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Contratti a termine: la Cassazione sulle fondazioni

Un lavoratore di una fondazione lirico-sinfonica ha contestato la legittimità di una serie di contratti a termine, chiedendone la conversione in un rapporto a tempo indeterminato. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione d’appello, ha stabilito che anche per le fondazioni liriche, soggette a una disciplina speciale, la mera regolarità formale non basta. È necessario che il datore di lavoro provi l’esistenza di ragioni oggettive, tecniche, produttive o organizzative che giustifichino la natura temporanea del rapporto, in linea con la normativa europea sui contratti a termine.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contratti a termine: stop all’abuso anche nelle fondazioni liriche

L’uso dei contratti a termine è una questione centrale nel diritto del lavoro, bilanciando flessibilità per le imprese e stabilità per i lavoratori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene con chiarezza su questo tema in un settore particolare: quello delle fondazioni lirico-sinfoniche. La Corte ha stabilito che anche in questo ambito, caratterizzato da una normativa speciale, il ricorso a contratti a tempo determinato non può essere indiscriminato, ma deve fondarsi su reali e dimostrabili esigenze temporanee.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un lavoratore impiegato come addetto al front office di una nota fondazione teatrale. L’impiego si è svolto attraverso una successione di contratti a termine a partire dal 2008. Il lavoratore ha agito in giudizio per far accertare la nullità dei termini apposti ai contratti stipulati tra il 2013 e il 2014, chiedendo la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato.

La Corte d’Appello aveva respinto la sua domanda, ritenendo che, in base alla normativa speciale applicabile alle fondazioni liriche (in particolare l’art. 3, comma 6, del d.l. n. 64/2010), fosse legittimo apporre un termine di durata senza la necessità di specificare le ragioni tecniche, produttive o organizzative richieste dalla disciplina generale.

La Decisione della Corte di Cassazione sui contratti a termine

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del lavoratore, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. Il principio affermato è cruciale: la normativa speciale per le fondazioni liriche ha sì eliminato l’obbligo di indicare per iscritto la causale nel contratto, ma non ha cancellato la necessità che una ragione oggettiva per la temporaneità del rapporto esista e possa essere provata in giudizio dal datore di lavoro.

L’indagine del giudice non può quindi fermarsi alla regolarità formale del contratto. Deve, invece, verificare in concreto se esistevano ragioni specifiche e temporanee che giustificassero il mancato ricorso a personale stabile. In assenza di tale prova, la successione di contratti è da considerarsi abusiva.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione si fonda su un’attenta analisi della normativa nazionale ed europea.

La Normativa Speciale per le Fondazioni Liriche

La Corte chiarisce che il legislatore, pur prevedendo un regime derogatorio per le fondazioni liriche, non ha concesso una ‘carta bianca’. L’esclusione dell’applicazione di alcuni commi della legge generale (d.lgs. 368/2001) ha inciso sui requisiti formali, ma non ha eliminato il principio cardine secondo cui il contratto a tempo indeterminato è la forma comune di rapporto di lavoro. L’eccezione, ovvero il contratto a termine, deve sempre essere ancorata a esigenze oggettive.

L’Onere della Prova e l’interpretazione dei contratti a termine

Il punto centrale della motivazione risiede nell’onere della prova. Spetta al datore di lavoro dimostrare che le mansioni affidate al lavoratore rispondevano a un’esigenza provvisoria e non potevano essere coperte dal personale assunto stabilmente. La semplice temporaneità di uno spettacolo o di una stagione teatrale non è di per sé sufficiente a giustificare un ricorso sistematico a contratti a termine per coprire esigenze ordinarie e stabili dell’organizzazione.

L’Interpretazione Conforme al Diritto Europeo

La Cassazione ha interpretato la normativa interna in conformità con la direttiva europea 1999/70/CE, che mira a prevenire l’abuso derivante dall’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato. Qualsiasi deroga nazionale deve essere interpretata in modo restrittivo e non può portare a un’elusione della tutela contro la precarietà lavorativa.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori anche in settori con regimi normativi speciali. Il messaggio è chiaro: la flessibilità concessa a determinati comparti, come quello culturale, non può tradursi in una precarizzazione strutturale. I datori di lavoro, incluse le fondazioni liriche, devono essere in grado di dimostrare con fatti concreti la natura genuinamente temporanea delle esigenze che li portano a stipulare contratti a termine. In caso contrario, il lavoratore ha diritto a vedere riconosciuta la stabilità del proprio rapporto di lavoro, con tutte le tutele che ne conseguono.

Una fondazione lirica può utilizzare contratti a termine senza alcuna giustificazione specifica?
No. Secondo la Corte di Cassazione, anche se la legge speciale non richiede l’indicazione scritta della causale nel contratto, deve comunque esistere una ragione oggettiva e provvisoria (tecnica, produttiva, organizzativa) che giustifichi il termine. La mera regolarità formale del contratto non è sufficiente.

Chi deve provare la legittimità di una serie di contratti a termine in una fondazione lirica?
L’onere della prova spetta al datore di lavoro. È la fondazione che deve dimostrare in giudizio l’esistenza di esigenze effettivamente temporanee che non potevano essere soddisfatte dal personale stabile, giustificando così il ricorso a contratti a tempo determinato.

La temporaneità di uno spettacolo o di una stagione teatrale è sufficiente a giustificare un contratto a termine?
Non automaticamente. La Corte ha chiarito che non basta fare leva sulla temporaneità della singola produzione o stagione. Bisogna verificare se l’esigenza di personale è realmente provvisoria o se, invece, risponde a un bisogno stabile e duraturo dell’organizzazione, che dovrebbe essere coperto da personale a tempo indeterminato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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