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Contributo solidarietà: illegittimo se non per legge

La Corte di Cassazione ha confermato l’illegittimità del contributo di solidarietà applicato da una cassa previdenziale privata sulle pensioni. La Corte ha stabilito che, essendo una prestazione patrimoniale imposta, tale prelievo può essere introdotto solo da una legge e non da un atto autonomo dell’ente, in rispetto del principio di riserva di legge sancito dall’art. 23 della Costituzione. Di conseguenza, la cassa è stata condannata a restituire le somme illegittimamente trattenute.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: No al Prelievo senza Legge

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: un contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici non può essere introdotto da una semplice delibera di una cassa previdenziale privata, ma richiede un intervento del legislatore. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale a tutela dei diritti dei pensionati e chiarisce i limiti dell’autonomia gestionale degli enti di previdenza.

I Fatti del Caso

Una Cassa di Previdenza per professionisti aveva introdotto, attraverso proprie delibere, un prelievo a titolo di contributo di solidarietà sulle pensioni erogate ai suoi iscritti. Gli eredi di un pensionato defunto, ritenendo illegittima tale trattenuta, hanno agito in giudizio per ottenerne la restituzione.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione agli eredi, dichiarando l’illegittimità del prelievo e condannando la Cassa a restituire le somme indebitamente percepite, quantificate in oltre 46.000 Euro. La motivazione dei giudici di merito si fondava sull’idea che l’imposizione di una prestazione patrimoniale, quale è il contributo in esame, è prerogativa esclusiva della legge. La Cassa previdenziale, non convinta, ha quindi proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della Cassa, confermando integralmente le sentenze dei gradi precedenti. I giudici hanno smontato uno per uno i motivi di ricorso, ribadendo con fermezza che l’autonomia gestionale riconosciuta alle casse previdenziali privatizzate non si estende fino al punto di poter imporre prestazioni patrimoniali in assenza di una base legale.

Le Motivazioni della Sentenza: il Principio di Riserva di Legge

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 23 della Costituzione, secondo cui “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”.

La Cassazione ha chiarito che il contributo di solidarietà è, a tutti gli effetti, una “prestazione patrimoniale imposta”. Esso non è un contributo previdenziale in senso stretto, ma una trattenuta operata su un trattamento pensionistico già maturato e determinato. Come tale, la sua introduzione deve rispettare il principio di riserva di legge. Un atto deliberativo di un ente privato, sebbene vigilato dallo Stato, non ha la forza di una legge e non può quindi istituire un simile prelievo.

La Corte ha inoltre specificato che l’autonomia delle Casse, pur finalizzata a garantire l’equilibrio di bilancio e la stabilità della gestione, non può spingersi fino a violare principi costituzionali. L’obiettivo di sostenibilità finanziaria, per quanto importante, deve essere perseguito con gli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione, senza invadere la sfera di competenza esclusiva del Parlamento.

Inapplicabilità delle Norme Speciali e Prescrizione Decennale

La Cassa ricorrente aveva tentato di giustificare il proprio operato invocando normative speciali, come l’art. 24 del D.L. 201/2011 (la cosiddetta “Riforma Fornero”), che prevedeva un contributo di solidarietà temporaneo dell’1% in caso di inerzia degli enti nel adottare misure di riequilibrio. La Corte ha respinto anche questa argomentazione, sottolineando che tale norma si applicava solo a condizioni specifiche (mancata adozione di provvedimenti entro una certa data) che nel caso di specie non si erano verificate. Anzi, la Cassa aveva agito, ma in modo ritenuto illegittimo.

Infine, è stato affrontato il tema della prescrizione. La Cassa sosteneva l’applicazione del termine breve di cinque anni, ma la Corte ha confermato che l’azione di restituzione di somme indebitamente trattenute (azione di ripetizione dell’indebito) è soggetta all’ordinario termine di prescrizione decennale.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rappresenta un importante baluardo a difesa dei diritti quesiti dei pensionati. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Limite all’Autonomia delle Casse: Gli enti previdenziali privati non possono ridurre unilateralmente i trattamenti pensionistici in essere attraverso l’imposizione di contributi di solidarietà non previsti da una legge.
2. Tutela per i Pensionati: I pensionati che hanno subito trattenute simili, basate unicamente su delibere interne degli enti, possono avere diritto alla restituzione delle somme.
3. Certezza del Diritto: Viene riaffermata la gerarchia delle fonti del diritto e un principio cardine dello Stato di diritto, garantendo che i sacrifici economici possano essere imposti ai cittadini solo attraverso un atto democratico per eccellenza, quale è la legge del Parlamento.

Una Cassa previdenziale privata può imporre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che un contributo di solidarietà è una prestazione patrimoniale imposta e, in base all’art. 23 della Costituzione, può essere introdotto solo da una legge. Una delibera della Cassa non è sufficiente.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione di un contributo di solidarietà illegittimo?
L’azione per la restituzione delle somme trattenute illegittimamente a titolo di contributo di solidarietà è soggetta alla prescrizione ordinaria decennale, e non a quella quinquennale.

Il potere autonomo delle Casse privatizzate permette di derogare al principio di riserva di legge?
No. L’autonomia gestionale riconosciuta alle Casse, finalizzata ad assicurare l’equilibrio di bilancio, non le autorizza a violare principi costituzionali come la riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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