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Contratto a progetto: quando è nullo e si converte?

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un contratto a progetto per mancanza di un progetto specifico, che di fatto coincideva con l’attività ordinaria dell’azienda. La Corte ha ribadito che tale vizio comporta la conversione del rapporto in un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dall’inizio. È stato inoltre confermato il corretto inquadramento del lavoratore a un livello superiore sulla base delle mansioni specialistiche effettivamente svolte, a prescindere dall’assenza di compiti direttivi.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contratto a progetto: quando è nullo e deve essere convertito in un rapporto di lavoro subordinato?

Il contratto a progetto, sebbene oggi superato dalla legislazione, continua a essere oggetto di contenziosi legali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i requisiti di validità di tale contratto, sottolineando che la mancanza di un progetto specifico e autonomo comporta la sua conversione in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore dei servizi aveva stipulato con un lavoratore una serie di contratti a progetto. Il lavoratore, ritenendo che il suo rapporto di lavoro fosse in realtà di natura subordinata, si era rivolto al Tribunale del Lavoro. Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano dato ragione al lavoratore, dichiarando la nullità del primo contratto e riconoscendo l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato fin dall’inizio. Secondo i giudici di merito, l’oggetto del contratto non era un progetto specifico e ben definito, ma consisteva in mansioni generiche funzionali all’attività ordinaria dell’azienda, legate all’esecuzione di una convenzione con un Ministero.

La questione del valido contratto a progetto

La società ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo principalmente due motivi. In primo luogo, ha argomentato che la Corte d’Appello avrebbe erroneamente applicato una nozione di “progetto specifico” più restrittiva, introdotta da una legge del 2012 e quindi non applicabile al contratto in questione, stipulato nel 2009. In secondo luogo, ha contestato l’inquadramento del lavoratore al settimo livello del CCNL di riferimento, ritenendolo non giustificato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso della società, confermando le decisioni dei giudici di merito. La Suprema Corte ha chiarito diversi punti fondamentali.

La Necessaria Specificità del Progetto

I giudici hanno affermato che, anche secondo la normativa in vigore al momento della stipula del contratto (D.Lgs. 276/2003), il contratto a progetto richiedeva l’individuazione di un’attività produttiva chiaramente descritta, identificata e funzionalmente collegata a un determinato “risultato finale”, che fosse distinguibile dall’attività ordinaria dell’impresa. Nel caso di specie, il progetto coincideva di fatto con l’esecuzione stessa della convenzione tra la società e il Ministero, rappresentando quindi l’attività corrente e non un obiettivo autonomo. La Corte ha specificato che l’effetto sanzionatorio della conversione del rapporto in lavoro subordinato in assenza di un progetto specifico era già previsto dalla normativa originaria e non è un’introduzione della riforma del 2012.

Il Corretto Inquadramento Professionale

Anche sul secondo motivo, la Cassazione ha dato torto alla società. La Corte ha analizzato la declaratoria del settimo livello del CCNL Gas Acqua, evidenziando come questo livello non richieda esclusivamente lo svolgimento di funzioni direttive. Esso può essere attribuito anche per lo svolgimento di funzioni di tipo specialistico che richiedono un elevato bagaglio professionale, autonomia di iniziativa e la capacità di gestire informazioni complesse. I giudici hanno ritenuto che le mansioni svolte dal lavoratore (supporto tecnico-specialistico, predisposizione di studi, collaborazione internazionale) e il suo titolo di studio accademico rientrassero pienamente in questa seconda ipotesi, giustificando così il suo inquadramento al settimo livello.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: per la validità di un contratto a progetto, il progetto non può essere una mera etichetta per mascherare un’attività lavorativa ordinaria e continuativa. Deve trattarsi di un obiettivo specifico, autonomo e distinto dal ciclo produttivo standard dell’azienda. La sua mancanza determina, per legge, la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato fin dall’origine. Inoltre, la pronuncia conferma che l’inquadramento professionale deve basarsi su un’analisi concreta delle mansioni svolte, valorizzando anche le elevate competenze specialistiche, come previsto dalle norme dei contratti collettivi.

Cosa rende un ‘progetto’ valido ai fini di un contratto a progetto?
Un progetto è valido quando individua un’attività produttiva chiaramente descritta e identificata, funzionalmente collegata a un risultato finale specifico e autonomamente apprezzabile, che sia distinto dalla normale attività ordinaria e routinaria dell’azienda.

Cosa succede se un contratto a progetto non ha un progetto specifico?
Secondo la Corte di Cassazione, la mancanza di un progetto specifico e determinato fin dall’origine determina la nullità del contratto e la sua conversione automatica (ope legis) in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, sin dalla data di inizio della collaborazione.

Per ottenere un inquadramento professionale elevato sono sempre necessarie funzioni direttive?
No. Come chiarito dalla Corte, a seconda di quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di riferimento, un inquadramento elevato può essere giustificato anche dallo svolgimento di funzioni professionali di contenuto altamente specialistico, che richiedono autonomia, iniziativa e competenze tecniche avanzate, anche in assenza di compiti di coordinamento o direzione di altre persone.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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