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Contributo di solidarietà illegittimo per le Casse

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34694/2024, ha confermato l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto autonomamente da una Cassa di previdenza privata sulle pensioni dei propri iscritti. Secondo la Corte, tale prelievo costituisce una prestazione patrimoniale che, ai sensi dell’art. 23 della Costituzione, può essere introdotta solo da una legge dello Stato e non da delibere interne dell’ente, anche se finalizzate a garantirne l’equilibrio finanziario. La sentenza ha inoltre ribadito che il diritto del pensionato alla restituzione delle somme si prescrive in dieci anni.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributo di Solidarietà sulle Pensioni: La Cassazione Conferma l’Illegittimità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia previdenziale: il contributo di solidarietà non può essere imposto autonomamente dalle Casse di previdenza privatizzate. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale ormai granitico, che tutela i diritti dei pensionati e definisce i confini dell’autonomia gestionale degli enti previdenziali. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Una Cassa Previdenziale e la Trattenuta sulla Pensione

Una Cassa nazionale di previdenza e assistenza per professionisti aveva deliberato l’applicazione di un “contributo di solidarietà” sui trattamenti pensionistici erogati ai propri iscritti. Un professionista pensionato, ritenendo illegittima tale trattenuta, si era rivolto al Tribunale, che gli aveva dato ragione, condannando la Cassa alla restituzione delle somme. La decisione era stata confermata anche dalla Corte d’Appello.

L’ente previdenziale, non arrendendosi, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo di aver agito nell’ambito della propria autonomia per garantire l’equilibrio di bilancio e la stabilità a lungo termine della gestione, come previsto dalla normativa sulla privatizzazione delle Casse (D.Lgs. 509/1994).

La Decisione della Corte: Illegittimo il Contributo di Solidarietà Imposto dalla Cassa

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Cassa, confermando le sentenze dei gradi precedenti. Gli Ermellini hanno stabilito, senza mezzi termini, che la delibera dell’ente era illegittima. La questione centrale non riguarda l’opportunità o la necessità di garantire la stabilità finanziaria, ma i limiti del potere degli enti previdenziali.

Il Principio della Riserva di Legge

Il cuore della decisione risiede nell’articolo 23 della Costituzione, che istituisce una “riserva di legge” per le cosiddette “prestazioni patrimoniali imposte”. In parole semplici, qualsiasi prelievo economico obbligatorio a carico dei cittadini può essere introdotto solo da una legge dello Stato, non da un atto amministrativo o da un regolamento di un ente, per quanto autonomo.

La Corte ha qualificato il contributo di solidarietà imposto dalla Cassa proprio come una prestazione patrimoniale imposta. Non si tratta, infatti, di una modifica dei criteri di calcolo della pensione, ma di una trattenuta su un trattamento già determinato e maturato. Pertanto, la sua introduzione era al di fuori dei poteri della Cassa e richiedeva un intervento del legislatore.

Prescrizione e Interessi

L’ordinanza ha anche chiarito due aspetti pratici molto importanti:
1. Prescrizione: Il diritto del pensionato a richiedere la restituzione delle somme indebitamente trattenute non si prescrive in cinque anni (termine previsto per i ratei pensionistici), ma nell’ordinario termine decennale (art. 2946 c.c.). Questo perché la richiesta non riguarda il ricalcolo della pensione, ma la restituzione di un indebito.
2. Interessi: Gli interessi legali sulle somme da restituire decorrono dalla data di ogni singolo prelievo illegittimo, e non dalla data della domanda giudiziale.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano su un orientamento giurisprudenziale consolidato, citando decine di precedenti conformi. La Cassazione ha spiegato che l’autonomia gestionale riconosciuta alle Casse privatizzate deve essere esercitata nel rispetto dei principi costituzionali. L’obiettivo di assicurare l’equilibrio di bilancio, pur essendo fondamentale, non può giustificare l’adozione di provvedimenti che invadono la sfera di competenza esclusiva del legislatore.

La Corte ha sottolineato che un prelievo come il contributo di solidarietà, al di là del nome utilizzato, non è un criterio di determinazione della pensione, ma una vera e propria imposta patrimoniale. Pertanto, la sua introduzione tramite una delibera interna della Cassa è viziata da illegittimità per violazione della riserva di legge prevista dall’art. 23 della Costituzione.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rafforza la tutela dei pensionati nei confronti di iniziative unilaterali da parte degli enti previdenziali. Le implicazioni pratiche sono chiare:

* Per i Pensionati: Coloro che hanno subito trattenute a titolo di “contributo di solidarietà” imposto autonomamente dalla propria Cassa hanno diritto a chiederne la restituzione, con interessi, entro il termine di dieci anni.
* Per le Casse Previdenziali: Viene ribadito che la loro autonomia non è illimitata. Per garantire la sostenibilità finanziaria, devono utilizzare gli strumenti previsti dalla legge (es. modifica dei requisiti di pensionamento, adeguamento delle aliquote contributive), senza poter imporre prelievi di natura tributaria, la cui istituzione è prerogativa esclusiva del Parlamento.

Una Cassa di previdenza privata può imporre autonomamente un contributo di solidarietà sulle pensioni?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che un prelievo di questo tipo rientra tra le “prestazioni patrimoniali imposte” e, in base all’art. 23 della Costituzione, può essere introdotto solo da una legge dello Stato, non da un atto autonomo dell’ente previdenziale.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione del contributo di solidarietà illegittimamente trattenuto?
Il diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute si prescrive in dieci anni (prescrizione ordinaria), e non nel termine più breve di cinque anni previsto per i ratei pensionistici, poiché non si tratta di un ricalcolo della pensione ma della restituzione di un prelievo illegittimo.

L’esigenza di garantire l’equilibrio di bilancio della Cassa giustifica l’imposizione di un contributo di solidarietà?
No. Sebbene le Casse previdenziali abbiano l’obbligo di assicurare la stabilità finanziaria, non possono farlo imponendo prelievi che la legge riserva al legislatore. Devono utilizzare gli strumenti consentiti dalla normativa, che non includono l’imposizione di prestazioni patrimoniali su trattamenti pensionistici già determinati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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