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Contratti stagionali: il ruolo del CCNL

Un lavoratore ha contestato la legittimità di una serie di contratti a termine con un consorzio di bonifica. La Corte di Cassazione ha stabilito che la successione di contratti stagionali era legittima, confermando che i contratti collettivi nazionali (CCNL) hanno il potere di individuare attività stagionali anche oltre l’elenco previsto dalla legge. Di conseguenza, per tali attività non si applica il limite massimo di durata di 36 mesi.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Il CCNL può definire i contratti stagionali? La Cassazione fa chiarezza

La gestione dei contratti stagionali rappresenta un punto cruciale nel diritto del lavoro, bilanciando la flessibilità richiesta da certi settori e la tutela dei lavoratori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali sul potere della contrattazione collettiva di definire quali attività possano essere considerate ‘stagionali’ e, di conseguenza, esenti da alcuni vincoli previsti per i contratti a termine. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa: una successione di contratti a termine

Il caso ha origine dalla vicenda di un lavoratore impiegato per oltre un decennio presso un consorzio di bonifica attraverso una serie di contratti a tempo determinato. Le sue mansioni includevano la manutenzione delle opere e l’esercizio degli impianti di distribuzione irrigua. Sostenendo che la successione di contratti avesse superato il limite massimo di durata di 36 mesi previsto dalla legge, il lavoratore ha chiesto in tribunale la conversione del rapporto in un contratto a tempo indeterminato e il risarcimento dei danni.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva parzialmente accolto le sue richieste, dichiarando l’illegittimità dei contratti, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, le attività svolte rientravano tra quelle stagionali definite dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di settore, escludendo così l’applicazione del limite dei 36 mesi.

La Decisione della Corte: il potere della contrattazione collettiva sui contratti stagionali

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso del lavoratore, ha confermato la sentenza della Corte d’Appello, rigettando le pretese del dipendente. La Suprema Corte ha stabilito che i contratti collettivi nazionali, stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative, hanno il potere di individuare attività stagionali ulteriori rispetto a quelle già elencate in un datato decreto presidenziale (d.P.R. n. 1525/1963). Questa delega legislativa è pienamente legittima e funzionale alle esigenze specifiche dei vari settori produttivi.

Le Motivazioni: perché il CCNL può ampliare la nozione di stagionalità

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi principali.

Il primo riguarda l’interpretazione della legge, in particolare dell’art. 5, comma 4-ter, del D.Lgs. 368/2001. Questa norma, secondo la Cassazione, autorizza esplicitamente le fonti collettive a identificare nuove ipotesi di lavoro stagionale. L’intento del legislatore è stato proprio quello di affidare alle parti sociali, che conoscono meglio le dinamiche dei singoli settori, il compito di definire quali attività abbiano carattere intrinsecamente stagionale.

Il secondo pilastro è l’analisi specifica dell’art. 128 del CCNL dei Consorzi di Bonifica. La Corte ha osservato che tale articolo non si limitava a riprodurre l’elenco del vecchio decreto, ma lo ampliava consapevolmente, includendo mansioni come la ‘manutenzione ed esercizio delle opere e degli impianti consorziali’ e l”irrigazione’. Queste attività, pur non essendo strettamente legate a una singola stagione climatica, non hanno natura continuativa durante l’intero anno e sono state plausibilmente definite come ‘stagionali’ dalle parti firmatarie del contratto collettivo. La formulazione della norma contrattuale, che utilizza espressioni come ‘ecc.’ e aggiunge nuove voci, è stata interpretata come indicativa di un elenco esemplificativo e non tassativo, volto ad adattare la nozione di stagionalità alle reali necessità operative del settore.

Le Conclusioni: implicazioni pratiche per lavoratori e aziende

La pronuncia della Cassazione rafforza il ruolo della contrattazione collettiva nella regolamentazione dei rapporti di lavoro a termine. Per le aziende operanti in settori con picchi di attività legati a specifici periodi, ciò significa poter contare su una maggiore flessibilità, a condizione che il CCNL applicato definisca in modo chiaro e specifico le attività considerate stagionali. Per i lavoratori, questa decisione implica che il superamento del limite di 36 mesi non comporta automaticamente la conversione del rapporto, se le mansioni svolte rientrano in quelle stagionali individuate dal contratto collettivo. Diventa quindi fondamentale, sia per i datori di lavoro che per i dipendenti, conoscere approfonditamente le disposizioni del proprio CCNL in materia di contratti stagionali.

Un contratto collettivo nazionale (CCNL) può definire quali sono le attività stagionali, anche se non sono previste da una legge specifica?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la legge (in particolare l’art. 5, comma 4-ter, del D.Lgs. 368/2001) delega ai CCNL il potere di individuare attività stagionali ulteriori rispetto a quelle elencate nel d.P.R. n. 1525/1963.

Il limite massimo di 36 mesi per la durata dei contratti a termine si applica ai lavori stagionali individuati dal CCNL?
No. La sentenza chiarisce che le attività correttamente identificate come stagionali da un valido contratto collettivo sono esentate dal limite di durata complessiva di 36 mesi previsto per la generalità dei contratti a tempo determinato.

Le attività di ‘manutenzione ed esercizio degli impianti’ di un consorzio di bonifica possono essere considerate stagionali?
Sì. Secondo la Corte, il CCNL dei Consorzi di Bonifica ha legittimamente qualificato come stagionali tali attività. Essendo mansioni non continuative durante l’anno e assimilabili ad altri lavori stagionali del settore, la loro inclusione nell’elenco del CCNL è stata ritenuta valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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