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Contratto di apprendistato nullo senza formazione

La Corte di Cassazione ha confermato la conversione di un contratto di apprendistato in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La decisione si fonda sulla totale assenza di formazione erogata alla lavoratrice, elemento che la Corte ha ritenuto essenziale e qualificante per la causa stessa del contratto. Secondo i giudici, la mancanza dell’obbligo formativo snatura l’apprendistato, trasformandolo di fatto in un ordinario rapporto di lavoro fin dal suo inizio. La sentenza sottolinea che le sanzioni amministrative previste dalla legge non escludono questa fondamentale tutela per il lavoratore.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contratto di Apprendistato: Senza Formazione Reale è Nullo e si Trasforma

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale nel diritto del lavoro: un contratto di apprendistato che non prevede una reale e concreta formazione per il lavoratore è da considerarsi nullo. Di conseguenza, il rapporto si trasforma, fin dalla sua origine, in un normale contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Questa decisione chiarisce che la formazione non è un mero accessorio, ma l’anima stessa di questa tipologia contrattuale.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore della ristorazione aveva assunto una lavoratrice con un contratto di apprendistato per la mansione di cameriera. Successivamente, la lavoratrice si era rivolta al Tribunale sostenendo di non aver mai ricevuto alcuna formazione specifica, né teorica né pratica, come previsto dalla legge per questo tipo di contratto. Il suo rapporto, a suo dire, si era svolto come un normale lavoro subordinato.

Il Tribunale di primo grado le diede ragione, dichiarando la nullità del contratto di apprendistato e la sua conversione in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. La società fu condannata al pagamento di differenze retributive e alla reintegra della lavoratrice, licenziata per superamento del periodo di comporto. La decisione fu confermata anche dalla Corte d’Appello, che ribadì come l’assenza totale di insegnamenti specifici finalizzati alla qualificazione professionale viziasse il contratto alla radice.

La Decisione della Corte: la Causa del Contratto di Apprendistato

La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che le nuove normative (in particolare il D.Lgs. 81/2015) prevedessero solo sanzioni amministrative per la violazione degli obblighi formativi, senza comportare la conversione automatica del rapporto di lavoro. La Suprema Corte ha respinto questa tesi, offrendo un’analisi chiara e approfondita della natura del contratto di apprendistato.

I giudici hanno spiegato che l’apprendistato è un contratto a ‘causa mista’. Ciò significa che il suo scopo fondamentale non è solo lo scambio tra prestazione lavorativa e retribuzione, ma include un elemento essenziale e imprescindibile: l’obbligo del datore di lavoro di fornire un addestramento finalizzato all’acquisizione di una qualifica professionale.

L’Elemento Formativo come Cuore del Contratto di Apprendistato

La formazione non è un optional. È l’elemento che qualifica e giustifica l’esistenza stessa del contratto di apprendistato, distinguendolo da un comune rapporto di lavoro. Quando questo elemento viene a mancare completamente, il contratto perde la sua causa tipica. È come se venisse a mancare la sua ragione d’essere. In assenza di formazione, il rapporto si configura, di fatto, come un normale rapporto di lavoro subordinato, e la legge interviene per ripristinare la realtà effettiva delle cose, convertendo il contratto sin dal suo inizio.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha chiarito che questo principio non è stato superato dal D.Lgs. 81/2015. Sebbene la legge preveda specifiche sanzioni amministrative per il datore di lavoro inadempiente (art. 47), queste operano su un piano pubblicistico e non escludono la tutela civilistica del lavoratore. La sanzione principale sul piano del rapporto individuale rimane la conversione del contratto.

I giudici hanno sottolineato che l’obiettivo dell’apprendistato è promuovere la formazione e l’occupazione giovanile. Questo fine, di alto valore sociale e tutelato anche dalla Costituzione (art. 35), si realizza solo attraverso un effettivo percorso formativo. Privare il lavoratore di tale percorso significa snaturare il contratto e violare i suoi diritti.

La mancanza o la carente formazione, se grave e sostanziale, comporta la nullità del contratto per mancanza di causa. Di conseguenza, al lavoratore deve essere riconosciuto fin dall’inizio il trattamento giuridico ed economico previsto per un normale rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un monito importante per i datori di lavoro: il contratto di apprendistato non può essere utilizzato come uno strumento per ottenere agevolazioni contributive mascherando un normale rapporto di lavoro. L’obbligo formativo deve essere preso con la massima serietà, pianificato per iscritto e concretamente attuato. Per i lavoratori, invece, questa sentenza conferma una tutela fondamentale: qualora l’apprendistato si riveli una finzione, senza un reale percorso di crescita professionale, hanno il diritto di chiedere al giudice il riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con tutte le tutele che ne conseguono.

Cosa accade se un datore di lavoro non eroga la formazione prevista in un contratto di apprendistato?
Il contratto di apprendistato viene considerato nullo per mancanza della sua causa fondamentale (la formazione) e viene convertito, fin dalla sua origine, in un normale rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

La totale mancanza di formazione è considerata una violazione grave?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’inadempimento integrale degli obblighi formativi, concretizzandosi nella totale mancanza di formazione teorica e pratica, costituisce un vizio che incide sulla causa stessa del contratto e ne determina la trasformazione.

Le sanzioni amministrative previste dalla legge per la mancata formazione escludono la possibilità per il lavoratore di chiedere la conversione del contratto?
No. La Corte ha chiarito che le sanzioni amministrative previste dalla normativa (come quelle dell’art. 47 del D.Lgs. 81/2015) operano su un piano pubblicistico e non impediscono al lavoratore di far valere i propri diritti sul piano del rapporto individuale, chiedendo la conversione del contratto quale sanzione tipica per la violazione dell’obbligo formativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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