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Contributo di solidarietà: illegittimo se non c’è legge

Un ente previdenziale aveva imposto un “contributo di solidarietà” sulle pensioni dei suoi iscritti basandosi su un proprio regolamento interno. Un pensionato ha contestato questa trattenuta. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei gradi precedenti, stabilendo che il contributo di solidarietà costituisce una prestazione patrimoniale imposta che, secondo la Costituzione, può essere introdotta solo da una legge. L’autonomia regolamentare dell’ente non può estendersi fino a creare tali prelievi. Il diritto alla restituzione delle somme si prescrive in dieci anni.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: La Cassazione Conferma l’Illegittimità senza una Legge

Con l’ordinanza n. 6170/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sulla questione del contributo di solidarietà imposto dalle casse previdenziali privatizzate, ribadendo un principio fondamentale: senza una specifica norma di legge, qualsiasi prelievo forzoso sulle pensioni è illegittimo. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale a tutela dei diritti dei pensionati e chiarisce i limiti dell’autonomia regolamentare degli enti previdenziali.

I Fatti del Caso: La Trattenuta sulla Pensione

La vicenda ha origine dall’azione di un professionista pensionato contro la propria Cassa di previdenza. L’ente aveva applicato una trattenuta sui ratei pensionistici a titolo di “contributo di solidarietà”, basandosi su una delibera interna adottata nell’ambito della propria autonomia gestionale. Il pensionato sosteneva l’illegittimità di tale prelievo, chiedendo la restituzione delle somme indebitamente trattenute. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello gli avevano dato ragione, condannando la Cassa alla restituzione. L’ente previdenziale, non condividendo la decisione, ha presentato ricorso in Cassazione.

L’Autonomia delle Casse e il Contributo di Solidarietà

La difesa della Cassa si fondava principalmente su tre argomenti:
1. Autonomia Regolamentare: L’ente sosteneva che la propria autonomia, garantita dalla legge, gli consentisse di adottare misure, come il contributo di solidarietà, per assicurare l’equilibrio finanziario a lungo termine.
2. Necessità del Contributo: Si argomentava che il contributo non fosse una misura straordinaria e temporanea, ma uno strumento strutturale per la stabilità del sistema.
3. Prescrizione: La Cassa riteneva che il diritto del pensionato alla restituzione fosse soggetto alla prescrizione breve di cinque anni, e non a quella ordinaria di dieci.

La Decisione della Corte: La Riserva di Legge è Intoccabile

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso dell’ente previdenziale, confermando le sentenze precedenti e consolidando i principi già espressi in numerose altre pronunce.

Il Contributo di Solidarietà e la Riserva di Legge

Il punto centrale della decisione riguarda la natura del contributo di solidarietà. La Corte, richiamando anche una sentenza della Corte Costituzionale (n. 173/2016), ha affermato che tale contributo è una prestazione patrimoniale imposta ai sensi dell’articolo 23 della Costituzione. Questo significa che può essere introdotta solo ed esclusivamente da una legge dello Stato. Il principio della riserva di legge impedisce che un’imposizione economica a carico dei cittadini possa essere decisa autonomamente da un ente, anche se dotato di autonomia regolamentare.

L’autonomia delle casse previdenziali privatizzate, pur ampia, è limitata a specifici interventi previsti dalla legge, come la variazione delle aliquote contributive o la modifica dei coefficienti di rendimento per il calcolo delle pensioni. Non può, tuttavia, estendersi fino a creare nuove forme di prelievo su trattamenti pensionistici già maturati e liquidati.

La Questione della Prescrizione

Anche sul terzo motivo di ricorso, la Corte ha dato torto alla Cassa. I giudici hanno chiarito che la richiesta del pensionato non riguarda il semplice mancato pagamento di singole rate di pensione (per cui vale la prescrizione di cinque anni), ma la contestazione sull’esatto ammontare del trattamento pensionistico a causa di una trattenuta illegittima. In questo caso, si tratta di un’azione per la riliquidazione della pensione, che è soggetta alla prescrizione ordinaria di dieci anni.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano su un’interpretazione rigorosa dei principi costituzionali. La “riserva di legge” prevista dall’art. 23 Cost. è posta a garanzia del cittadino, assicurando che ogni sacrificio patrimoniale sia deciso dall’organo che rappresenta la volontà popolare, ovvero il Parlamento. L’autonomia degli enti previdenziali, pur finalizzata a garantire la sostenibilità finanziaria, non può prevalere su questa garanzia fondamentale. La Corte ha sottolineato che l’esigenza di equilibrio di bilancio non può essere perseguita con strumenti che violano la gerarchia delle fonti del diritto e i principi costituzionali. Anche la distinzione tra prescrizione quinquennale e decennale è stata motivata con chiarezza: la prima si applica alle prestazioni periodiche già liquidate e non pagate, mentre la seconda si applica al diritto di ottenere il corretto calcolo della prestazione stessa, quando questo sia oggetto di contestazione.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante conferma per tutti i pensionati iscritti a casse previdenziali private. Viene riaffermato che nessun ente può imporre un contributo di solidarietà o prelievi simili in assenza di una specifica legge nazionale. I pensionati che hanno subito tali trattenute hanno il diritto di chiederne la restituzione, potendo contare su un termine di prescrizione decennale. Questa decisione rafforza la tutela dei diritti acquisiti e traccia un confine netto tra l’autonomia gestionale degli enti e le prerogative esclusive del legislatore.

Una cassa previdenziale privata può introdurre un contributo di solidarietà sulle pensioni tramite un proprio regolamento?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che un contributo di solidarietà è una prestazione patrimoniale imposta e, come tale, può essere introdotta solo da una legge dello Stato, in base al principio costituzionale della riserva di legge (Art. 23 Cost.).

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione delle somme trattenute a titolo di contributo di solidarietà illegittimo?
Il diritto alla restituzione si prescrive in dieci anni. La Corte ha chiarito che non si tratta di un mancato pagamento di singole rate (soggetto a prescrizione di 5 anni), ma di una contestazione sul corretto calcolo dell’importo della pensione, soggetta quindi alla prescrizione ordinaria decennale.

L’obiettivo di garantire l’equilibrio finanziario della cassa giustifica l’introduzione di questo contributo?
No. Sebbene l’equilibrio finanziario sia un obiettivo legittimo, non può essere perseguito con strumenti che violano principi costituzionali. L’autonomia della cassa è limitata dalla legge e non può invadere la sfera della “riserva di legge”, che tutela i cittadini da imposizioni patrimoniali non decise dal Parlamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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