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Compenso CTU: calcolo per incarichi complessi

Una società si opponeva agli onorari liquidati a un consulente tecnico in un’indagine ambientale, ritenendoli eccessivi. Anche il consulente impugnava i decreti, giudicandoli però insufficienti. Il Tribunale ha ridefinito i criteri per il calcolo del **compenso CTU**, chiarendo quando più accertamenti giustificano onorari separati. La decisione ha parzialmente accolto le ragioni di entrambe le parti, ricalcolando l’importo finale e stabilendo principi chiave per la liquidazione in casi di incarichi plurimi e complessi.

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Pubblicato il 30 dicembre 2024 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso CTU: Guida al Calcolo per Incarichi Complessi e Plurimi

La determinazione del compenso CTU rappresenta un momento cruciale e spesso conflittuale nei procedimenti giudiziari. Quando un consulente tecnico è chiamato a svolgere indagini complesse, articolate in più quesiti e su diversi beni, sorge una domanda fondamentale: il compenso deve essere calcolato come un’unica prestazione o come la somma di più attività distinte? Una recente sentenza del Tribunale di Ancona offre chiarimenti decisivi, analizzando un caso emblematico relativo a una perizia ambientale su un grande impianto industriale.

I Fatti di Causa: una Duplice Opposizione

Il caso trae origine da una complessa indagine penale per reati ambientali. Il Pubblico Ministero aveva incaricato un ingegnere di eseguire una serie di accertamenti tecnici su diversi serbatoi e aree di un impianto petrolchimico. Al termine delle sue attività, il consulente aveva depositato quindici distinte istanze di liquidazione, a seguito delle quali la Procura aveva emesso cinque decreti di pagamento.

La vicenda approda in sede civile con una duplice opposizione:
1. La società proprietaria dell’impianto impugnava i decreti, ritenendo il compenso complessivo (circa 191.000 euro) sproporzionato e frutto di un’errata applicazione dei criteri normativi. Sosteneva che l’incarico dovesse considerarsi unitario e che gli onorari fossero stati ingiustificatamente moltiplicati.
2. Il consulente tecnico, a sua volta, si opponeva agli stessi decreti, ma per il motivo opposto: riteneva che l’importo liquidato fosse troppo basso rispetto alla complessità e alla pericolosità del lavoro svolto, e che alcuni aumenti non fossero stati riconosciuti.

Il Tribunale si è quindi trovato a dover dirimere la questione, stabilendo i corretti principi per la liquidazione del compenso CTU in presenza di incarichi plurimi.

La Questione Giuridica: Incarico Unitario o Pluralità di Accertamenti?

Il cuore della controversia risiede nella distinzione tra incarico unitario e pluralità di accertamenti. La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che, ai fini della liquidazione, non rileva il numero di quesiti posti dal giudice, ma l’autonomia e l’interdipendenza delle indagini richieste.

– Un incarico è unitario quando le diverse attività, pur complesse, sono interdipendenti e finalizzate a un unico accertamento complessivo.
– Si ha una pluralità di accertamenti quando le indagini sono autonome, distinte e indipendenti, anche se conferite con un unico atto formale.

In questo secondo caso, è legittima una liquidazione basata sulla sommatoria degli onorari relativi a ciascun distinto accertamento.

La Decisione del Tribunale sul Calcolo del Compenso CTU

Il giudice ha analizzato nel dettaglio i cinque incarichi conferiti progressivamente al consulente. Ha stabilito che la natura delle perizie, relative a un “impianto industriale”, rendeva applicabile il criterio di calcolo a percentuale basato sul valore del bene (art. 11 del D.M. 30.05.2002), e non quello residuale “a vacazioni” invocato dalla società.

Successivamente, ha valutato ogni singolo incarico per determinarne l’unitarietà o la pluralità:

Incarichi su serbatoi distinti: Quando gli accertamenti riguardavano serbatoi diversi per caratteristiche costruttive, capacità e funzione (es. l’incarico sui serbatoi TK59 e TK62), il Tribunale ha riconosciuto la presenza di due accertamenti autonomi, legittimando il calcolo di due onorari separati.
Incarichi su un singolo serbatoio: Quando le indagini, seppur articolate (analisi strutturale, verifica dello svuotamento, esame del crollo del tetto), si concentravano su un unico bene (es. il serbatoio TK61), l’incarico è stato considerato unitario.
Incarichi con pluralità di beni: Per l’incarico che prevedeva la verifica di cinque serbatoi e una vasca di raccolta, il giudice ha concluso che si trattava di sei distinte verifiche, giustificando una liquidazione basata sulla moltiplicazione dell’onorario massimo per sei.

Infine, il Tribunale ha riesaminato gli aumenti per la complessità, annullandone uno per carenza di motivazione, riducendone un altro e concedendone uno nuovo per un’attività documentale particolarmente complessa. L’importo finale è stato rideterminato in circa 143.000 euro.

Le Motivazioni

La motivazione della sentenza si fonda su un’attenta applicazione dei principi stabiliti dalla Corte di Cassazione. Il giudice ha ribadito che la valutazione sull’unitarietà o pluralità degli incarichi dipende dall’autonomia ed autosufficienza delle indagini tecnico-peritali. Non è il numero di domande a contare, ma la natura del lavoro svolto. Se per rispondere a più quesiti il CTU deve compiere attività autonome e indipendenti, è corretto procedere a una liquidazione plurima.

Il Tribunale ha anche chiarito che la scelta tra i diversi criteri tariffari (a percentuale, a tempo, ecc.) deve basarsi sulla natura prevalente dell’attività svolta. In questo caso, trattandosi di perizie su un impianto industriale, l’aspetto tecnico era predominante, rendendo corretto l’uso dell’art. 11 del D.M. 30.05.2002. Solo per un incarico di natura quasi esclusivamente documentale è stato ritenuto applicabile l’art. 2, relativo a materie amministrative e contabili. Infine, ogni aumento per eccezionale complessità deve essere specificamente e congruamente motivato, non potendo basarsi su formule generiche.

Le Conclusioni

La sentenza offre importanti implicazioni pratiche sia per i consulenti che per le parti processuali. Innanzitutto, conferma che in presenza di accertamenti autonomi e distinti, anche se conferiti in un unico contesto, il consulente ha diritto a una liquidazione che tenga conto di tale pluralità, attraverso la sommatoria dei singoli compensi. In secondo luogo, sottolinea l’importanza di una corretta qualificazione dell’incarico per individuare il criterio tariffario applicabile, privilegiando quello che meglio rispecchia la natura prevalente della prestazione. Infine, ribadisce l’onere per il giudice di motivare puntualmente l’applicazione di eventuali maggiorazioni per la complessità, garantendo che il compenso sia adeguato ma non sproporzionato.

Quando un incarico affidato a un CTU con più quesiti va considerato unitario e quando plurimo ai fini del compenso?
L’incarico è considerato unitario se le diverse attività sono interdipendenti e strumentali a un unico accertamento complessivo. È considerato plurimo, e quindi dà diritto a compensi cumulabili, se i quesiti richiedono accertamenti autonomi, distinti e indipendenti, la cui valutazione si basa sulla loro autosufficienza a prescindere dalla pluralità delle domande o delle risposte.

È possibile applicare la sommatoria degli onorari per ciascun accertamento distinto richiesto al CTU?
Sì, la sentenza conferma che, secondo la giurisprudenza consolidata, è legittima la liquidazione degli onorari effettuata mediante la sommatoria di quelli relativi a ciascuno dei distinti accertamenti richiesti, anche se conferiti nell’ambito di un incarico formalmente unico.

Quale criterio si usa per calcolare il compenso del CTU in perizie su impianti industriali?
Per le perizie in materia di impianti industriali, il criterio prevalente è quello a percentuale previsto dall’art. 11 della tabella allegata al D.M. 30.05.2002, che si basa sul valore del bene oggetto di accertamento. Il criterio a tempo (‘a vacazioni’) ha carattere residuale e si applica solo quando non sia possibile utilizzare i criteri specifici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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