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Contribuzione figurativa: quando non si trasferisce

Un ex militare chiedeva il riconoscimento di un aumento di un terzo della contribuzione figurativa dopo il passaggio a un altro datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha negato tale diritto, stabilendo che questo beneficio è un trattamento di favore riservato a chi matura la pensione all’interno del servizio militare o civile dello Stato e non è trasferibile tramite ricongiunzione dei periodi contributivi a un’altra gestione previdenziale.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contribuzione Figurativa Militari: No al Trasferimento del Bonus

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale per molti lavoratori che transitano dal settore pubblico, in particolare dalle forze armate, al settore privato: la trasferibilità dei benefici contributivi. La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della contribuzione figurativa legata a periodi di servizio particolarmente gravosi, come le campagne militari, nel momento in cui si effettua la ricongiunzione dei contributi presso l’INPS. Il caso riguarda un ex appartenente alla Marina militare che, una volta passato a un altro datore di lavoro, si è visto negare il trasferimento dell’aumento di un terzo dell’anzianità di servizio.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, ex membro della Marina militare, si era rivolto al Tribunale per ottenere il riconoscimento, ai fini pensionistici, di un aumento figurativo pari a un terzo della durata del servizio prestato. Questo beneficio, previsto dalla normativa per i periodi di campagna, non era stato computato nella sua posizione assicurativa presso l’ente previdenziale dopo il passaggio al lavoro civile.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto la sua domanda, ordinando all’ente di accreditare la relativa contribuzione. Anche la Corte d’Appello aveva confermato questa decisione, sostenendo che il diritto alla ricongiunzione dei contributi includesse anche quelli figurativi. L’ente previdenziale, tuttavia, ha impugnato la sentenza, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica sulla Contribuzione Figurativa

Il nodo centrale della controversia era interpretare correttamente le norme sulla ricongiunzione dei contributi (in particolare il d.P.R. 1092/1973 e la L. 29/1979). La domanda era: l’aumento convenzionale dell’anzianità di servizio, previsto per i militari, è un diritto che ‘segue’ il lavoratore anche quando cambia mestiere e cassa previdenziale, o è un beneficio strettamente legato alla maturazione della pensione all’interno di quello specifico e gravoso rapporto di lavoro?

L’ente previdenziale sosteneva che la normativa escludesse la possibilità di trasferire tali aumenti figurativi per chi non avesse raggiunto il diritto alla pensione presso l’originario datore di lavoro. Si trattava quindi di stabilire se il beneficio avesse natura universale o fosse condizionato alla permanenza nel servizio originario fino al pensionamento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno affermato che l’aumento convenzionale dell’anzianità di servizio rappresenta un trattamento di favore, finalizzato a garantire una tutela particolare per la gravosità e i rischi di determinati servizi.

Questa scelta del legislatore, tuttavia, è circoscritta a presupposti precisi. Il beneficio, secondo la Corte, spetta solo ai militari e ai dipendenti civili che cessano dal servizio dopo aver acquisito il diritto alla pensione. Non si tratta di un’arbitraria disparità di trattamento, ma di una disciplina che tiene conto della diversità delle situazioni.

Per i lavoratori che, come nel caso in esame, lasciano il servizio prima di maturare i requisiti per la pensione, il legislatore ha previsto un’altra forma di tutela: la costituzione di una posizione assicurativa presso l’INPS, secondo le regole dell’assicurazione generale obbligatoria. In questo contesto, il conseguimento del diritto alla pensione non è un dato accidentale, ma un elemento cruciale che distingue le diverse fattispecie.

La Corte ha quindi dato continuità a un orientamento già consolidato, richiamando precedenti pronunce sia della Cassazione stessa che della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale. L’interpretazione corretta della normativa esclude che, ai fini della ricongiunzione, possano essere considerati periodi diversi da quelli di servizio effettivo, escludendo quindi gli aumenti figurativi come quello richiesto.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato la domanda originaria del lavoratore. La decisione stabilisce un principio chiaro: i benefici contributivi legati a particolari condizioni di servizio, come l’aumento di un terzo per le campagne militari, non sono ‘esportabili’ in un’altra gestione previdenziale tramite ricongiunzione se il lavoratore ha lasciato il servizio originario prima di maturare il diritto alla pensione. Tale beneficio è intrinsecamente legato al rapporto di lavoro per il quale è stato previsto e non può essere considerato un diritto acquisito da far valere in un contesto previdenziale differente. Le spese processuali sono state compensate, poiché l’orientamento giurisprudenziale si è consolidato solo dopo l’inizio della causa.

Un militare che passa al settore privato ha diritto al trasferimento dell’aumento di un terzo della contribuzione figurativa?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questo aumento è un beneficio concesso solo a chi matura il diritto alla pensione all’interno del servizio militare o civile dello Stato e non può essere trasferito tramite ricongiunzione se il servizio cessa prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici.

Perché la legge distingue tra chi matura la pensione in servizio e chi no?
La Corte ritiene che questa distinzione non sia incostituzionale né irragionevole. L’aumento è un “trattamento di favore” per compensare la particolare gravosità del servizio. Per chi non matura la pensione in quel contesto, il legislatore ha previsto la diversa tutela della costituzione di una posizione assicurativa presso la gestione generale, secondo le regole ordinarie.

Qual è il principio affermato dalla Corte di Cassazione in questa ordinanza?
Il principio è che gli aumenti contributivi figurativi, previsti per particolari servizi, non sono trasferibili nel processo di ricongiunzione dei contributi se il lavoratore non ha raggiunto il diritto alla pensione presso l’originario datore di lavoro. Rilevano solo i periodi di servizio effettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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