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Contributi INPS: no su utili da S.r.l. senza lavoro

La Corte di Cassazione ha stabilito che i Contributi INPS per la gestione commercianti non sono dovuti sugli utili derivanti dalla mera partecipazione in una S.r.l., se il socio non vi svolge attività lavorativa. L’ordinanza chiarisce che tali proventi sono classificati come ‘redditi di capitale’ e non ‘redditi d’impresa’, e pertanto sono esclusi dalla base imponibile contributiva. La decisione conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato, respingendo il ricorso dell’Istituto Previdenziale.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributi INPS: Niente Tassazione sugli Utili da S.r.l. Senza Lavoro

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di Contributi INPS: gli utili derivanti dalla semplice partecipazione in una società di capitali, come una S.r.l., non rientrano nella base di calcolo dei contributi dovuti alla gestione commercianti se il socio non vi svolge alcuna attività lavorativa. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale per distinguere tra redditi da lavoro e redditi da capitale.

I Fatti del Caso: La Pretesa dell’Istituto Previdenziale

La vicenda trae origine da un avviso di addebito notificato dall’Istituto Previdenziale a un commerciante, già iscritto alla relativa gestione speciale in qualità di socio di una società di persone. L’Istituto richiedeva il pagamento di contributi previdenziali per gli anni 2009 e 2010, calcolandoli anche sui redditi che il commerciante aveva percepito come socio, con una quota del 37,5%, di una S.r.l., una società a responsabilità limitata. Il commerciante si è opposto, sostenendo di non aver mai svolto attività lavorativa per tale S.r.l. e che, pertanto, quegli utili costituivano redditi di capitale, non assoggettabili a contribuzione.

La Questione Giuridica e i Contributi INPS

Il cuore della controversia risiede nella corretta interpretazione delle norme che definiscono la base imponibile per i contributi previdenziali. L’Istituto Previdenziale sosteneva che tutti i redditi d’impresa percepiti dal lavoratore autonomo dovessero concorrere al calcolo dei contributi, includendo anche gli utili derivanti dalla partecipazione in società di capitali. Al contrario, il socio affermava che la normativa fiscale distingue nettamente tra “redditi d’impresa”, derivanti da un’attività lavorativa, e “redditi di capitale”, che scaturiscono dal mero possesso di quote societarie. Secondo questa tesi, solo i primi dovrebbero essere soggetti a contribuzione.

La Decisione della Cassazione: Distinzione tra Fonti di Reddito

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Istituto Previdenziale, confermando le sentenze dei precedenti gradi di giudizio. Gli Ermellini hanno riaffermato che, per determinare la base imponibile contributiva, è necessario fare riferimento alla disciplina fiscale contenuta nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (D.P.R. n. 917/1986).

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una chiara distinzione normativa. L’articolo 55 del TUIR definisce i “redditi d’impresa” come quelli che derivano dall’esercizio di attività imprenditoriale. Diversamente, l’articolo 44, lettera e), dello stesso Testo Unico classifica gli utili derivanti dalla partecipazione in società di capitali come “redditi di capitale”.
La normativa previdenziale, in particolare la legge n. 233/1990 e successive modifiche, stabilisce che i contributi sono dovuti sulla “totalità dei redditi d’impresa” percepiti. Poiché gli utili da partecipazione in una S.r.l., in assenza di attività lavorativa, sono per definizione fiscale redditi di capitale, essi non possono essere inclusi nella base imponibile per il calcolo dei Contributi INPS. La Corte ha sottolineato che l’obbligo contributivo nasce in connessione con lo svolgimento di un’attività lavorativa che giustifica l’iscrizione alla gestione previdenziale. Di conseguenza, i redditi che non hanno una correlazione diretta con tale attività lavorativa ne restano esclusi.

Conclusioni

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli imprenditori e i soci di società. Viene confermato che un individuo iscritto a una gestione previdenziale per una specifica attività lavorativa (come quella di socio di una società di persone) non deve versare contributi su altri redditi da capitale che percepisce, come gli utili da una S.r.l. in cui è un investitore passivo. Questa sentenza rafforza il principio di correlazione tra contribuzione e attività lavorativa, garantendo una maggiore certezza del diritto per i contribuenti ed evitando un’ingiustificata estensione dell’obbligo previdenziale a redditi puramente finanziari.

Un socio di S.r.l. che non lavora nell’azienda deve pagare i Contributi INPS sugli utili percepiti?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se il socio non svolge alcuna attività lavorativa all’interno della S.r.l., gli utili percepiti sono considerati ‘redditi di capitale’ e non ‘redditi d’impresa’, e quindi non sono soggetti al versamento dei contributi previdenziali.

Quale tipo di reddito è soggetto ai Contributi INPS per un iscritto alla gestione commercianti?
La base imponibile su cui calcolare i contributi è costituita dalla totalità dei ‘redditi d’impresa’ così come definiti dalla disciplina fiscale. Sono esclusi i ‘redditi di capitale’, quali quelli derivanti dalla mera partecipazione a società di capitali senza prestazione di attività lavorativa.

Come si distingue il ‘reddito d’impresa’ dal ‘reddito di capitale’ ai fini previdenziali?
La distinzione si basa sulla normativa fiscale (D.P.R. 917/1986). Il ‘reddito d’impresa’ deriva dall’esercizio di un’attività imprenditoriale (art. 55), mentre il ‘reddito di capitale’ deriva dal mero impiego di capitali, come la partecipazione in una società senza lavorare per essa (art. 44). Ai fini previdenziali, solo il reddito d’impresa è rilevante per il calcolo dei contributi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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