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Compenso difensore d’ufficio: sì alla riduzione

La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso del difensore d’ufficio per l’assistenza a un imputato irreperibile deve essere ridotto di un terzo, come previsto dall’art. 106 bis del d.p.r. 115/2002. La Corte ha accolto il ricorso del Ministero della Giustizia, cassando la decisione del Tribunale che aveva liquidato l’onorario per intero. La sentenza sottolinea che tale riduzione rappresenta un equo bilanciamento tra il diritto dell’avvocato a un compenso e l’interesse generale alla difesa dei non abbienti, ritenendo la norma pienamente legittima.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso Difensore d’Ufficio: La Cassazione Conferma la Riduzione di un Terzo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale riguardo al compenso del difensore d’ufficio che assiste un imputato irreperibile. La Suprema Corte ha stabilito che la riduzione di un terzo prevista dalla legge è sempre applicabile, risolvendo una questione che aveva generato interpretazioni difformi nei tribunali di merito. Questa decisione chiarisce l’equilibrio tra il diritto dell’avvocato a una giusta retribuzione e le esigenze di finanza pubblica.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’opposizione di un avvocato, nominato difensore d’ufficio per un imputato risultato irreperibile, avverso il decreto di liquidazione del proprio onorario. Il Tribunale, in prima istanza, aveva accolto parzialmente la sua richiesta, liquidando una somma di 855,00 euro oltre accessori. Tuttavia, il giudice di merito aveva escluso l’applicazione della riduzione di un terzo prevista dall’articolo 106 bis del d.p.r. 115/2002.

Contro questa decisione, il Ministero della Giustizia ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che tale riduzione dovesse essere applicata, in quanto la norma si riferisce specificamente ai casi di patrocinio a spese dello Stato, categoria assimilabile a quella del difensore d’ufficio di un irreperibile.

La Questione Giuridica sul Compenso del Difensore d’Ufficio

Il cuore della controversia verteva sull’applicabilità dell’articolo 106 bis del d.p.r. 115/2002 al compenso del difensore d’ufficio di un imputato irreperibile. La norma prevede una decurtazione di un terzo degli importi spettanti al difensore. Il legale sosteneva che tale riduzione non fosse applicabile al suo caso, mentre il Ministero ne affermava la piena vigenza.

La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a stabilire se questa disposizione, introdotta per contenere la spesa pubblica, si estendesse anche a questa specifica fattispecie, bilanciando il diritto del professionista a un equo compenso con l’interesse generale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso del Ministero. Richiamando una serie di precedenti conformi (Cass. n. 4048/2024; Cass. n. 36059/2023; Cass. n. 22257/2022), i giudici hanno affermato che l’art. 106 bis costituisce una disposizione speciale pienamente applicabile.

La ratio della norma, secondo la Corte, è quella di contemperare due esigenze: da un lato, la tutela dell’interesse generale alla difesa tecnica del non abbiente (o dell’irreperibile); dall’altro, il diritto dell’avvocato a percepire un compenso equo. La riduzione di un terzo è considerata un “contenuto sacrificio delle aspettative economiche del professionista”, che non svilisce il ruolo del difensore né viola i minimi tariffari. L’importo, anche se ridotto, non assume un valore meramente simbolico e la sua determinazione tiene comunque conto della natura, del contenuto e del pregio dell’attività difensiva svolta.

La Corte ha inoltre paragonato questa situazione a quella del gratuito patrocinio, dove riduzioni simili sono da tempo ritenute costituzionalmente legittime. Di conseguenza, l’ordinanza del Tribunale, che aveva escluso tale riduzione, è stata cassata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: il compenso liquidato al difensore d’ufficio di un imputato irreperibile deve essere sistematicamente ridotto di un terzo. Gli avvocati che assumono tali incarichi devono essere consapevoli di questa decurtazione automatica. La Corte, decidendo nel merito, ha ricalcolato l’onorario del legale, riducendolo da 855,00 euro a 570,00 euro, oltre accessori. Questa pronuncia fornisce un’indicazione vincolante per i tribunali di merito, uniformando il trattamento economico a livello nazionale e garantendo certezza del diritto in materia di liquidazione degli onorari professionali.

Il compenso per un difensore d’ufficio che assiste un imputato irreperibile può essere ridotto?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il compenso liquidato in questi casi deve essere obbligatoriamente ridotto di un terzo, in applicazione dell’art. 106 bis del d.p.r. 115/2002.

Per quale motivo è stata ritenuta legittima questa riduzione?
La riduzione è considerata legittima perché rappresenta un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico a garantire la difesa a chi non può provvedervi e il diritto dell’avvocato a un compenso. Secondo la Corte, non si tratta di un compenso simbolico e non svilisce la professionalità dell’avvocato, rappresentando un “contenuto sacrificio”.

Cosa succede se un Tribunale liquida il compenso senza applicare la riduzione?
La decisione del Tribunale è errata in diritto e può essere impugnata. Come avvenuto nel caso di specie, la Corte di Cassazione può cassare il provvedimento e, decidendo nel merito, applicare direttamente la riduzione, ricalcolando l’importo dovuto all’avvocato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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