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Competenza patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Ministero della Giustizia, stabilendo che l’assegnazione interna di un’opposizione al diniego di gratuito patrocinio tra sezioni (civile e penale) dello stesso tribunale non costituisce una questione di competenza impugnabile. Il caso riguardava la decisione del Tribunale di Torino di ammettere una cittadina al beneficio in un procedimento penale. La Corte ha chiarito che la ripartizione degli affari è una mera articolazione organizzativa interna, confermando la validità della decisione sulla competenza del patrocinio a spese dello Stato.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza Patrocinio a Spese dello Stato: La Cassazione Fa Chiarezza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6141/2024, ha fornito un’importante precisazione sulla competenza per il patrocinio a spese dello Stato, distinguendo nettamente tra la competenza giurisdizionale e la mera organizzazione interna degli uffici giudiziari. Questa decisione chiarisce che l’assegnazione di un ricorso a una sezione civile anziché penale all’interno dello stesso tribunale non può essere contestata come una violazione delle norme sulla competenza. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti di Causa

Una cittadina presentava istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato nell’ambito di un procedimento penale. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Torino dichiarava l’istanza inammissibile. La richiedente proponeva opposizione avverso tale provvedimento. Il ricorso in opposizione veniva assegnato a una sezione civile del medesimo Tribunale di Torino, la quale, in accoglimento dell’opposizione, ammetteva la cittadina al beneficio.

Il Ministero della Giustizia, costituitosi nel giudizio di opposizione, impugnava l’ordinanza del Tribunale di Torino dinanzi alla Corte di Cassazione. Il Ministero sosteneva che il giudice civile non fosse competente a decidere, poiché, trattandosi di patrocinio in ambito penale, la competenza spettava a un giudice penale, secondo le norme di riferimento.

La Decisione sulla Competenza per il Patrocinio a Spese dello Stato

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal Ministero della Giustizia. I giudici di legittimità hanno stabilito che la questione sollevata non atteneva a un vero e proprio difetto di competenza, ma a una semplice questione di ripartizione interna degli affari all’interno del Tribunale di Torino.

La Corte ha ribadito un principio fondamentale, già sancito dalle Sezioni Unite: la distinzione tra le varie sezioni di un medesimo tribunale (siano esse civili o penali) riguarda mere articolazioni interne di un unico ufficio. Di conseguenza, non è possibile qualificare l’assegnazione di un caso a una sezione piuttosto che a un’altra come una “questione di competenza” nel senso tecnico-giuridico previsto dal codice di procedura civile.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di consolidati orientamenti giurisprudenziali. È stato chiarito che, sebbene la giurisprudenza penale consideri “abnorme” il provvedimento con cui il presidente del tribunale trasmette al giudice civile un’opposizione in materia di patrocinio a spese dello Stato sorta in un procedimento penale, tale questione non si traduce in un vizio di competenza impugnabile ai sensi dell’art. 42 c.p.c.

La Suprema Corte ha sottolineato che un conto è la competenza tra uffici giudiziari diversi, un altro è la distribuzione del lavoro all’interno dello stesso ufficio. Quest’ultima è regolata da provvedimenti organizzativi interni (le cosiddette “tabelle”) e non incide sulla competenza del tribunale inteso come unico organo giurisdizionale. Pertanto, l’ordinanza del giudice civile che si pronuncia su una materia connessa a un procedimento penale, in virtù di un’assegnazione interna, non è impugnabile con un regolamento di competenza.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza in esame rafforza il principio secondo cui la ripartizione dei fascicoli tra le sezioni di uno stesso tribunale è una questione organizzativa interna e non una questione di competenza giurisdizionale. La decisione del Presidente del Tribunale di assegnare un’opposizione in materia di gratuito patrocinio alla sezione civile non può essere motivo di ricorso per Cassazione per violazione delle norme sulla competenza. Questa pronuncia offre certezza procedurale, impedendo che questioni di mera organizzazione interna possano paralizzare o ritardare la tutela dei diritti dei cittadini, come quello fondamentale all’accesso alla giustizia tramite il patrocinio a spese dello Stato.

A chi spetta decidere sull’opposizione al diniego di patrocinio a spese dello Stato in un processo penale?
Secondo la giurisprudenza penale citata dalla Corte, l’opposizione andrebbe proposta al giudice penale. Tuttavia, la Cassazione in questa sede civile ha chiarito che se il Presidente del Tribunale assegna il caso alla sezione civile, la decisione di quest’ultima è valida perché si tratta di una ripartizione interna del lavoro.

L’assegnazione di un caso alla sezione civile anziché penale all’interno dello stesso tribunale è un errore di competenza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la suddivisione dei compiti tra le diverse sezioni (civili e penali) di un unico tribunale è una questione di organizzazione interna e non una vera e propria “questione di competenza” che può essere impugnata.

È possibile impugnare l’ordinanza di un giudice civile che si pronuncia su una questione di patrocinio legale nata in ambito penale?
Non è possibile impugnarla per motivi di competenza se la decisione è stata presa da un giudice dello stesso tribunale in cui è sorto il procedimento originario. La controversia sulla ripartizione degli affari interni all’ufficio giudiziario non costituisce un vizio procedurale che consente il ricorso per regolamento di competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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