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Compenso CTU collegiale: calcolo corretto in Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che aveva liquidato un compenso a due consulenti tecnici d’ufficio duplicando le voci di spesa. La Corte ha ribadito che, in caso di incarico congiunto, il calcolo del compenso CTU collegiale deve basarsi sulla parcella di un singolo consulente, aumentata del 40% per ogni altro membro, come previsto dall’art. 53 del d.P.R. 115/2002, e non sulla somma di due parcelle distinte.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso CTU Collegiale: La Guida Completa alla Corretta Liquidazione secondo la Cassazione

La determinazione del compenso CTU collegiale rappresenta un aspetto cruciale e talvolta controverso nelle procedure giudiziarie. Quando un giudice nomina più di un consulente tecnico d’ufficio (CTU) per svolgere un’unica perizia, come deve essere calcolato il loro onorario? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla corretta applicazione della normativa, censurando la prassi di duplicare i compensi e ribadendo il principio dell’incarico unitario. Analizziamo questa importante decisione per capire le regole da seguire.

Il Caso: Una Duplicazione Errata dei Compensi

Due cittadini si sono opposti ai decreti di liquidazione emessi da un Tribunale a favore di due consulenti tecnici. A questi ultimi era stato affidato un incarico congiunto, al termine del quale il giudice aveva liquidato una somma complessiva di oltre 3.800 euro, da dividere in parti uguali. I ricorrenti lamentavano che tale importo era il risultato di un errore di calcolo: il Tribunale, pur in presenza di un unico incarico, aveva di fatto duplicato le ‘vacazioni’ (le unità temporali su cui si basa il calcolo) indicate da uno dei consulenti, violando la normativa specifica in materia.

L’Analisi della Corte sul Compenso CTU Collegiale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 53 del d.P.R. n. 115/2002 (Testo Unico sulle spese di giustizia), che disciplina specificamente il compenso per gli incarichi collegiali.

L’Applicazione dell’Art. 53 d.P.R. 115/2002

La norma è chiara: ‘quando l’incarico è stato conferito a un collegio di ausiliari il compenso globale è determinato sulla base di quello spettante al singolo, aumentato del quaranta per cento per ciascuno degli altri componenti del collegio’. L’unica eccezione si verifica quando il magistrato ‘disponga che ognuno degli incaricati deve svolgere personalmente e per intero l’incarico affidatogli’.

Nel caso in esame, era stato conferito un unico incarico a due ausiliari senza alcuna disposizione che imponesse a ciascuno di svolgere l’intero compito individualmente. Pertanto, il calcolo corretto non poteva essere la somma di due parcelle separate.

Il Principio dell’Incarico Unitario

La Cassazione ha sottolineato che l’indicazione del numero di vacazioni da parte di un membro del collegio si riferisce necessariamente alla prestazione nel suo complesso, poiché l’incarico è unitario. L’errore del giudice di merito è stato quello di duplicare tale base di calcolo, contravvenendo al dato normativo che prevede un aumento percentuale e non una moltiplicazione del compenso base. Il compenso doveva essere determinato in modo globale, partendo da quello spettante a un singolo consulente e applicando su di esso la maggiorazione del 40% per il secondo.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda su una rigorosa interpretazione letterale e logica della legge. La normativa mira a remunerare l’attività del collegio nel suo complesso, riconoscendo un aumento per la maggiore complessità o il contributo aggiuntivo degli altri membri, ma senza considerare le loro prestazioni come autonome e separate. Duplicare il compenso base significherebbe ignorare la natura unitaria e collaborativa dell’incarico collegiale, con un conseguente e ingiustificato aggravio di spese per le parti in causa. La decisione è illegittima perché viola non solo l’art. 53, ma anche il principio generale secondo cui gli onorari devono essere commisurati al tempo effettivamente impiegato per l’incarico, e non a un tempo presunto o duplicato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato l’ordinanza impugnata e ha rinviato la causa al Tribunale, in persona di un diverso magistrato, affinché proceda a una nuova liquidazione applicando i principi corretti. Questa decisione rafforza un principio fondamentale per la trasparenza e l’equità delle spese processuali: il compenso CTU collegiale non è la somma dei compensi individuali. È un compenso globale, calcolato su una base unica (la parcella di un singolo CTU) e poi aumentato del 40% per ogni consulente aggiuntivo. Un monito per i tribunali a seguire scrupolosamente la legge, evitando liquidazioni eccessive che gravano ingiustamente sui cittadini.

Come si calcola il compenso per un incarico giudiziario affidato a più consulenti tecnici (CTU)?
Il compenso si calcola determinando l’onorario spettante a un singolo consulente e aumentandolo del 40% per ciascun altro membro del collegio. Non si devono sommare le parcelle individuali.

È legittimo che ogni consulente di un collegio peritale chieda il compenso per l’intero lavoro svolto?
No, non è legittimo. L’incarico è considerato unitario e il compenso è calcolato in modo globale. La duplicazione delle vacazioni o delle voci di spesa viola la normativa. L’unica eccezione è se il giudice dispone espressamente che ogni consulente debba svolgere personalmente e per intero l’incarico.

Cosa accade se un tribunale liquida un compenso errato a un collegio di CTU?
La parte interessata può impugnare il provvedimento di liquidazione. Come dimostra questo caso, la Corte di Cassazione può annullare (cassare) la decisione errata e rinviare la causa al tribunale di merito affinché proceda a una nuova e corretta liquidazione delle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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