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Concorso di colpa: la guida imprudente non basta

Il Tribunale di Pescara ha deliberato su un caso di concorso di colpa tra un motociclista e un’automobile. Il veicolo, effettuando una manovra rischiosa da un parcheggio sul lato sbagliato della strada, è stato ritenuto responsabile all’80%. Tuttavia, al motociclista è stato attribuito il 20% della colpa a causa della velocità eccessiva, evidenziata da una lunga traccia di frenata. Di conseguenza, il risarcimento finale è stato ridotto.

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Pubblicato il 27 gennaio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Concorso di Colpa: Anche la Vittima Può Essere Responsabile

In materia di incidenti stradali, la determinazione delle responsabilità non è sempre netta. Una recente sentenza del Tribunale di Pescara illustra perfettamente il principio del concorso di colpa, dimostrando come anche la condotta della persona danneggiata possa incidere sulla quantificazione del risarcimento. Questo caso, che ha visto contrapposti un motociclista e un’automobilista, sottolinea l’importanza di una guida sempre prudente, a prescindere dagli errori altrui.

I Fatti di Causa: Una Manovra Azzardata e le sue Conseguenze

L’incidente si è verificato quando un’automobilista, alla guida di una city car, si è immessa nel flusso della circolazione partendo da un parcheggio situato sul lato opposto al senso di marcia. In pratica, era parcheggiata “contromano”. Durante questa manovra, ha invaso la corsia percorsa da un motociclista che stava sopraggiungendo.

Il motociclista, per evitare l’impatto, ha effettuato una brusca frenata, perdendo il controllo del mezzo. La moto è scivolata sull’asfalto per oltre 20 metri prima di urtare il marciapiede opposto. A seguito dell’incidente, il motociclista ha riportato significative lesioni fisiche, che hanno richiesto un lungo percorso di cure e hanno lasciato postumi permanenti, riducendo anche la sua capacità lavorativa specifica.

La Posizione delle Parti

Il motociclista ha citato in giudizio la conducente e il proprietario dell’auto, insieme alla loro compagnia di assicurazione, chiedendo il risarcimento integrale dei danni e sostenendo la responsabilità esclusiva dell’automobilista.

Dal canto loro, i convenuti hanno contestato questa ricostruzione, attribuendo l’incidente principalmente all’eccessiva velocità del motociclista, che non gli avrebbe permesso di gestire la situazione in sicurezza. Hanno quindi richiesto il rigetto della domanda o, in subordine, il riconoscimento di un concorso di colpa.

La Valutazione del Giudice sul Concorso di Colpa

Il Tribunale ha analizzato attentamente la dinamica dell’incidente, basandosi sui rilievi effettuati, sulle testimonianze e su una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) medico-legale per quantificare le lesioni.

Il giudice ha riconosciuto la grave violazione commessa dall’automobilista. L’immissione da un parcheggio “contromano” in una strada a doppio senso e con visibilità limitata è stata considerata una manovra di estrema pericolosità, in palese violazione delle norme del Codice della Strada. Questo comportamento è stato identificato come la causa principale dell’incidente.

Tuttavia, il Tribunale ha anche dato peso a un elemento cruciale: la lunga traccia di scarrocciamento (20,18 metri) lasciata dalla moto sull’asfalto. Questo dato oggettivo è stato interpretato come una prova inconfutabile che il motociclista stesse viaggiando a una velocità superiore al limite consentito e, comunque, non adeguata alle condizioni di traffico e del luogo (strada urbana). Se avesse mantenuto una velocità prudente, avrebbe potuto evitare la collisione o limitarne le conseguenze.

La Liquidazione del Danno

Una volta stabilita la ripartizione delle colpe, il giudice ha proceduto alla liquidazione del danno. Il danno non patrimoniale (biologico e morale) è stato quantificato in € 58.603,14, utilizzando le tabelle del Tribunale di Milano. A questo si è aggiunto il danno patrimoniale per la ridotta capacità lavorativa, calcolato in € 17.791,80.

L’importo totale del danno è stato quindi decurtato prima dell’acconto già versato dall’assicurazione e, successivamente, della percentuale di colpa attribuita al motociclista.

Le Motivazioni

Il Tribunale ha fondato la sua decisione sull’articolo 2054 del Codice Civile, che stabilisce una presunzione di pari responsabilità in caso di scontro tra veicoli. Per superare questa presunzione, una parte deve dimostrare non solo la colpa dell’altra, ma anche la propria condotta di guida irreprensibile. Nel caso di specie, il motociclista non è riuscito a fornire questa prova, poiché la sua velocità eccessiva è stata ritenuta una concausa determinante dell’evento. La condotta gravemente imprudente dell’automobilista, pur essendo la causa principale, non è stata sufficiente ad escludere del tutto la responsabilità del motociclista. Di conseguenza, il giudice ha ritenuto equo attribuire l’80% della responsabilità all’automobilista e il restante 20% al motociclista.

Le Conclusioni

La sentenza condanna i convenuti in solido a pagare al motociclista la somma di € 26.267,68, già decurtata della sua quota di responsabilità del 20%. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: sulla strada, la prudenza è sempre richiesta a tutti gli utenti. Anche di fronte a una palese violazione altrui, non si è esonerati dal rispettare le norme di comportamento, in particolare quelle relative ai limiti di velocità. La sentenza serve da monito: per ottenere un risarcimento integrale, non basta dimostrare la colpa altrui, ma è necessario provare di aver fatto tutto il possibile per evitare il sinistro, mantenendo una condotta di guida impeccabile.

Anche se un automobilista compie una manovra palesemente vietata e pericolosa, posso essere considerato in parte responsabile per l’incidente?
Sì. La sentenza dimostra che anche di fronte a una grave infrazione altrui (come un’immissione in strada da un parcheggio contromano), la propria condotta di guida viene esaminata. Se si viaggia a velocità eccessiva, si può essere ritenuti corresponsabili, con una conseguente riduzione del risarcimento.

Come viene stabilita la percentuale di responsabilità in un caso di concorso di colpa?
Il giudice valuta la condotta di entrambi i conducenti per determinare in che misura ciascuno abbia contribuito a causare l’incidente. Nel caso specifico, la manovra dell’auto è stata considerata la causa principale (80% di colpa), ma la velocità del motociclista, provata dalla lunga frenata, è stata valutata come una concausa rilevante (20% di colpa).

Cosa succede all’importo del risarcimento se viene accertato un mio concorso di colpa?
L’importo totale del danno liquidato dal giudice (che comprende danno biologico, morale e patrimoniale) viene ridotto in misura percentuale corrispondente alla quota di responsabilità che ti è stata attribuita. In questo caso, il risarcimento finale è stato diminuito del 20%.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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