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Contestazione dell’addebito, esercizio del potere disciplinare

La contestazione dell’addebito nell’ambito dell’esercizio del potere disciplinare presuppone che il datore abbia notizia dei fatti, non che i fatti siano definitivamente ed irreversibilmente accertati. 7 della legge 20 maggio 1970 n. 300, la quale non si esaurisce necessariamente in un giustificazione del comportamento ben potendo riguardare la stessa sussistenza dei fatti, e generando nel datore il successivo legittimo convincimento dell’infondatezza della contestazione), e la stessa autonomia del procedimento penale.

Pubblicato il 03 February 2009 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

La contestazione dell’addebito nell’ambito dell’esercizio del potere disciplinare presuppone che il datore abbia notizia dei fatti, non che i fatti siano definitivamente ed irreversibilmente accertati.

Di ciò costituiscono riscontro la necessità dell’immediatezza (incompatibile con un tale accertamento), la stessa difesa (ex art. 7 della legge 20 maggio 1970 n. 300, la quale non si esaurisce necessariamente in un giustificazione del comportamento ben potendo riguardare la stessa sussistenza dei fatti, e generando nel datore il successivo legittimo convincimento dell’infondatezza della contestazione), e la stessa autonomia del procedimento penale.

La contestazione ha per oggetto l’addebito, non le relative prove.

Ciò è dirsi in modo particolare per quanto riguarda i fatti che, svolgendosi al di fuori dell’azienda ed essendo estranei al lavoro, sfuggono alla diretta cognizione del datore.

A tal fine, per la stessa finalità della contestazione (consentire che il lavoratore fornisca la giustificazione), è sufficiente che il datore indichi la fonte della sua conoscenza.

E, per l’attendibilità del riferimento e l’intrinseca potenziale rilevanza dei fatti, questa fonte può ben esaurirsi in un articolo di giornale.

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 22236 del 23 ottobre 2007

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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