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Contratti a tempo determinato: la Cassazione decide

Un lavoratore dello spettacolo ha impugnato la reiterazione di contratti a tempo determinato con una fondazione lirica, chiedendone la conversione. La Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che non basta indicare lo spettacolo per giustificare il termine. È necessario che l’ente dimostri ragioni oggettive, tecniche e produttive che rendano impossibile l’impiego di personale stabile.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Contratti a tempo determinato nelle Fondazioni Liriche: quando sono legittimi?

La gestione dei contratti a tempo determinato nel settore artistico, e in particolare nelle Fondazioni lirico-sinfoniche, è da tempo oggetto di un complesso dibattito giuridico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che la natura intrinsecamente stagionale dell’attività non è di per sé sufficiente a giustificare una catena di contratti a termine. Il datore di lavoro deve sempre dimostrare la sussistenza di ragioni oggettive e specifiche.

Il caso: un artista contro la precarietà

Un ballerino, impiegato da una nota Fondazione lirica attraverso una serie di contratti a termine succedutisi tra il 2013 e il 2015, si è rivolto al tribunale. La sua richiesta era chiara: accertare la nullità dei termini apposti ai contratti e ottenere la conversione del rapporto di lavoro in un contratto a tempo indeterminato.

Sia in primo grado che in appello, le sue domande sono state respinte. La Corte d’Appello, in particolare, aveva sostenuto che, in base alla normativa speciale applicabile alle Fondazioni liriche (D.L. n. 64/2010), era sufficiente l’indicazione nel contratto dell’attività artistica per cui il lavoratore era stato assunto. Secondo i giudici di merito, non era necessario specificare ulteriormente le ragioni tecniche, organizzative o produttive, e l’abuso nella reiterazione dei contratti era da escludere.

La Disciplina Speciale dei contratti a tempo determinato nelle Fondazioni Liriche

Le Fondazioni lirico-sinfoniche beneficiano di un regime derogatorio rispetto alla disciplina generale dei contratti a tempo determinato. La normativa, evolutasi nel tempo, ha cercato di bilanciare le esigenze di flessibilità del settore dello spettacolo con la tutela dei lavoratori.

Il D.L. n. 64/2010, al centro del dibattito, aveva escluso per queste Fondazioni l’applicazione di alcune disposizioni del D.Lgs. n. 368/2001, come l’obbligo di forma scritta per la specificazione delle ragioni e il principio generale del contratto a tempo indeterminato come forma comune di rapporto di lavoro. Tuttavia, come chiarito dalla Cassazione, ciò non ha eliminato la necessità di una causa giustificatrice sostanziale per il ricorso al termine.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione della Corte d’Appello, accogliendo il motivo di ricorso del lavoratore. I giudici supremi hanno stabilito un principio fondamentale: l’indagine del giudice non può fermarsi alla regolarità formale del contratto. Anche nel regime speciale delle Fondazioni liriche, il ricorso ai contratti a tempo determinato deve essere supportato da effettive ragioni oggettive.

La Corte ha specificato che la temporaneità di una singola produzione o di una stagione teatrale non giustifica automaticamente l’assunzione a termine. Per evitare un abuso del diritto e un’elusione della normativa europea (Direttiva 1999/70/CE), è necessario verificare se le esigenze che hanno portato all’assunzione fossero realmente provvisorie e non potessero essere soddisfatte dal personale stabile della Fondazione.

In altre parole, la Fondazione deve provare che l’apporto professionale del lavoratore era necessario per ragioni specifiche, tecniche, artistiche o produttive che andavano oltre la normale e continuativa attività dell’ente. Non basta affermare che uno spettacolo ha una durata limitata; bisogna dimostrare perché, per quello specifico spettacolo o esigenza, non si poteva fare affidamento su personale assunto a tempo indeterminato.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione rafforza la tutela dei lavoratori del settore dello spettacolo, precisando che le deroghe normative non equivalgono a una “carta bianca” per l’utilizzo indiscriminato dei contratti a tempo determinato. La decisione impone alle Fondazioni liriche un onere probatorio rigoroso: dimostrare, caso per caso, l’esistenza di ragioni concrete e oggettive che giustifichino la natura temporanea del rapporto. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare la vicenda attenendosi a questo principio, verificando se la Fondazione abbia fornito prove sufficienti a sostegno della legittimità dei contratti stipulati.

Una fondazione lirica può usare contratti a tempo determinato solo indicando lo spettacolo nel contratto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mera indicazione dell’attività artistica o dello spettacolo non è sufficiente. Il datore di lavoro deve dimostrare l’effettiva sussistenza di ragioni oggettive (tecniche, organizzative, produttive) che giustifichino la natura temporanea del rapporto.

La natura temporanea di una stagione teatrale giustifica automaticamente l’uso di contratti a tempo determinato?
No. La Corte ha chiarito che non si può fare leva sulla temporaneità della singola produzione o della stagione per giustificare di per sé il ricorso al contratto a termine. Ciò legittimerebbe un uso potenzialmente abusivo e perenne di tali contratti per coprire esigenze stabili.

Cosa deve provare una fondazione lirica per dimostrare la legittimità di un contratto a termine?
La fondazione deve provare che le esigenze che hanno portato all’assunzione non potevano essere soddisfatte da personale assunto a tempo indeterminato. Deve dimostrare che l’apporto del lavoratore era necessario per un’esigenza specifica e provvisoria, legata a particolari caratteristiche dello spettacolo o del programma che richiedevano un contributo peculiare e temporaneo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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