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Contributo solidarietà pensioni: Cassazione lo boccia

Una cassa di previdenza per professionisti aveva imposto un contributo di solidarietà sulla pensione di un suo iscritto. La Corte di Cassazione ha confermato l’illegittimità di tale prelievo, stabilendo che solo una legge dello Stato, e non un’autonoma delibera della Cassa, può introdurre una simile imposizione patrimoniale. È stato inoltre chiarito che il diritto del pensionato a richiedere la restituzione delle somme trattenute si prescrive in dieci anni e non in cinque. Di conseguenza, il ricorso della Cassa è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: Illegittimo Senza Legge

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia previdenziale: un contributo di solidarietà non può essere imposto dalle Casse di previdenza private in assenza di una specifica previsione di legge. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale a tutela dei pensionati, chiarendo i limiti del potere di autonomia degli enti previdenziali e i termini per la restituzione delle somme indebitamente trattenute.

I Fatti di Causa

Un professionista in pensione si era visto applicare dalla propria Cassa di previdenza un prelievo a titolo di contributo di solidarietà sul suo trattamento pensionistico. Ritenendo tale decurtazione illegittima, aveva adito le vie legali. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello gli avevano dato ragione, condannando la Cassa a restituire le somme trattenute dal gennaio 2011 al giugno 2022, oltre agli interessi. La Cassa di previdenza, non condividendo la decisione, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo la legittimità del proprio operato e contestando, in subordine, l’applicazione della prescrizione decennale in luogo di quella quinquennale.

L’Analisi della Corte sul Contributo di Solidarietà

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente le decisioni dei giudici di merito. Il fulcro della questione ruota attorno alla natura del contributo di solidarietà. I giudici hanno chiarito che tale prelievo rientra nel genere delle ‘prestazioni patrimoniali imposte’, la cui istituzione, secondo l’articolo 23 della Costituzione, è riservata esclusivamente alla legge.

Le Casse di previdenza privatizzate, pur godendo di autonomia gestionale, non hanno il potere di introdurre autonomamente prelievi di questa natura. Il loro potere, confermato da diverse normative (tra cui la L. 335/1995), è finalizzato ad adottare misure strutturali per garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine. Un contributo straordinario, provvisorio e limitato nel tempo come quello in questione non rientra in tale categoria. Il legislatore stesso, quando ha ritenuto necessario introdurre un contributo simile (con il D.L. 201/2011), lo ha fatto con un atto di legge, stabilendone presupposti e misura in modo imperativo, a riprova della riserva di legge in materia.

La Questione della Prescrizione: Decennale, non Quinquennale

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda il termine di prescrizione per la richiesta di rimborso. La Cassa sosteneva l’applicazione della prescrizione breve di cinque anni, tipica dei ratei di pensione. La Cassazione ha respinto questa tesi, ribadendo un principio consolidato. La prescrizione quinquennale si applica ai crediti liquidi ed esigibili, ovvero a somme che sono state messe a disposizione del creditore.

Nel caso di specie, il pensionato non ha mai avuto la disponibilità della quota di pensione indebitamente trattenuta. La sua azione legale non mira al pagamento di un rateo non versato, ma alla restituzione di una somma trattenuta senza titolo (ripetizione dell’indebito). Per questo tipo di azione, si applica l’ordinario termine di prescrizione decennale previsto dall’art. 2946 del codice civile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità sulla base dell’art. 360-bis, n. 1, c.p.c. Le decisioni dei giudici di merito erano infatti pienamente conformi alla giurisprudenza costante e consolidata della stessa Corte di Cassazione. I motivi di ricorso presentati dalla Cassa non hanno offerto argomenti nuovi o diversi tali da giustificare un ripensamento di questo orientamento. In sostanza, il potere delle Casse di assicurare la stabilità finanziaria non può spingersi fino a imporre prestazioni patrimoniali che solo la legge può prevedere. La Corte ha inoltre sottolineato che il legislatore ha mostrato di privilegiare misure strutturali di riequilibrio a lungo termine, relegando il contributo di solidarietà a strumento di extrema ratio, da applicare in misura predeterminata e con una chiara base legale, elementi entrambi assenti nella delibera della Cassa.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza il principio di legalità in materia di prestazioni patrimoniali. I pensionati vedono tutelato il loro diritto a non subire decurtazioni sui propri assegni che non siano espressamente previste da una legge dello Stato. La decisione chiarisce che l’autonomia delle Casse previdenziali, sebbene ampia, incontra un limite invalicabile nella riserva di legge costituzionalmente garantita. Infine, la conferma della prescrizione decennale per le azioni di restituzione offre ai pensionati un arco temporale adeguato per recuperare le somme illegittimamente prelevate, rafforzando la loro posizione giuridica.

Una Cassa di previdenza privata può imporre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che un contributo di solidarietà, avendo natura di prestazione patrimoniale imposta, può essere introdotto solo da una legge dello Stato, in virtù della riserva di legge prevista dall’art. 23 della Costituzione. Le Casse non hanno questo potere autonomo.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione del contributo di solidarietà illegittimamente trattenuto?
Il termine di prescrizione è quello ordinario di dieci anni. La Corte ha chiarito che non si tratta di un mancato pagamento di ratei di pensione (per cui varrebbe la prescrizione di cinque anni), ma di un’azione di restituzione di somme trattenute senza titolo (indebito), soggetta alla prescrizione decennale.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della Cassa inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la decisione della Corte d’Appello era già conforme alla giurisprudenza consolidata della stessa Corte di Cassazione. I motivi presentati dalla Cassa non hanno introdotto elementi nuovi o validi per indurre la Corte a riconsiderare il proprio orientamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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