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Contributi previdenziali marittimi: la prova del versamento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato il diritto di un lavoratore al riconoscimento dei contributi previdenziali marittimi per il periodo 1964-1971. L’Ente Previdenziale aveva contestato il metodo di prova, ma la Corte ha stabilito che, essendo i versamenti avvenuti e non contestati nel merito, la prova tramite libretto di navigazione e ruoli d’imbarco è pienamente valida, rigettando il ricorso dell’Ente.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributi Previdenziali Marittimi: Quando il Libretto di Navigazione è Prova Sufficiente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per i lavoratori del mare: la validità della documentazione, come il libretto di navigazione, per dimostrare il versamento dei contributi previdenziali marittimi. La decisione chiarisce che se l’Ente Previdenziale non contesta specificamente l’avvenuto pagamento, ma solo le modalità di prova, il diritto del lavoratore al riconoscimento dei periodi contributivi deve essere confermato.

I Fatti del Caso

Un lavoratore marittimo si era visto riconoscere dalla Corte d’Appello il diritto a vedersi accreditati i periodi contributivi maturati tra il 1964 e il 1971, con conseguente obbligo per l’Ente Previdenziale di ricalcolare il suo trattamento pensionistico. Il lavoratore aveva provato il servizio di navigazione attraverso la produzione del suo estratto di matricola.

L’Ente Previdenziale, non soddisfatto della decisione, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando tre principali obiezioni:
1. La presunta violazione delle norme sulla prescrizione.
2. L’omessa pronuncia del giudice d’appello su tale eccezione.
3. Una violazione delle norme sulla prova, sostenendo che il versamento dei contributi non era stato dimostrato secondo le modalità previste dalla legge, in particolare per l’imbarco su navi minori.

La Validità della Prova dei Contributi Previdenziali Marittimi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili tutti i motivi del ricorso. Il punto centrale della decisione risiede in un principio fondamentale: l’Ente Previdenziale non aveva mai messo in discussione che i contributi fossero stati effettivamente versati. La sua contestazione riguardava unicamente il modo in cui il lavoratore aveva provato tale versamento. Essendo pacifico che i pagamenti erano stati effettuati, secondo la Corte non si poteva porre alcuna questione di prescrizione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando integralmente la sentenza della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno chiarito un aspetto tecnico di grande importanza per i contributi previdenziali marittimi. Hanno specificato che il sistema di pagamento tramite “marche” assicurative, previsto da una normativa del 1924, non si applica ai lavoratori marittimi iscritti alla cassa marittima. Per questi ultimi, vige un sistema diverso, basato sulle risultanze dei ruoli d’imbarco e su specifici ordini di pagamento, come stabilito dal Testo Unico delle leggi di previdenza marinara del 1962.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che i motivi di ricorso dell’Ente erano inammissibili perché non attaccavano il nucleo centrale dell’affermazione della Corte d’Appello, ovvero che il lavoro era stato svolto e i contributi erano stati versati. Poiché l’accredito contributivo non era stato messo in discussione nel suo merito dall’Ente, ma solo nelle formalità probatorie, la Corte ha ritenuto che il lavoratore avesse adeguatamente provato il suo diritto. La produzione del libretto di navigazione, contenente la registrazione degli imbarchi, è stata considerata sufficiente, dato che l’istituto previdenziale, sulla base dei ruoli d’imbarco, era perfettamente in grado di verificare la regolarità dei versamenti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori marittimi, stabilendo che la documentazione ufficiale come il libretto di navigazione costituisce una prova valida per il riconoscimento dei periodi di servizio, specialmente quando l’Ente Previdenziale non contesta l’effettivo versamento dei contributi. La decisione chiarisce inoltre il corretto sistema normativo da applicare per il versamento dei contributi previdenziali marittimi, distinguendolo da altri regimi non pertinenti. Di conseguenza, l’Ente Previdenziale è stato condannato al pagamento delle spese legali, e sono stati confermati i presupposti per il raddoppio del contributo unificato a suo carico.

Come può un lavoratore marittimo provare il versamento dei suoi contributi previdenziali?
Secondo la Corte, il lavoratore può provare i periodi di servizio producendo il proprio libretto di navigazione, che riporta le registrazioni degli imbarchi. Se l’ente previdenziale non contesta l’effettivo pagamento dei contributi, tale documentazione è ritenuta adeguata.

Il sistema di pagamento dei contributi con le ‘marche’ assicurative si applica ai lavoratori della cassa marittima?
No. La Corte ha chiarito, richiamando una sua precedente sentenza, che ai lavoratori marittimi iscritti alla cassa marittima non si applica il sistema di pagamento a mezzo ‘marche’, ma il diverso sistema previsto dal Testo Unico del 1962, basato sui ruoli d’imbarco e ordini di pagamento.

Cosa succede se l’Ente Previdenziale non contesta il fatto che i contributi siano stati pagati, ma solo il modo in cui è stato provato?
Se il versamento dei contributi è un dato pacifico e non contestato nel merito dall’Ente, le eccezioni relative alle sole modalità di prova vengono respinte. La Corte considera provato il diritto del lavoratore, poiché l’Ente stesso aveva gli strumenti (i ruoli d’imbarco) per verificare la regolarità dei pagamenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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