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Contributo di solidarietà: la Cassazione lo boccia

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cassa previdenziale che aveva applicato un contributo di solidarietà sulle pensioni dei suoi iscritti. La Corte ha confermato che tale prelievo, avendo natura di prestazione patrimoniale imposta, non può essere introdotto autonomamente dalla cassa ma richiede una specifica previsione di legge. È stato inoltre ribadito che il diritto al rimborso si prescrive in dieci anni e che gli interessi decorrono dalla data di ogni singola trattenuta illegittima.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Il Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: La Cassazione Conferma l’Illegittimità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla questione del contributo di solidarietà applicato dalle casse previdenziali private. La decisione conferma un orientamento ormai consolidato: un simile prelievo è illegittimo se non previsto da una specifica norma di legge. Questa pronuncia ribadisce la tutela dei diritti dei pensionati e chiarisce i limiti dell’autonomia regolamentare degli enti previdenziali.

Il Fatto

Un professionista pensionato si era visto applicare dalla propria Cassa di previdenza una trattenuta mensile sulla pensione, definita come “contributo di solidarietà”. Ritenendo tale prelievo illegittimo, il pensionato ha agito in giudizio per ottenerne la cessazione e la restituzione di quanto indebitamente versato nel decennio precedente. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello gli hanno dato ragione, affermando che la Cassa non aveva il potere di imporre tale contributo in assenza di una base legale. La Cassa ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della Cassa previdenziale inammissibile, confermando integralmente la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno respinto tutti i motivi di ricorso presentati dall’ente, basando la loro decisione su principi giuridici ormai consolidati dalla giurisprudenza.

Le motivazioni del rigetto del contributo di solidarietà

La Corte ha smontato le argomentazioni della Cassa punto per punto. In primo luogo, ha ribadito che l’autonomia gestionale e regolamentare concessa alle casse previdenziali privatizzate non è illimitata. Essa consente di modificare le aliquote contributive o i criteri di calcolo della pensione, ma non di introdurre una prestazione patrimoniale imposta come il contributo di solidarietà. Quest’ultimo, infatti, incide su un trattamento pensionistico già quantificato e attribuito, e per sua natura necessita della cosiddetta “riserva di legge”, prevista dall’articolo 23 della Costituzione. Senza una legge del Parlamento che lo autorizzi, nessun ente può imporlo.

Prescrizione e Interessi: Ulteriori Chiarimenti

La Cassazione ha affrontato anche due aspetti tecnici di grande importanza pratica.
1. Prescrizione: La Cassa sosteneva che il diritto al rimborso si sarebbe dovuto prescrivere in cinque anni. La Corte ha invece confermato che si applica la prescrizione ordinaria di dieci anni. La prescrizione breve di cinque anni vale per le rate di pensione non pagate, ma in questo caso la controversia riguardava il diritto stesso a ottenere una pensione ricalcolata senza la trattenuta illegittima. Si tratta quindi di un’azione volta a rideterminare l’esatto ammontare della prestazione, soggetta al termine decennale.
2. Decorrenza degli interessi: La Corte ha stabilito che gli interessi sulle somme da restituire decorrono dalla data di ogni singolo prelievo illegittimo e non dalla data della domanda di rimborso. Questo perché i crediti previdenziali sono considerati unitari e gli accessori, come gli interessi, ne sono una componente essenziale fin dal momento in cui sorge il diritto.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza la posizione dei pensionati nei confronti delle casse previdenziali. Viene stabilito in modo inequivocabile che il contributo di solidarietà non può essere una decisione unilaterale dell’ente, ma deve avere un fondamento legislativo. Questa decisione non solo garantisce il diritto dei pensionati a ricevere l’intero importo della loro prestazione, ma stabilisce anche termini chiari per l’azione di rimborso (dieci anni) e per il calcolo degli accessori, assicurando una tutela completa contro prelievi ritenuti illegittimi.

Una cassa previdenziale privata può imporre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il contributo di solidarietà è una prestazione patrimoniale imposta e, come tale, necessita di una base legale specifica (riserva di legge, art. 23 Cost.). L’autonomia regolamentare delle casse non si estende fino a questo punto.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere il rimborso dei contributi di solidarietà illegittimi?
Il diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute si prescrive nel termine ordinario di dieci anni, come previsto dall’art. 2946 del codice civile, e non nel termine breve di cinque anni.

Da quando decorrono gli interessi sulle somme che la cassa deve rimborsare al pensionato?
Gli interessi legali decorrono dalla data di maturazione del diritto, che coincide con la data in cui è stata effettuata ogni singola trattenuta illegittima, e non dalla data della richiesta formale di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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