire un’applicazione uniforme della legge.

Quali sono le conseguenze pratiche di questa decisione?
La conseguenza immediata è che la decisione finale sul caso è posticipata. A lungo termine, significa che la futura sentenza avrà un peso significativo e diventerà un punto di riferimento fondamentale per tutti i casi futuri riguardanti il bilanciamento tra il potere di controllo del datore di lavoro e la privacy dei dipendenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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