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Contributo di solidarietà: quando è illegittimo?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza professionale contro la sentenza che aveva giudicato illegittimo il contributo di solidarietà applicato sulla pensione di un iscritto. La Corte ha ribadito che qualsiasi prelievo patrimoniale, inclusi i contributi di questo tipo, deve avere un fondamento univoco nella legge e non può essere introdotto autonomamente dalla Cassa. Inoltre, è stato confermato che il diritto alla restituzione delle somme trattenute si prescrive in dieci anni e non in cinque.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: la Cassazione fissa i paletti

L’imposizione di un contributo di solidarietà sulle pensioni da parte delle Casse di previdenza private è un tema di grande attualità, che tocca da vicino i diritti dei professionisti. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla questione, ribadendo un principio fondamentale: nessun prelievo può essere imposto senza una chiara e specifica base legale. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale a tutela dei pensionati, definendo con precisione i limiti del potere autonomo degli enti previdenziali.

I Fatti del Caso

Un professionista in pensione si è visto applicare sul proprio trattamento previdenziale un prelievo a titolo di contributo di solidarietà da parte della sua Cassa di previdenza di categoria. Ritenendo tale trattenuta illegittima, ha adito le vie legali. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al pensionato, dichiarando l’illegittimità del prelievo e condannando la Cassa a restituire le somme indebitamente trattenute a partire dal 18 gennaio 2012. La Cassa di previdenza, non condividendo la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo la legittimità del proprio operato in virtù della sua autonomia gestionale e della necessità di garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della Cassa inammissibile, confermando di fatto la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno fondato la loro decisione su una giurisprudenza ormai consolidata, secondo cui l’autonomia delle Casse privatizzate non si estende fino al punto di poter imporre prestazioni patrimoniali senza una specifica previsione di legge. Il ricorso è stato quindi respinto sulla base di principi già affermati in numerose altre sentenze, rendendo la questione non meritevole di un’ulteriore trattazione nel merito.

Le motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 23 della Costituzione, il quale stabilisce che “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”.

Illegittimità del Contributo di Solidarietà senza base legale

La Suprema Corte ha ribadito che il contributo di solidarietà rientra a pieno titolo nel genere delle prestazioni patrimoniali imposte. Di conseguenza, solo il legislatore ha il potere di introdurlo, fissandone gli elementi essenziali. Le Casse di previdenza, pur avendo il compito di assicurare l’equilibrio finanziario a lungo termine, non possono autonomamente decidere di imporre un simile prelievo. La finalità di stabilità finanziaria, infatti, deve essere perseguita con misure strutturali e non con contributi straordinari e temporanei, la cui natura provvisoria non è idonea a garantire equilibri di lungo periodo. La Corte ha sottolineato che il potere delle Casse è finalizzato ad adottare atti che assicurino tale equilibrio, ma un prelievo straordinario come il contributo di solidarietà non rientra in questa categoria, proprio per il suo carattere provvisorio e limitato nel tempo.

La Prescrizione è Decennale

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda il termine di prescrizione per la restituzione delle somme indebitamente trattenute. La Cassa sosteneva l’applicazione del termine breve di cinque anni, tipico delle prestazioni periodiche. La Cassazione, invece, ha confermato l’orientamento secondo cui si applica il termine ordinario di dieci anni (prescrizione decennale). La motivazione è che il diritto del pensionato non riguarda le singole rate non pagate, ma il diritto a ricevere l’intera prestazione pensionistica senza la decurtazione illegittima. Poiché il pensionato ha potuto riscuotere solo la pensione in misura ridotta, il suo credito per la parte mancante non era né liquido né esigibile, condizioni necessarie per far decorrere la prescrizione quinquennale. Pertanto, il diritto alla restituzione si prescrive nel termine più lungo di dieci anni.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante conferma a tutela dei diritti dei pensionati iscritti alle Casse professionali. Essa stabilisce in modo inequivocabile che l’autonomia degli enti previdenziali non è assoluta, ma trova un limite invalicabile nei principi costituzionali, in particolare nella riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali. I professionisti vedono così rafforzata la loro posizione: qualsiasi prelievo sulla loro pensione, come il contributo di solidarietà, deve essere esplicitamente previsto da una norma di legge. In assenza di tale norma, le trattenute sono illegittime e le somme possono essere richieste in restituzione entro il termine di dieci anni. Questa decisione serve da monito per le Casse di previdenza, che dovranno perseguire l’equilibrio dei conti attraverso misure strutturali conformi alla legge, senza ricorrere a prelievi non autorizzati dal legislatore.

Una Cassa di previdenza privata può imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un prelievo di questo tipo rientra tra le prestazioni patrimoniali imposte e, in base all’art. 23 della Costituzione, può essere introdotto solo da una legge dello Stato, non da una delibera autonoma della Cassa.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione di un contributo di solidarietà illegittimamente trattenuto?
Il termine di prescrizione è quello ordinario di dieci anni. La Corte ha chiarito che non si applica il termine breve di cinque anni perché il diritto del pensionato è quello di ricevere la prestazione pensionistica completa, e la parte trattenuta non era mai diventata liquida ed esigibile.

Perché il potere delle Casse di assicurare l’equilibrio finanziario non giustifica l’imposizione del contributo di solidarietà?
Perché l’obiettivo di garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine deve essere raggiunto con misure strutturali. Un contributo di solidarietà, per sua natura, è una misura provvisoria e limitata nel tempo, e quindi non è lo strumento idoneo a consolidare la stabilità finanziaria a lungo termine dell’ente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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