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Contributo di solidarietà illegittimo senza legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza privata ai suoi pensionati. La decisione si fonda sul principio della riserva di legge sancito dall’art. 23 della Costituzione, secondo cui solo una legge dello Stato può introdurre prestazioni patrimoniali obbligatorie. La Corte ha confermato il diritto del pensionato alla restituzione delle somme trattenute, con prescrizione decennale, e ha condannato la cassa per aver intentato un ricorso inammissibile contro un orientamento giurisprudenziale consolidato.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di solidarietà: la Cassazione conferma l’illegittimità se imposto senza legge

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale a tutela dei diritti dei pensionati: il contributo di solidarietà non può essere imposto dalle casse di previdenza private attraverso i propri regolamenti interni. Tale prelievo, costituendo una prestazione patrimoniale obbligatoria, necessita di una base legale solida, ovvero una legge dello Stato, in ossequio al principio costituzionale della riserva di legge.

I fatti del caso

Un dottore commercialista in pensione si è visto applicare sul proprio trattamento previdenziale un contributo di solidarietà introdotto con delibera dalla sua Cassa di previdenza di categoria. Ritenendo illegittimo tale prelievo, in quanto non previsto da una norma di legge, ha adito le vie legali per ottenerne l’annullamento e la restituzione delle somme indebitamente trattenute.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al professionista, dichiarando l’illegittimità del contributo e condannando l’ente previdenziale alla restituzione degli importi, nel limite della prescrizione decennale. La Cassa ha quindi proposto ricorso per Cassazione, sostenendo la legittimità del proprio operato in virtù della sua autonomia gestionale, finalizzata a garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito e consolidando il proprio orientamento in materia.

Illegittimità del contributo di solidarietà per violazione della riserva di legge

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 23 della Costituzione, il quale stabilisce che “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”. La Corte ha chiarito che il contributo di solidarietà, anche se finalizzato a scopi meritevoli come la stabilità del sistema, è a tutti gli effetti una prestazione patrimoniale imposta. Pertanto, la sua introduzione non può avvenire tramite atti di autonomia regolamentare di un ente privato, seppur vigilato da Ministeri. L’autonomia delle casse previdenziali, pur riconosciuta dalla legge (D.Lgs. 509/1994), non è assoluta (non est legibus soluta) e incontra un limite invalicabile nei principi costituzionali.

L’autonomia delle casse e il rispetto del principio pro rata

Gli Ermellini hanno precisato che gli strumenti a disposizione delle casse per assicurare l’equilibrio di bilancio sono tipizzati dalla legge e includono la variazione delle aliquote contributive o dei coefficienti di rendimento. L’introduzione di un prelievo esterno su un trattamento pensionistico già maturato e quantificato, invece, esula da questi poteri. Una simile trattenuta incide su un diritto quesito e si pone in contrasto con il principio del pro rata, che lega l’importo della pensione ai contributi versati.

La prescrizione per la restituzione è decennale

Un altro punto fondamentale affrontato dalla Corte riguarda il termine di prescrizione per l’azione di restituzione delle somme. La Cassa ricorrente sosteneva l’applicazione del termine breve di cinque anni, previsto per i ratei di pensione. La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che la domanda non ha ad oggetto ratei non pagati, ma la restituzione di somme indebitamente trattenute. Si tratta quindi di un’azione di ripetizione dell’indebito, soggetta al termine di prescrizione ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.).

Le conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione rafforza la tutela dei diritti acquisiti dei pensionati, ponendo un chiaro limite all’autonomia gestionale delle casse previdenziali privatizzate. Viene riaffermato che la necessità di garantire la sostenibilità dei conti non può giustificare la violazione di principi costituzionali cardine come la riserva di legge in materia di imposizioni patrimoniali. La pronuncia serve anche da monito per gli enti che intraprendono azioni legali contro orientamenti giurisprudenziali ormai consolidati, evidenziando il rischio di condanne per lite temeraria, come avvenuto nel caso di specie con la condanna della Cassa al pagamento di ulteriori somme ai sensi dell’art. 96 c.p.c.

Una Cassa di previdenza privata può imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No, non può farlo autonomamente. Secondo la Corte di Cassazione, l’imposizione di una prestazione patrimoniale obbligatoria, come un contributo di solidarietà, è coperta dalla riserva di legge prevista dall’art. 23 della Costituzione e richiede quindi una legge formale dello Stato.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione del contributo di solidarietà illegittimamente trattenuto?
Il termine di prescrizione è quello ordinario di dieci anni, come stabilito dall’art. 2946 del codice civile. Non si applica il termine di cinque anni previsto per i ratei di pensione, poiché la richiesta riguarda la restituzione di somme indebitamente prelevate e non il pagamento di ratei scaduti.

Cosa significa che l’autonomia gestionale delle Casse privatizzate non è ‘legibus soluta’?
Significa che la loro autonomia non è assoluta o svincolata dal rispetto delle leggi. Sebbene possano adottare provvedimenti per garantire l’equilibrio di bilancio, non possono violare principi costituzionali fondamentali, come la riserva di legge, né derogare a norme primarie dello Stato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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