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Contributo di solidarietà: illegittimo se non per legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cassa di previdenza privata contro la sentenza che annullava l’imposizione di un contributo di solidarietà sulla pensione di un iscritto. La Corte ha ribadito che l’introduzione di prelievi obbligatori è una prerogativa esclusiva del legislatore, non rientrando nei poteri autonomi degli enti previdenziali, confermando l’illegittimità della trattenuta e il diritto del pensionato alla restituzione delle somme.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di solidarietà sulle pensioni: la Cassazione ribadisce la riserva di legge

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio fondamentale in materia previdenziale: l’introduzione di un contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici è una prerogativa esclusiva dello Stato e non può essere deliberata autonomamente dalle casse di previdenza private. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale a tutela dei diritti dei pensionati e chiarisce i limiti del potere degli enti previdenziali.

I fatti del caso

La vicenda trae origine dalla decisione di una Cassa Nazionale di Previdenza per professionisti di applicare una trattenuta a titolo di contributo di solidarietà sulla pensione di un proprio iscritto. Il pensionato si è opposto a tale prelievo, ritenendolo illegittimo, e ha ottenuto ragione sia in primo grado, presso il Tribunale, sia in secondo grado, davanti alla Corte d’Appello. Entrambi i giudici di merito hanno dichiarato l’illegittimità della trattenuta e condannato la Cassa alla restituzione delle somme indebitamente prelevate.
Nonostante le due sentenze conformi, la Cassa di previdenza ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo di avere il potere di introdurre tali misure per garantire l’equilibrio di bilancio e la stabilità della gestione, in virtù della propria autonomia.

La decisione della Corte di Cassazione e il contributo di solidarietà

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della Cassa inammissibile, confermando in via definitiva la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno ritenuto che i motivi del ricorso si ponessero in contrasto con un principio ormai consolidato e indiscutibile del nostro ordinamento giuridico.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la propria decisione sul principio della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte, sancito dall’articolo 23 della Costituzione. Secondo tale principio, nessun prelievo economico obbligatorio può essere introdotto se non attraverso una legge dello Stato. Il contributo di solidarietà, essendo a tutti gli effetti una prestazione patrimoniale imposta, rientra in questa categoria.
La Cassazione ha chiarito che, sebbene le casse di previdenza private godano di autonomia gestionale, questa non può spingersi fino a invadere la sfera di competenza esclusiva del legislatore. L’obiettivo di assicurare l’equilibrio di bilancio, pur legittimo, non autorizza gli enti ad adottare provvedimenti che si sostanziano in un prelievo forzoso su trattamenti pensionistici già determinati. Tali misure, ha specificato la Corte, possono essere introdotte solo da una norma di legge.
Inoltre, la Corte ha dichiarato inammissibili anche gli altri motivi di ricorso, relativi alla prescrizione e al calcolo degli interessi, richiamando la propria giurisprudenza consolidata che assoggetta l’azione di restituzione delle somme indebitamente trattenute alla prescrizione decennale e non quinquennale.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei pensionati iscritti a casse professionali private. Il messaggio è chiaro: l’autonomia degli enti previdenziali ha dei limiti invalicabili, rappresentati dai principi costituzionali. L’introduzione di qualsiasi forma di prelievo obbligatorio, come il contributo di solidarietà, rimane una prerogativa esclusiva del Parlamento. I pensionati che si vedono applicare trattenute simili, basate unicamente su delibere interne degli enti, hanno pieno diritto di chiederne l’annullamento e la restituzione delle somme, potendo contare su un orientamento giurisprudenziale solido e costante.

Una cassa di previdenza privata può imporre un contributo di solidarietà sulla pensione di un iscritto?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’imposizione di una prestazione patrimoniale obbligatoria, come un contributo di solidarietà, è una prerogativa esclusiva della legge statale, in base all’art. 23 della Costituzione. L’autonomia gestionale delle casse private non si estende a questo potere.

Perché il ricorso della Cassa è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano in contrasto con l’orientamento consolidato della stessa Corte di Cassazione. Secondo l’art. 360-bis c.p.c., un ricorso è inammissibile quando la decisione impugnata si è conformata alla giurisprudenza di legittimità e gli argomenti del ricorrente non offrono elementi per cambiarla.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione dei contributi illegittimamente trattenuti?
Sulla base della giurisprudenza richiamata nell’ordinanza, l’azione di restituzione delle trattenute a titolo di contributo di solidarietà è soggetta alla prescrizione ordinaria decennale, e non a quella quinquennale prevista per le prestazioni periodiche, poiché difettano i caratteri di liquidità ed esigibilità tipici di queste ultime.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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