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Contributi gestione separata: stop alle sanzioni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28626/2025, ha stabilito un importante principio sui contributi gestione separata. Pur confermando l’obbligo di versamento dei contributi relativi al 2009 e rigettando l’eccezione di prescrizione, la Corte ha annullato le sanzioni civili. La decisione si fonda su recenti sentenze della Corte Costituzionale che hanno dichiarato l’illegittimità delle sanzioni per omessa iscrizione a carico di alcune categorie professionali per periodi antecedenti a specifiche normative. La Cassazione ha quindi deciso la causa nel merito, escludendo qualsiasi sanzione a carico del professionista ricorrente.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributi Gestione Separata: la Cassazione annulla le sanzioni

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha portato importanti chiarimenti in materia di contributi gestione separata, con particolare riferimento alla prescrizione e all’applicazione delle sanzioni per omessa iscrizione. La Suprema Corte, pur confermando l’obbligo di versamento dei contributi, ha annullato completamente le sanzioni civili richieste dall’ente previdenziale a un professionista, allineandosi a recenti pronunce della Corte Costituzionale.

Il caso in esame

Un professionista si era opposto a un avviso di addebito con cui un ente previdenziale gli richiedeva il pagamento dei contributi per la gestione separata relativi all’anno d’imposta 2009, oltre alle relative sanzioni.
Nei primi gradi di giudizio, i tribunali avevano confermato la sussistenza dell’obbligo contributivo, rigettando l’eccezione di prescrizione sollevata dal professionista. La questione è quindi giunta all’esame della Corte di Cassazione, che è stata chiamata a pronunciarsi su due punti fondamentali: la decorrenza della prescrizione e la legittimità delle sanzioni applicate.

La questione della prescrizione dei contributi gestione separata

Il primo motivo di ricorso si basava sulla presunta prescrizione del credito vantato dall’ente. Il professionista sosteneva che il termine dovesse decorrere dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.
La Corte di Cassazione ha rigettato questa tesi, ribadendo un principio consolidato: la prescrizione dei crediti contributivi decorre dal momento in cui scadono i termini per il relativo pagamento, e non dalla data di presentazione della dichiarazione. La dichiarazione dei redditi, infatti, è una mera dichiarazione di scienza e non costituisce il presupposto del credito contributivo, che nasce invece dalla produzione di un reddito.
Nel caso specifico, per i contributi del 2009, un D.P.C.M. aveva differito il termine di pagamento al 6 luglio 2010. Poiché la richiesta di pagamento da parte dell’ente era pervenuta il 30 giugno 2015, essa risultava tempestiva, essendo stata effettuata prima dello scadere del quinquennio previsto per legge. Di conseguenza, il primo motivo di ricorso è stato dichiarato infondato.

La questione delle sanzioni e l’intervento della Corte Costituzionale

Il secondo motivo di ricorso, invece, riguardava l’applicabilità delle sanzioni civili per l’omesso versamento. Su questo punto, la Cassazione ha dato ragione al professionista.
La Corte ha fatto riferimento a due importanti sentenze della Corte Costituzionale (la n. 104 del 2022 e la n. 55 del 2024), le quali hanno dichiarato l’illegittimità costituzionale di una norma del 2011 nella parte in cui non prevedeva l’esenzione dal pagamento delle sanzioni per determinate categorie professionali (avvocati, ingegneri e architetti) tenute all’iscrizione alla Gestione Separata per periodi antecedenti all’entrata in vigore della legge stessa.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per effetto di queste declaratorie di illegittimità costituzionale, la disciplina sanzionatoria cessa di avere efficacia retroattivamente. Poiché il caso in esame riguardava un’annualità (2009) antecedente alla normativa del 2011, la disciplina sanzionatoria non poteva essere applicata. La contestazione del debito da parte del professionista ha impedito che il rapporto si consolidasse (formazione del giudicato), permettendo così l’applicazione dei principi sanciti dalla Corte Costituzionale anche al caso di specie.
La Corte ha quindi accolto il secondo motivo di ricorso, limitatamente al profilo sanzionatorio.

Le conclusioni

La Suprema Corte ha cassato la sentenza d’appello nella parte relativa all’applicazione delle sanzioni e, decidendo nel merito, ha dichiarato che nulla è dovuto dal professionista a titolo di sanzioni civili per i contributi del 2009. È stato invece confermato l’obbligo di versare la sorte capitale dei contributi. Data la complessità delle questioni e l’evoluzione giurisprudenziale recente, le spese dell’intero processo sono state compensate tra le parti. Questa decisione rafforza la tutela dei professionisti contro l’applicazione retroattiva di sanzioni in un contesto normativo incerto.

Da quando decorre la prescrizione per i contributi della gestione separata?
La prescrizione decorre dalla data di scadenza del termine per il pagamento dei contributi, non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Le sanzioni per omessa iscrizione alla gestione separata sono sempre dovute per il passato?
No. A seguito di sentenze della Corte Costituzionale, la Cassazione ha stabilito che non sono dovute le sanzioni per l’omessa iscrizione relative a periodi antecedenti a specifiche normative del 2011, se il rapporto non si è ancora esaurito (ad esempio, perché è in corso un contenzioso).

Il differimento dei termini di versamento delle imposte si applica anche ai contributi previdenziali?
Sì. La sentenza conferma che i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) che differiscono i termini per i versamenti fiscali hanno natura normativa e si applicano anche ai contributi previdenziali dovuti agli enti gestori di forme di previdenza obbligatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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