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Contratto stagionale: limiti e conversione a tempo pieno

La Corte di Cassazione esamina il caso di un lavoratore con un contratto stagionale a cui sono state applicate numerose proroghe. I giudici di merito avevano convertito il rapporto in un contratto a tempo indeterminato e full-time, ritenendo superato il limite legale di cinque proroghe in 36 mesi. L’azienda ha impugnato la decisione, sostenendo che tale limite non si applichi al contratto stagionale e che, in ogni caso, la conversione dovrebbe avvenire in un rapporto part-time verticale. Data l’assenza di precedenti e l’importanza della questione, la Suprema Corte ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione nomofilattica.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contratto Stagionale: la Cassazione Chiamata a Fare Chiarezza su Proroghe e Conversione

Il contratto stagionale rappresenta uno strumento fondamentale per settori come il turismo e l’agricoltura, ma i suoi confini normativi sono spesso oggetto di dibattito. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha recentemente messo in luce due questioni cruciali: il limite massimo di proroghe si applica anche a questa tipologia contrattuale? E in caso di conversione, il rapporto diventa full-time o part-time? La Suprema Corte, riconoscendo l’importanza di tali quesiti, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per stabilire un principio di diritto definitivo.

I Fatti di Causa

La vicenda riguarda un lavoratore impiegato presso un’importante azienda alimentare con una serie di contratti a termine per lavoro stagionale tra il 2015 e il 2018. Durante questo periodo, i quattro contratti stipulati sono stati oggetto di ben sette proroghe. Il lavoratore ha agito in giudizio sostenendo che fosse stato superato il limite massimo di cinque proroghe consentite nell’arco di 36 mesi, come previsto dalla normativa generale sui contratti a tempo determinato (art. 21, d.lgs. 81/2015).

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Milano hanno dato ragione al dipendente, dichiarando la conversione del rapporto di lavoro in un contratto a tempo indeterminato e full-time, con decorrenza dal superamento del limite. I giudici di merito hanno inoltre condannato l’azienda al pagamento di un’indennità risarcitoria. L’azienda ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

Le Questioni Giuridiche sul Contratto Stagionale

Il ricorso dell’azienda si fonda su due argomenti principali che la Cassazione ha ritenuto meritevoli di un approfondimento nomofilattico.

Il Limite alle Proroghe: un’Eccezione per il Lavoro Stagionale?

Il primo motivo di ricorso contesta l’applicabilità del limite di cinque proroghe al contratto stagionale. Secondo la difesa aziendale, la normativa specifica per i contratti stagionali già prevede deroghe importanti, come l’esenzione dal limite di durata complessiva di 36 mesi e dalle regole sullo ‘stop and go’ tra un rinnovo e l’altro. Pertanto, anche il limite sul numero di proroghe non dovrebbe applicarsi, data la natura intrinsecamente legata a un’esigenza temporanea del rapporto.

La Corte d’Appello, al contrario, aveva ritenuto che, in assenza di un’espressa esclusione, tale limite rappresentasse una garanzia aggiuntiva per il lavoratore, applicabile a tutti i contratti a termine, inclusi quelli stagionali.

La Conversione del Contratto Stagionale: Lavoro Part-Time o Full-Time?

Il secondo punto, sollevato in via subordinata, riguarda la natura del rapporto di lavoro a seguito della conversione. L’azienda sostiene che, qualora la conversione fosse legittima, il nuovo rapporto dovrebbe mantenere la sua connotazione stagionale, trasformandosi in un contratto a tempo indeterminato part-time verticale. In pratica, il lavoratore avrebbe diritto a essere chiamato al lavoro solo durante i periodi corrispondenti alla stagione, preservando così la natura oggettiva dell’attività.

I giudici di merito avevano invece optato per una conversione ‘piena’, trasformando il rapporto in un contratto a tempo indeterminato full-time per l’intero anno, ritenendo questa la sanzione corretta per la violazione delle norme imperative.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione e il Rinvio

Di fronte a queste due complesse questioni di diritto, la Suprema Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria. I giudici hanno constatato che su entrambi i punti non esistono precedenti di legittimità, ovvero sentenze della stessa Cassazione che abbiano già risolto il dubbio interpretativo.

Le motivazioni del rinvio a una pubblica udienza risiedono nel ‘rilievo nomofilattico’ delle questioni. La decisione che verrà presa avrà un impatto significativo su un’ampia platea di datori di lavoro e lavoratori in settori chiave dell’economia nazionale. È quindi necessario un intervento che fissi un principio di diritto chiaro e uniforme, per garantire la certezza del diritto e l’equa applicazione della legge in futuro.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione lascia in sospeso una vicenda importante, ma lo fa per un motivo di ordine superiore: la necessità di fare chiarezza definitiva su un’area grigia del diritto del lavoro. La futura sentenza, che sarà emessa dopo la pubblica udienza, è attesa con grande interesse. Stabilirà se le tutele generali previste per i contratti a termine, come il limite al numero di proroghe, debbano essere applicate integralmente anche al contratto stagionale. Inoltre, definirà una volta per tutte cosa accade in caso di conversione, bilanciando la sanzione per il datore di lavoro con la natura specifica dell’attività stagionale. Questa pronuncia diventerà un punto di riferimento imprescindibile per la gestione dei rapporti di lavoro stagionali in Italia.

Il limite massimo di cinque proroghe in 36 mesi si applica anche al contratto stagionale?
Le corti di merito hanno risposto affermativamente, ma la Corte di Cassazione ha ritenuto la questione priva di precedenti e ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione definitiva, poiché la legge non prevede un’espressa eccezione per i contratti stagionali su questo punto.

Se un contratto stagionale viene illecitamente prorogato e convertito, diventa un rapporto full-time o part-time?
I giudici di primo e secondo grado hanno disposto la conversione in un rapporto di lavoro full-time a tempo indeterminato. Tuttavia, l’azienda sostiene che dovrebbe trasformarsi in un part-time verticale, limitato al periodo della stagione. Anche questa è una delle questioni chiave che la Cassazione dovrà risolvere.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte non ha deciso immediatamente perché le questioni sollevate sono nuove e di particolare importanza (hanno ‘rilievo nomofilattico’), e non esistono precedenti sentenze della Cassazione che le abbiano affrontate. Per garantire una interpretazione uniforme della legge, ha ritenuto necessario un esame approfondito in una pubblica udienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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