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Conguaglio contributi CIGS: quando si evita la decadenza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34274/2024, chiarisce i termini per il conguaglio dei contributi CIGS. La Corte ha stabilito che, per evitare la decadenza, non è sufficiente la richiesta di autorizzazione all’INPS, ma è necessario l’effettivo pagamento della differenza contributiva. Tale pagamento deve avvenire entro il giorno 16 del mese successivo alla fine del periodo di paga in cui scade il termine semestrale. Nel caso specifico, pur correggendo la motivazione della Corte d’Appello, la Cassazione ha ritenuto il pagamento dell’azienda tempestivo, rigettando il ricorso dell’INPS.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Conguaglio Contributi CIGS: La Cassazione Chiarisce i Termini per non Perdere il Diritto

La gestione del conguaglio contributi CIGS rappresenta un’operazione delicata per le aziende, dove il rispetto delle scadenze è cruciale per non perdere il diritto al recupero delle somme anticipate. Con la recente sentenza n. 34274 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione fondamentale sui termini di decadenza, chiarendo quale sia l’atto che effettivamente ‘salva’ l’azienda dalla perdita del diritto.

I Fatti del Caso

Una nota azienda manifatturiera, dopo aver anticipato ai propri dipendenti le indennità di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), aveva effettuato il conguaglio con i contributi dovuti all’INPS. L’Istituto previdenziale, tuttavia, contestava la tempestività dell’operazione, sostenendo che l’azienda fosse incorsa nella decadenza del diritto al conguaglio e richiedendo il pagamento integrale dei contributi.

La Corte d’Appello aveva dato ragione all’azienda, ritenendo che la semplice presentazione della domanda di autorizzazione al conguaglio fosse sufficiente a impedire la decadenza. L’INPS, non condividendo questa interpretazione, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione sul Conguaglio Contributi CIGS e i Termini di Decadenza

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’INPS, ma ha corretto la motivazione della sentenza di secondo grado, stabilendo un principio di diritto di grande importanza pratica per tutte le imprese.

I giudici hanno chiarito che, ai fini della decadenza prevista dall’art. 7 del D.Lgs. n. 148/2015, non rileva la data della richiesta di autorizzazione, bensì la data in cui il conguaglio viene materialmente eseguito. Ma cosa si intende per ‘esecuzione del conguaglio’?

La Natura del Conguaglio come Compensazione Impropria

La Corte ha ribadito che il conguaglio tra le somme anticipate a titolo di CIGS e i contributi dovuti all’INPS opera come una ‘compensazione impropria’. Questo significa che è un meccanismo automatico che non richiede un’autorizzazione formale dell’INPS per perfezionarsi. L’atto che realizza concretamente il conguaglio è il pagamento all’Istituto della sola differenza contributiva residua. È in quel momento che le reciproche poste di debito e credito si estinguono.

Quando il Conguaglio è Tempestivo: I Termini da Rispettare

Il termine di decadenza per effettuare il conguaglio è di sei mesi, che decorrono dalla fine del periodo di paga in corso alla scadenza della concessione CIGS o dalla data del provvedimento di concessione, se successivo.

La Cassazione, coordinando la normativa sulla decadenza (art. 7, D.Lgs. 148/15) con quella sui versamenti contributivi (art. 18, D.Lgs. 241/97), ha stabilito che la decadenza è impedita se il pagamento della differenza contributiva a saldo avviene entro il giorno 16 del mese successivo alla fine del periodo di paga in cui scade il semestre di decadenza.

Nel caso specifico, il termine semestrale scadeva il 13 dicembre 2017. Il periodo di paga di riferimento era quindi dicembre 2017. L’azienda, avendo pagato il 16 gennaio 2018, ha rispettato la scadenza, rendendo il suo conguaglio pienamente valido.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla natura stessa dell’istituto del conguaglio. Esso non è un procedimento amministrativo che inizia con una domanda e finisce con un’autorizzazione, ma un meccanismo automatico di compensazione. L’art. 7, co. 3, D.Lgs. n. 148/2015, quando parla di ‘conguaglio’ come atto che impedisce la decadenza, si riferisce all’operazione contabile e finanziaria del pagamento del saldo, non a un atto preliminare come la richiesta. Di conseguenza, l’eventuale richiesta di autorizzazione è giuridicamente irrilevante per impedire la decadenza. Anche la successiva comunicazione dei dati tramite flussi Uniemens è un adempimento necessario per il controllo ex post da parte dell’INPS, ma non incide sul perfezionamento del conguaglio, che si è già realizzato con il pagamento.

Conclusioni

Questa sentenza chiarisce un punto fondamentale per le aziende: per evitare la decadenza dal diritto di recuperare le somme anticipate per la CIGS, non basta inviare una richiesta all’INPS. È indispensabile effettuare il versamento effettivo del saldo contributivo entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui si conclude il semestre di decadenza. Un principio chiaro che impone alle imprese la massima attenzione nella gestione delle scadenze dei pagamenti previdenziali.

Per evitare la decadenza dal diritto al conguaglio dei contributi CIGS, è sufficiente presentare la domanda di autorizzazione all’INPS?
No, la sentenza chiarisce che la semplice richiesta di autorizzazione non ha alcuna rilevanza giuridica al fine di impedire la decadenza. L’atto che conta è l’effettivo conguaglio.

Qual è l’atto che perfeziona il conguaglio e impedisce la decadenza?
L’atto che perfeziona il conguaglio e impedisce la decadenza è il pagamento effettivo all’INPS della differenza contributiva tra quanto dovuto e quanto anticipato a titolo di integrazioni salariali.

Entro quale termine deve essere effettuato il pagamento a conguaglio per essere considerato tempestivo?
Il pagamento deve essere effettuato entro il giorno 16 del mese successivo alla fine del periodo di paga in cui scade il termine semestrale di decadenza (che decorre dal termine della concessione CIG o dal provvedimento autorizzativo).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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