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Contributo solidarietà: illegittimo se imposto da Casse

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20701/2024, ha stabilito che una cassa di previdenza privatizzata non può imporre autonomamente un contributo di solidarietà su pensioni già in essere. Tale prelievo, qualificabile come prestazione patrimoniale imposta, è materia di riserva di legge e non può essere introdotto da fonti regolamentari dell’ente. La Corte ha inoltre confermato che il diritto alla restituzione delle somme illegittimamente trattenute si prescrive in dieci anni e non in cinque.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: No al Prelievo Imposto dalle Casse Private

La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito un principio fondamentale in materia previdenziale: il contributo di solidarietà non può essere imposto autonomamente dalle Casse di previdenza privatizzate sui trattamenti pensionistici già liquidati. Con una chiara ordinanza, i giudici hanno sottolineato come un simile prelievo, avendo natura di prestazione patrimoniale imposta, rientri nella riserva di legge prevista dalla Costituzione. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da una Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per professionisti contro la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato illegittimo il prelievo effettuato a titolo di contributo di solidarietà sulla pensione di un iscritto. I giudici di merito avevano condannato l’ente a restituire agli eredi del pensionato le somme trattenute in un arco temporale che andava dal 2004 al 2017, ritenendo che la Cassa non avesse il potere di introdurre una simile trattenuta su un trattamento già determinato.

La Cassa ha impugnato la decisione in Cassazione, sostenendo che la sua autonomia gestionale le consentisse di adottare tali misure per garantire l’equilibrio di bilancio. In subordine, ha contestato il termine di prescrizione applicato (decennale anziché quinquennale) e ha chiesto che, in caso di illegittimità del proprio contributo, venisse applicato quello previsto dalla legge statale per il biennio 2012-2013.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso della Cassa, confermando un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. I giudici hanno chiarito i limiti dell’autonomia normativa degli enti previdenziali privatizzati, ribadendo la distinzione tra la modifica dei criteri di calcolo della pensione e l’imposizione di un prelievo su trattamenti già in essere.

Illegittimità del Contributo di Solidarietà Imposto dalla Cassa

Il punto centrale della decisione riguarda la natura del contributo di solidarietà. La Cassazione ha spiegato che, al di là del nome, tale prelievo non agisce sui criteri di determinazione della pensione (come la variazione delle aliquote contributive o dei coefficienti di rendimento), ma si configura come una vera e propria prestazione patrimoniale imposta su un diritto già acquisito.

Secondo l’art. 23 della Costituzione, nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. L’autonomia concessa alle Casse privatizzate non può spingersi fino a derogare a questo principio fondamentale. Pertanto, solo il legislatore statale, e non un regolamento interno della Cassa, può introdurre un prelievo di questo tipo.

Prescrizione Decennale per la Restituzione delle Somme

Un altro aspetto cruciale affrontato dalla Corte è il termine di prescrizione per l’azione di recupero delle somme indebitamente trattenute. La Cassa sosteneva l’applicazione della prescrizione breve di cinque anni, tipica dei ratei di pensione.

La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo che la controversia non riguarda singoli ratei non pagati, ma il diritto stesso alla corretta quantificazione della pensione, illegittimamente decurtata da un prelievo non dovuto. L’azione del pensionato (e dei suoi eredi) è volta a far accertare l’illegittimità della trattenuta e a ottenere la restituzione di un indebito. Tale azione è soggetta al termine di prescrizione ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.).

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su una solida base costituzionale e sulla costante interpretazione della normativa che regola le Casse privatizzate (D.Lgs. 509/1994 e L. 335/1995). I giudici hanno affermato che l’autonomia degli enti previdenziali è finalizzata a garantire l’equilibrio gestionale attraverso interventi sui meccanismi di calcolo delle future pensioni, nel rispetto del principio pro rata. Questa autonomia, tuttavia, non conferisce un potere impositivo assimilabile a quello dello Stato. Imporre una trattenuta su pensioni già liquidate non è uno strumento di riequilibrio finanziario consentito, ma un prelievo forzoso che esula dalle competenze dell’ente. La Corte ha inoltre escluso l’applicabilità del contributo statale del 2011, poiché previsto solo in caso di inerzia della Cassa nell’adottare misure di riequilibrio, condizione non verificatasi nel caso di specie, dato che l’ente aveva agito, sebbene in modo illegittimo.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza la tutela dei pensionati contro prelievi non previsti dalla legge. Si conferma che l’autonomia delle Casse professionali, per quanto ampia, incontra un limite invalicabile nella riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte. I pensionati che hanno subito trattenute a titolo di contributo di solidarietà sulla base di soli regolamenti interni degli enti hanno diritto a richiederne la restituzione, potendo contare su un termine di prescrizione decennale per far valere i propri diritti.

Una Cassa di previdenza privata può imporre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un contributo di solidarietà su pensioni già determinate è una prestazione patrimoniale imposta. In base all’art. 23 della Costituzione, solo una legge dello Stato può introdurre un simile prelievo, non un regolamento interno di una Cassa.

Qual è il termine di prescrizione per chiedere la restituzione delle somme trattenute illegittimamente a titolo di contributo di solidarietà?
Il termine di prescrizione è quello ordinario di dieci anni. La richiesta non riguarda il pagamento di singoli ratei di pensione (soggetti a prescrizione di cinque anni), ma la restituzione di somme indebitamente prelevate, un’azione che si prescrive in dieci anni.

Perché non è stato applicato il contributo di solidarietà previsto dalla legge statale per il biennio 2012-2013?
La legge statale (art. 24, d.l. n. 201/2011) prevedeva l’applicazione di un contributo sostitutivo solo nel caso in cui la Cassa fosse rimasta inerte, ossia non avesse adottato misure per assicurare il proprio equilibrio finanziario entro una certa data. Nel caso specifico, la Cassa aveva agito, sebbene con delibere poi giudicate illegittime. La successiva dichiarazione di illegittimità non può essere equiparata a una condizione di inerzia iniziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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