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Contributi amministratori locali: obbligo del Comune

La Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo per un Comune di versare i contributi previdenziali alla cassa forense per un avvocato che ricopriva la carica di Presidente del Consiglio Comunale. La sentenza chiarisce che l’art. 86 del TUEL si applica anche ai lavoratori autonomi, non solo ai dipendenti, garantendo così il sostegno necessario per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive. La Corte ha rigettato il ricorso del Comune, stabilendo che la norma tutela il diritto di dedicarsi alla carica pubblica senza subire pregiudizi previdenziali, estendendo i benefici dei contributi amministratori locali anche ai professionisti.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contributi Amministratori Locali: La Cassazione Conferma l’Obbligo del Comune per i Professionisti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza per i professionisti che si dedicano alla vita pubblica: l’obbligo per il Comune di versare i contributi amministratori locali anche per coloro che, essendo lavoratori autonomi, non possono beneficiare dell’aspettativa non retribuita. La decisione chiarisce l’interpretazione dell’articolo 86 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), estendendo una tutela fondamentale a chi serve la propria comunità.

Il Caso: Un Professionista Presidente del Consiglio Comunale

La vicenda ha origine dalla richiesta di un avvocato, eletto Presidente del Consiglio comunale, di ottenere dal proprio Comune il versamento dei contributi previdenziali alla sua cassa di appartenenza (Cassa Forense) per il periodo di svolgimento dell’incarico pubblico. Sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al professionista, riconoscendo il suo diritto.

Il Comune, tuttavia, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un’interpretazione restrittiva dell’art. 86 del TUEL. Secondo l’ente locale, la norma sarebbe applicabile solo ai lavoratori dipendenti, gli unici a poter richiedere l’aspettativa non retribuita, presupposto menzionato nel primo comma della disposizione.

L’Interpretazione dell’Art. 86 TUEL sui Contributi Amministratori Locali

Il cuore della questione legale risiede nell’interpretazione del secondo comma dell’art. 86 TUEL, il quale stabilisce che il versamento degli oneri previdenziali avviene «allo stesso titolo» anche per gli amministratori che «non siano lavoratori dipendenti». Il Comune ricorrente interpretava questa espressione come un rinvio alla condizione dell’aspettativa, di fatto impossibile per un lavoratore autonomo.

La Suprema Corte, rigettando questa visione, ha fornito una lettura costituzionalmente orientata della norma, in linea con il principio di sostegno alle funzioni pubbliche elettive sancito dall’art. 51 della Costituzione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso del Comune era infondato. I giudici hanno chiarito che l’espressione «allo stesso titolo» non va intesa come un rinvio alla condizione dell’aspettativa, ma alla causale del versamento. In altre parole, sia per i lavoratori dipendenti che per quelli autonomi, il Comune ha l’obbligo di farsi carico degli oneri previdenziali e assistenziali per garantire che l’impegno pubblico non si traduca in un danno economico e previdenziale per l’amministratore.

La ratio della norma è quella di consentire a chi è chiamato a svolgere funzioni pubbliche di dedicare il tempo necessario all’incarico, senza subire un pregiudizio per la propria posizione lavorativa e contributiva. Per un libero professionista, la tutela non consiste nel mantenimento del posto di lavoro (come per un dipendente), ma nel mantenimento della propria attività lavorativa. Questo obiettivo viene raggiunto garantendo la prosecuzione degli incarichi professionali e, al contempo, attribuendo un beneficio previdenziale che compensa la ridotta capacità di contribuzione dovuta all’impegno pubblico.

La Corte ha quindi concluso che escludere i lavoratori autonomi da questa tutela significherebbe vanificare lo scopo della legge e creare una disparità di trattamento ingiustificata, rendendo di fatto più difficile per un professionista accettare cariche pubbliche elettive.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza: il diritto-dovere di ogni cittadino di partecipare alla vita pubblica deve essere tutelato concretamente. La decisione assicura che anche i liberi professionisti, come avvocati, ingegneri o commercialisti, che dedicano parte del loro tempo a un mandato elettivo locale, non debbano sacrificare la propria sicurezza previdenziale. Per gli enti locali, ciò significa che l’obbligo di versare i contributi amministratori locali si estende a tutti gli amministratori, indipendentemente dalla natura, dipendente o autonoma, del loro lavoro principale. Si tratta di una garanzia di equità e di un incentivo alla partecipazione democratica.

Un professionista che ricopre una carica pubblica locale ha diritto al versamento dei contributi previdenziali da parte del Comune?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che anche gli amministratori locali che sono lavoratori autonomi (es. avvocati, commercialisti) hanno diritto al versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi a carico dell’ente locale presso cui svolgono il mandato.

Perché l’obbligo di versamento dei contributi si applica anche ai lavoratori autonomi, sebbene non possano usufruire dell’aspettativa non retribuita?
Perché, secondo la Corte, il presupposto dell’aspettativa non retribuita è inconcepibile per un lavoratore autonomo. La norma (art. 86, co. 2, TUEL) intende estendere il beneficio previdenziale con la stessa finalità (ratio) prevista per i dipendenti, ovvero compensare la ridotta capacità di contribuzione dovuta all’impegno richiesto dalla carica pubblica, senza richiedere una condizione impossibile.

Qual è la finalità della norma che prevede il versamento dei contributi per gli amministratori locali?
La finalità è attuare il principio costituzionale (art. 51 Cost.) che tutela i cittadini chiamati a funzioni pubbliche elettive. La norma garantisce loro il diritto di dedicare il tempo necessario all’incarico senza subire un pregiudizio alle proprie prerogative previdenziali e assistenziali, sia che siano lavoratori dipendenti che autonomi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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