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Contributo di solidarietà: illegittimo senza legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza privata, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà trattenuto sulle pensioni. La Corte ha ribadito che, in assenza di una specifica norma di legge, le Casse non hanno il potere di imporre tali prelievi, che configurano una prestazione patrimoniale soggetta a riserva di legge. La prescrizione per la restituzione è decennale.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà: Illegittimo se Imposto dalle Casse Private Senza Legge

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio cruciale in materia previdenziale: l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto autonomamente dalle Casse di previdenza private sui trattamenti pensionistici. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale a tutela dei diritti dei pensionati, chiarendo i limiti del potere regolamentare degli enti previdenziali privatizzati.

I Fatti del Caso

Un professionista pensionato si era rivolto al tribunale per contestare le trattenute effettuate dalla sua Cassa di previdenza a titolo di ‘contributo di solidarietà’ sui ratei di pensione maturati. La Corte d’Appello, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva dato ragione al pensionato, dichiarando illegittime tali trattenute. La motivazione dei giudici di merito era chiara: la Cassa non poteva applicare il contributo in assenza di una specifica norma di legge che lo autorizzasse, come invece richiesto dall’articolo 23 della Costituzione. La Cassa di previdenza, non condividendo la decisione, ha presentato ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della Cassa di previdenza inammissibile. La decisione si basa sull’articolo 360-bis, n. 1, del codice di procedura civile, che consente di definire rapidamente i ricorsi quando la sentenza impugnata è conforme alla giurisprudenza consolidata della stessa Corte e il ricorrente non offre argomenti validi per un cambio di orientamento. In sostanza, la Cassazione ha ritenuto che la questione fosse già stata ampiamente decisa in passato e che le argomentazioni della Cassa non fossero sufficienti a rimettere in discussione un principio ormai pacifico.

Le Motivazioni della Cassazione sul Contributo di Solidarietà

Il cuore della decisione risiede nella riaffermazione di principi fondamentali del nostro ordinamento. Le motivazioni della Corte possono essere così sintetizzate:

1. Riserva di Legge: Il contributo di solidarietà ha la natura di prestazione patrimoniale imposta ai sensi dell’art. 23 della Costituzione. Come tale, è soggetto a una ‘riserva di legge’, il che significa che solo una legge dello Stato può introdurre un simile prelievo, non un atto regolamentare di una Cassa privata.

2. Limiti all’Autonomia delle Casse: L’autonomia regolamentare concessa alle Casse di previdenza privatizzate (ai sensi del D.Lgs. 509/1994 e della Legge 335/1995) è circoscritta. Esse possono modificare le aliquote contributive o i criteri di calcolo della pensione per garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine, ma non possono introdurre una trattenuta su pensioni già maturate e quantificate. Un tale prelievo, infatti, non rientra nei ‘criteri di determinazione del trattamento pensionistico’.

3. Prescrizione Decennale: La Corte ha respinto la tesi della Cassa secondo cui il diritto alla restituzione delle somme si prescriverebbe in cinque anni. Poiché la controversia riguarda la corretta quantificazione dell’intera prestazione pensionistica (riliquidazione), si applica la prescrizione ordinaria decennale (art. 2946 c.c.) e non quella breve prevista per i singoli ratei.

4. Decorrenza degli Interessi: È stato confermato che gli interessi legali sulle somme da restituire al pensionato devono essere calcolati dalla data di ogni singolo prelievo illegittimo, e non dalla successiva data della richiesta di pagamento. Questo perché i crediti previdenziali hanno natura unitaria e gli interessi sono una componente essenziale della prestazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un punto fermo a tutela dei pensionati iscritti alle Casse professionali private. La decisione chiarisce che l’esigenza di assicurare l’equilibrio finanziario degli enti non può giustificare l’introduzione di prelievi forzosi sui trattamenti pensionistici in violazione dei principi costituzionali. I pensionati che hanno subito trattenute a titolo di contributo di solidarietà non previste da una legge hanno quindi il diritto di chiederne la restituzione, tenendo presente che tale diritto si prescrive in dieci anni. Per le Casse di previdenza, invece, la sentenza ribadisce la necessità di operare sempre nel perimetro della legalità, utilizzando gli strumenti normativi a loro disposizione senza invadere la sfera riservata al legislatore.

Una Cassa di previdenza privata può imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No, non può farlo autonomamente. Essendo una prestazione patrimoniale imposta, richiede una base in una specifica norma di legge, in virtù del principio di riserva di legge sancito dall’art. 23 della Costituzione.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione delle somme trattenute illegittimamente a titolo di contributo di solidarietà?
Il termine di prescrizione è quello ordinario di dieci anni (decennale), come previsto dall’art. 2946 del codice civile, perché la richiesta riguarda la riliquidazione dell’importo della pensione e non il pagamento di singoli ratei.

Da quando decorrono gli interessi sulle somme da restituire al pensionato?
Gli interessi legali decorrono dalla data di ogni singolo prelievo illegittimo effettuato dalla Cassa, e non dalla data della richiesta di pagamento, fino al momento dell’effettivo saldo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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