Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 1 Num. 6141 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 1 Num. 6141 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 07/03/2024
NOME NOME
-intimata-
Avverso l’ordinanza del Tribunale di Torino del 20.7.2021, emessa nel procedimento r.g. n. 9336/2021
Udita la relazione RAGIONE_SOCIALE causa svolta nella camera di consiglio non partecipata del 29 novembre 2023 dal Consigliere NOME COGNOME
FATTI DI CAUSA
Oggetto:
Patrocinio legale a spese dello RAGIONE_SOCIALE Competenza.
ORDINANZA
Sul ricorso proposto dal RAGIONE_SOCIALE, rappresentato e difeso ex lege dall’Avvocatura RAGIONE_SOCIALE dello RAGIONE_SOCIALE ed elettivamente domiciliato in Roma, INDIRIZZO
-ricorrente –
Contro
Nel giudizio, avente ad oggetto l’opposizione avverso il decreto emesso in data 4.3.2021, con il quale il GIP del Tribunale di Torino, ha dichiarato l’inammissibilità, ex art. 79 TUSG, dell’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello RAGIONE_SOCIALE presentata dalla opponente nel procedimento r.g. n.3124/2021, l’RAGIONE_SOCIALE e il RAGIONE_SOCIALE, si sono costituiti telematicamente in data 15.7.2021 eccependo l’improcedibilità del ricorso per ‘competenza’ del giudice penale . L’adito Tribunale di Torino statuiva che:
premesso che la competenza del Presidente del Tribunale si era realizzata con la presenza del Presidente delegato e che l’organizzazione interna tabellare del Tribunale adito prevede che i ricorsi vengano assegnati in conformità alla delega del capo dell’ufficio giudiziario , a nulla rilevando la diversa opzione tabellare prescelta in altri uffici giudiziari , revocava il diniego all’ammissione al patrocinio dello RAGIONE_SOCIALE e ammetteva la ricorrente NOME al predetto patrocinio.
Contro il decreto il RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ha presentato ricorso con un motivo.
NOME NOME non ha svolto attività difensiva.
RAGIONI DELLA DECISIONE
La ricorrente deduce:
Con il primo motivo: Violazione e/o falsa applicazione degli artt. 99 d.p.r. n.115/2002 e 14 d.lgs. n. 150/2011 in relazione all’art . 360, comma 1, n. 3, c.p.c. Il Tribunale non ha tenuto conto che ai sensi RAGIONE_SOCIALE normativa citata le controversie avverso il decreto di rigetto dell’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello RAGIONE_SOCIALE sono di competenza del Presidente del Tribunale, sia esso civile o penale, a seconda del procedimento nel quale è stata presentata l’istanza di ammissione al patrocinio.
1.1 La censura è infondata . Il Tribunale dà atto che l’opposizione è stata correttamente proposta al Tribunale di Torino ed è stato
assegnato alla terza sezione civile in conformità alla delega del Capo dell’Ufficio giudiziario sulla base dell’organizzazione interna tabellare del Tribunale che non può essere oggetto di censura tantomeno in sede di legittimità.
La censura contesta proprio il provvedimento presidenziale di delega posto in essere dal Presidente del Tribunale, a fronte del quale l’amministrazione aveva eccepito «l’improcedibilità del ricorso» (p. 1 dell’ordinanza impugnata). L ‘amministrazione ricorrente cita – a sostegno di tale impostazione – decisioni di questa Corte nel senso RAGIONE_SOCIALE abnormità di tale provvedimento presidenziale. Il Tribunale ha ritenuto, per contro, che il procedimento ex art. 99 d.P.R. n.115/2002 abbia natura di giudizio civile, in quanto ad esso si applica l’art. 14 d.lgs. n.150/2011, e che il riferimento all’incompetenza sarebbe improprio, essendo la decisione sul ricorso di competenza del Tribunale di Torino, laddove l’assegnazione alla sezione civile rientrava nella competenza interna tabellare.
La questione è stata risolta dalla giurisprudenza penale di questa Corte che ha affermato che è abnorme – e, quindi, impugnabile con ricorso ex art. 111 Cost. – il provvedimento con cui il presidente del tribunale abbia disposto la trasmissione al giudice civile dell’opposizione proposta avverso il decreto di rigetto dell’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello RAGIONE_SOCIALE emesso nell’ambito di un procedimento penale, in quanto tale opposizione, a differenza di quella al decreto di liquidazione del compenso al custode o all’ausiliario del giudice, va proposta al giudice penale stante il carattere accessorio RAGIONE_SOCIALE controversia rispetto al processo penale, e il provvedimento del presidente del tribunale comporta l’impossibilità di proseguire il procedimento nelle forme previste dalla legge (Cass., n. 1223/2019, che ha annullato senza rinvio, perché il processo non poteva essere proseguito, il provvedimento impugnato).
Ed anche nella giurisprudenza civile di questa Corte, si è affermato che, in tema di patrocinio a spese dello RAGIONE_SOCIALE nel procedimento penale, l’impugnativa circa la legittimità del rigetto
dell’istanza di ammissione rientra nell’ambito RAGIONE_SOCIALE competenze RAGIONE_SOCIALE sezioni penali RAGIONE_SOCIALE Corte di Cassazione, mentre la competenza RAGIONE_SOCIALE sezioni civili RAGIONE_SOCIALE Corte è riconosciuta esclusivamente in ordine ai ricorsi che nascono dal procedimento di opposizione al decreto di liquidazione, ai sensi dell’art. 170 del d.P.R. n. 112/2002, indipendentemente dalla circostanza che esso sia stato pronunciato in un giudizio penale (Cass., n.10136/2021). La sentenza ha, peraltro, rimesso il ricorso al Primo Presidente per l’assegnazione a sezione penale, ma non ha certo sollevato il regolamento di competenza di ufficio, trattandosi di riparto di affari all’interno dello stesso ufficio. Ed a tale impostazione si ritiene di aderire in questa sede.
In effetti, si è affermato, al riguardo, che l’ordinanza del giudice civile che abbia reputato competente un giudice penale del medesimo ufficio non è impugnabile con regolamento di competenza ai sensi dell’art. 42 c.p.c., atteso che la distinzione tra le varie sezioni -anche civili e penali -del medesimo tribunale si riferisce a mere articolazioni interne di un unico ufficio, con la conseguente esclusione RAGIONE_SOCIALE possibilità di qualificare le rispettive attribuzioni come “questione di competenza” nel processo civile, dovendosi altresì escludere l’applicazione, sia in via diretta che in via analogica, RAGIONE_SOCIALE soluzioni normative sancite dall’art. 28 c.p.p. (Cass., S.U., n. 38596/2021). Ne consegue il rigetto del ricorso.
Per quanto esposto il ricorso va rigettato. Non vi è luogo a provvedere sulle spese processuali, in mancanza di attività difensiva RAGIONE_SOCIALE parte intimata.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso.
Ai sensi dell’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. 30.5.2002, n.115, nel testo introdotto dall’art. 1, comma 17, l. 24 dicembre 2012, n. 228, dà atto RAGIONE_SOCIALE sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte RAGIONE_SOCIALE ricorrente, dell’ulteriore importo a
titolo di contributo unificato, pari a quello previsto per il ricorso, a norma del comma 1-bis dello stesso art. 13, se dovuto.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio RAGIONE_SOCIALE Prima