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Compenso aggiuntivo segretario: quando è dovuto?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2276/2024, ha stabilito che il compenso aggiuntivo per un segretario comunale che svolge mansioni extra non è un diritto automatico. Per ottenerlo, sono necessarie due condizioni cumulative: una specifica decisione dell’ente locale di erogare il compenso e la comprovata disponibilità di risorse finanziarie. La retribuzione di posizione è infatti considerata ‘onnicomprensiva’, coprendo già un’ampia gamma di compiti. La richiesta di un segretario è stata quindi respinta in quanto mancavano questi presupposti fondamentali.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Compenso Aggiuntivo Segretario Comunale: Non Basta Svolgere Incarichi Extra

Lo svolgimento di mansioni aggiuntive rispetto a quelle ordinarie garantisce automaticamente il diritto a una retribuzione superiore? Questa è una domanda cruciale nel pubblico impiego, specialmente per figure di alta responsabilità come i segretari comunali. La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 2276/2024, ha fornito una risposta chiara, specificando che il compenso aggiuntivo per il segretario non è un automatismo, ma è subordinato a precise condizioni. Analizziamo la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti di Causa: La Richiesta del Segretario Comunale

Un segretario comunale si era rivolto al Tribunale del Lavoro per ottenere la condanna del proprio Comune al pagamento di indennità aggiuntive. La richiesta era motivata dallo svolgimento di due incarichi supplementari di notevole responsabilità: Responsabile dei Servizi Affari Generali e titolare del Servizio Socio-assistenziale.

In primo grado, il Tribunale aveva parzialmente accolto la domanda, riconoscendo una somma basata sulla misura minima prevista dalla contrattazione collettiva. Tuttavia, la Corte d’Appello, su impugnazione del Comune, aveva completamente ribaltato la decisione, rigettando la richiesta del lavoratore. La motivazione della Corte territoriale era duplice: da un lato, non era mai stato pattuito un compenso aggiuntivo al momento del conferimento degli incarichi; dall’altro, il segretario non aveva nemmeno allegato o provato la sussistenza di risorse disponibili nel bilancio comunale per coprire tale spesa.

L’Analisi della Corte di Cassazione e il Compenso Aggiuntivo per il Segretario

Il lavoratore ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che un’interpretazione della normativa contrattuale conforme alla Costituzione (art. 36, diritto a una retribuzione proporzionata) imporrebbe il riconoscimento di un compenso extra una volta assegnate le mansioni. La Suprema Corte ha però respinto integralmente il ricorso, chiarendo la natura e i limiti del diritto al compenso aggiuntivo.

Il Principio di Onnicomprensività della Retribuzione

Il punto centrale della decisione è il principio di onnicomprensività della retribuzione di posizione. Secondo i giudici, la contrattazione collettiva nazionale stabilisce che lo stipendio legato alla posizione assorbe già ogni altra forma di compenso connessa alle prestazioni di lavoro, incluso quello per il lavoro straordinario. Questa retribuzione è proporzionata all’importanza e alle dimensioni dell’ente.

Di conseguenza, la contrattazione collettiva non prevede un diritto incondizionato a pagamenti extra. Al contrario, stabilisce un regime generale in cui la retribuzione di posizione copre già lo svolgimento di ulteriori incarichi.

I Presupposti per il Compenso Aggiuntivo: Discrezionalità e Risorse

La possibilità di erogare un compenso aggiuntivo per il segretario esiste, ma non è un obbligo né un diritto automatico. La contrattazione collettiva (in particolare l’art. 41 del CCNL di riferimento) la qualifica come una facoltà discrezionale dell’ente. Tale facoltà può essere esercitata solo al ricorrere di due condizioni fondamentali e cumulative:

1. Una specifica decisione dell’ente locale: L’amministrazione deve deliberare di voler corrispondere la maggiorazione.
2. La disponibilità di risorse: L’erogazione deve avvenire “nell’ambito delle risorse disponibili e nel rispetto della capacità di spesa”.

In assenza di questi due elementi, il solo fatto di aver ricevuto e svolto incarichi ulteriori non è sufficiente a far sorgere il diritto di credito.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha rigettato i motivi del ricorrente perché basati su un’interpretazione errata delle norme contrattuali. L’interpretazione costituzionalmente orientata, invocata dal segretario, non può stravolgere il chiaro tenore letterale delle disposizioni, che configurano la maggiorazione come discrezionale e condizionata. L’ente locale può scegliere se conferire incarichi aggiuntivi e, una volta conferiti, può scegliere se remunerarli extra, ma solo se le finanze lo permettono. Inoltre, la Corte ha sottolineato che la disponibilità delle risorse è un elemento costitutivo del diritto stesso, e quindi spetta al lavoratore che avanza la pretesa quantomeno allegarne l’esistenza sin dal primo grado di giudizio. Nel caso di specie, non solo mancava la prova delle risorse, ma soprattutto mancava l’atto fondamentale: la delibera del Comune di voler riconoscere un compenso aggiuntivo.

Le Conclusioni: Cosa Implica questa Sentenza?

L’ordinanza consolida un principio fondamentale per il pubblico impiego: l’attribuzione di mansioni supplementari a un funzionario o dirigente non comporta automaticamente un aumento della retribuzione. La regola generale è quella dell’onnicomprensività dello stipendio di posizione. L’eccezione, ovvero il compenso aggiuntivo, richiede una volontà esplicita dell’amministrazione e una verifica della sostenibilità finanziaria. Questa pronuncia serve da monito per i dipendenti pubblici: prima di attendersi un extra in busta paga per compiti aggiuntivi, è necessario verificare che l’ente abbia formalmente deliberato in tal senso e che vi siano le coperture economiche necessarie.

Lo svolgimento di incarichi aggiuntivi dà automaticamente diritto a un compenso aggiuntivo per un segretario comunale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il semplice svolgimento di mansioni ulteriori non fa sorgere in automatico il diritto a un compenso aggiuntivo, poiché la retribuzione di posizione è governata dal principio di onnicomprensività, che già copre un’ampia gamma di prestazioni lavorative.

Quali sono le condizioni necessarie per ottenere un compenso aggiuntivo?
Per ottenere un compenso aggiuntivo sono necessarie due condizioni cumulative: in primo luogo, una specifica e discrezionale decisione dell’ente locale di voler corrispondere tale compenso; in secondo luogo, la sussistenza di risorse finanziarie disponibili nel bilancio comunale per coprire la spesa.

Su chi ricade l’onere di dimostrare la sussistenza delle condizioni per il compenso aggiuntivo?
L’onere di allegare e provare i fatti costitutivi del diritto, inclusa la presenza di risorse disponibili, ricade sul lavoratore che avanza la richiesta di pagamento. La Corte ha specificato che la disponibilità finanziaria è parte integrante del fatto che genera il diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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