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Contributo di solidarietà: illegittimo se non c’è legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza privata su una pensione, poiché tale prelievo, essendo una prestazione patrimoniale, è soggetto alla riserva di legge prevista dall’Art. 23 della Costituzione e non può essere introdotto da un regolamento interno. La Corte ha inoltre confermato che il diritto del pensionato alla restituzione delle somme trattenute si prescrive in dieci anni, non in cinque.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: Illegittimo se Imposto senza una Legge Statale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia previdenziale: l’introduzione di un contributo di solidarietà a carico dei pensionati è una prerogativa esclusiva del legislatore statale. Le casse di previdenza private non possono, attraverso i loro regolamenti, imporre prelievi patrimoniali sui trattamenti già liquidati. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale a tutela dei diritti dei pensionati e chiarisce i limiti dell’autonomia gestionale degli enti previdenziali.

I Fatti del Caso

Un professionista pensionato si era visto applicare dalla propria Cassa di previdenza un “contributo di solidarietà” direttamente sulla sua pensione. Questo prelievo era stato introdotto dall’ente tramite una delibera interna, con l’obiettivo di garantire l’equilibrio finanziario e la stabilità gestionale a lungo termine. Il pensionato ha impugnato la trattenuta, ritenendola illegittima. Sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello gli hanno dato ragione, dichiarando l’illegittimità del contributo e condannando la Cassa alla restituzione delle somme trattenute, nel limite della prescrizione decennale. La Cassa ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo la legittimità del proprio operato in virtù della sua autonomia normativa.

La Decisione della Corte: Illegittimo il Contributo di Solidarietà

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della Cassa inammissibile, confermando in toto le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno stabilito che l’imposizione di una prestazione patrimoniale, quale è il contributo di solidarietà, rientra nella materia coperta dalla riserva di legge sancita dall’articolo 23 della Costituzione. Di conseguenza, solo una legge dello Stato può introdurre un simile prelievo, e non un atto regolamentare di un ente previdenziale privatizzato, seppur approvato dai ministeri vigilanti.

Limiti all’Autonomia delle Casse Previdenziali

La Corte ha precisato che l’autonomia gestionale e normativa riconosciuta alle casse private (dal D.Lgs. 509/1994) non è assoluta (“non è legibus soluta”). Sebbene questi enti possano adottare misure per assicurare la stabilità, come la variazione delle aliquote contributive o la modifica dei coefficienti di rendimento per il futuro (nel rispetto del principio del pro rata), non possono imporre trattenute su trattamenti pensionistici già quantificati e attribuiti. Il contributo di solidarietà, infatti, non modifica i criteri di calcolo della pensione, ma costituisce un prelievo esterno e successivo, configurandosi come una prestazione patrimoniale imposta che esula dai poteri dell’ente.

Il Contributo di Solidarietà e la Prescrizione Decennale

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda il termine di prescrizione per la richiesta di restituzione delle somme indebitamente trattenute. La Cassa sosteneva l’applicazione del termine breve di cinque anni, tipico dei ratei di pensione. La Cassazione ha respinto questa tesi, confermando l’orientamento consolidato secondo cui l’azione del pensionato è una ripetizione di indebito. Non si tratta di riscuotere ratei di pensione non pagati, ma di recuperare somme prelevate senza titolo. Pertanto, si applica il termine di prescrizione ordinario di dieci anni, come previsto dall’articolo 2946 del Codice Civile.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su pilastri giuridici solidi. In primo luogo, il richiamo all’art. 23 della Costituzione è centrale: nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. Un regolamento di una Cassa privata non ha la forza di una legge statale e non può quindi istituire un prelievo obbligatorio. In secondo luogo, la Corte distingue nettamente tra gli atti che modificano i criteri di calcolo della pensione per il futuro (legittimi entro certi limiti) e quelli che impongono una trattenuta su una prestazione già maturata (illegittimi). Il contributo di solidarietà rientra in questa seconda categoria, rappresentando un’imposizione incompatibile con il rispetto del principio del pro rata e con il novero dei poteri riconosciuti agli enti.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rappresenta un punto fermo di grande importanza per tutti i pensionati iscritti a casse professionali private. Le conclusioni pratiche sono chiare:
1. Protezione del Diritto alla Pensione: La pensione, una volta liquidata, non può essere decurtata da prelievi introdotti autonomamente dalla Cassa di appartenenza.
2. Limite all’Autonomia degli Enti: L’autonomia delle casse previdenziali non può spingersi fino a invadere la competenza esclusiva del legislatore statale in materia di imposizioni patrimoniali.
3. Certezza sui Termini di Rimborso: I pensionati che hanno subito trattenute illegittime a titolo di contributo di solidarietà hanno dieci anni di tempo per chiederne la restituzione.

Una Cassa di previdenza privata può imporre un contributo di solidarietà sulle pensioni con un proprio regolamento?
No, la Corte ha stabilito che l’imposizione di una prestazione patrimoniale come il contributo di solidarietà è coperta da riserva di legge (Art. 23 Cost.) e può essere introdotta solo da una legge dello Stato, non da un atto regolamentare dell’ente.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione del contributo di solidarietà illegittimamente trattenuto?
Il termine di prescrizione è quello ordinario decennale (Art. 2946 c.c.), non quello quinquennale. La richiesta costituisce un’azione di ripetizione di indebito, non una richiesta di ratei di pensione non pagati.

Il contributo di solidarietà è considerato una modifica del calcolo della pensione?
No, la Corte chiarisce che il contributo è un prelievo esterno su un trattamento pensionistico già quantificato e attribuito. Non incide sui criteri di determinazione della pensione e, pertanto, esula dai poteri regolamentari della Cassa volti a garantire l’equilibrio di bilancio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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