LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Contratti a termine fondazioni liriche: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza un caso cruciale sui contratti a termine nelle fondazioni liriche. Un lavoratore ha contestato la legittimità di una serie di contratti a tempo determinato, sostenendo la violazione della normativa europea volta a prevenire gli abusi. La Corte ha ritenuto la questione di tale complessità e rilevanza nomofilattica da richiedere un esame approfondito, in particolare per valutare la compatibilità della legislazione nazionale, che permette una maggiore flessibilità per tali enti, con i principi sanciti dalla Corte di Giustizia dell’UE.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contratti a Termine nelle Fondazioni Liriche: la Cassazione Prende Tempo

I contratti a termine nelle fondazioni liriche rappresentano da tempo un terreno di scontro tra le esigenze di flessibilità del settore artistico e la necessità di tutelare i lavoratori contro l’abuso della precarietà. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha acceso nuovamente i riflettori su questo delicato equilibrio, decidendo di non pronunciarsi immediatamente ma di rinviare la causa a una pubblica udienza per la sua eccezionale importanza.

Il Caso: Una Successione di Contratti a Termine

La vicenda giudiziaria nasce dal ricorso di un lavoratore impiegato per anni presso una nota Fondazione Teatro dell’Opera attraverso una lunga serie di contratti a tempo determinato. Il lavoratore, ritenendo che tale successione di contratti mascherasse un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, si era rivolto al Tribunale, che in prima istanza gli aveva dato ragione, riconoscendo la costituzione di un rapporto a tempo indeterminato.

La Corte d’Appello, tuttavia, aveva ribaltato la decisione, accogliendo le tesi della Fondazione. Secondo i giudici di secondo grado, la normativa speciale applicabile alle fondazioni lirico-sinfoniche (in particolare il D.Lgs. 81/2015) consentiva una deroga alle regole generali sui contratti a termine, non richiedendo una ‘causale’ giustificativa e non prevedendo un limite massimo di durata complessiva. Contro questa sentenza, il lavoratore ha proposto ricorso in Cassazione, articolando sei distinti motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso: Scontro tra Normativa Interna ed Europea

Il cuore del ricorso del lavoratore si basa sul presunto contrasto tra la legislazione italiana e il diritto dell’Unione Europea. I principali argomenti sollevati sono:

1. Violazione della Direttiva 1999/70/CE: La normativa nazionale, permettendo una successione potenzialmente illimitata di contratti a termine senza ragioni oggettive, violerebbe la clausola 5 dell’Accordo Quadro europeo, che impone agli Stati membri di adottare misure efficaci per prevenire e sanzionare l’abuso di tali contratti.
2. Mancata applicazione del ‘regime di causalità’: Il ricorrente sostiene che, a seguito di una sentenza della Corte di Giustizia UE (la nota causa Sciotto C-331/17) e dell’entrata in vigore del D.L. 87/2018, anche i contratti stipulati dalla Fondazione avrebbero dovuto essere supportati da una causale specifica, che nel caso di specie era generica o assente.
3. Superamento del limite di durata: Si contesta la decisione della Corte territoriale di non aver considerato il superamento del limite massimo di durata complessiva del rapporto a termine.

Le Motivazioni della Cassazione: Una Questione di Rilievo Nomofilattico

La Suprema Corte, anziché decidere nel merito, ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza. Questa scelta non è casuale, ma è dettata dalla profonda rilevanza delle questioni sollevate.

I giudici hanno evidenziato che il caso impone una valutazione complessa sulla compatibilità della disciplina speciale per i contratti a termine nelle fondazioni liriche con i principi fondamentali del diritto europeo, come il divieto di discriminazione e l’obbligo di prevenire gli abusi. In particolare, la Corte dovrà stabilire se l’assenza di un limite temporale e l’acausalità previste dalla legge italiana per questo settore costituiscano effettivamente una violazione delle tutele minime garantite dall’Accordo Quadro.

La decisione di discutere il caso in pubblica udienza sottolinea la volontà della Corte di affrontare la questione con la massima ponderazione, consentendo un’ampia e diretta interlocuzione tra le parti e il Pubblico Ministero. Si tratta di un profilo di carattere ‘nomofilattico’, ovvero destinato a creare un precedente che orienterà la giurisprudenza futura su casi analoghi.

Conclusioni: Cosa Attendarsi dalla Pubblica Udienza

L’ordinanza della Cassazione lascia la questione aperta, ma segnala l’estrema delicatezza del tema. La futura sentenza, che verrà emessa dopo la pubblica udienza, avrà un impatto significativo non solo per il lavoratore coinvolto, ma per l’intero settore delle fondazioni lirico-sinfoniche e per la definizione del rapporto tra diritto nazionale e diritto europeo del lavoro. La decisione finale dovrà bilanciare le specificità organizzative e produttive del mondo dello spettacolo con il diritto fondamentale dei lavoratori a non essere soggetti a un precariato ingiustificato e senza fine.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha rinviato la decisione a una pubblica udienza perché le questioni legali sollevate sono state ritenute di eccezionale importanza e complessità. In particolare, è necessario valutare approfonditamente la compatibilità tra la normativa speciale italiana per le fondazioni liriche e i principi del diritto dell’Unione Europea volti a prevenire l’abuso dei contratti a termine. Data la rilevanza ‘nomofilattica’, la Corte vuole una discussione più ampia prima di emettere una sentenza che farà da precedente.

Qual è il principale punto di conflitto tra la legge italiana e quella europea in questa vicenda?
Il conflitto principale risiede nel fatto che la normativa italiana (D.Lgs. 81/2015) ha previsto per le fondazioni lirico-sinfoniche la possibilità di stipulare contratti a termine in modo ‘acausale’ (senza una ragione giustificativa specifica) e senza un limite massimo di durata complessiva. Questo regime speciale sembra contrastare con l’obiettivo della Direttiva europea 1999/70/CE, che impone agli Stati di adottare misure efficaci per prevenire e sanzionare proprio l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato.

Cosa si intende per ‘ragioni obiettive’ richieste dalla normativa europea?
Le ‘ragioni obiettive’, menzionate nella clausola 5 dell’Accordo Quadro europeo, sono circostanze precise e concrete che possono giustificare il rinnovo di contratti a tempo determinato. Non basta un riferimento generico alle esigenze del settore, ma è necessaria la prova di un bisogno specifico e temporaneo che legittimi il ricorso a un rapporto di lavoro a termine anziché a uno stabile. Nel caso di specie, il lavoratore contesta che le causali indicate dalla Fondazione (come il riferimento a un determinato spettacolo) fossero troppo generiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati