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Clausola sociale: obbligo di assunzione e tutele

Un lavoratore, impiegato nei servizi di assistenza a terra in un aeroporto, non veniva assunto dalla società subentrante in un cambio appalto, nonostante la presenza di una clausola sociale nel contratto collettivo. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1316/2024, ha confermato il diritto del lavoratore all’assunzione e al risarcimento, rigettando le difese dell’azienda. Il caso chiarisce che l’obbligo di assunzione derivante dalla clausola sociale è vincolante e che non si applicano i brevi termini di decadenza previsti per l’impugnazione dei licenziamenti, garantendo così una maggiore tutela occupazionale.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Clausola Sociale e Cambio Appalto: La Cassazione Conferma l’Obbligo di Assunzione

La clausola sociale rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela dei lavoratori nei cambi di appalto, garantendo la continuità occupazionale. Con la recente ordinanza n. 1316 del 12 gennaio 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su questo tema, rafforzando i diritti dei dipendenti e chiarendo la portata degli obblighi per le aziende subentranti. Vediamo insieme i dettagli di una decisione che consolida un importante principio di stabilità lavorativa.

I Fatti del Caso: Il Diritto all’Assunzione Negato

La vicenda riguarda un lavoratore impiegato con mansioni di coordinatore presso una società che gestiva i servizi di assistenza a terra in un importante aeroporto del nord Italia. A seguito di un cambio di gestione nell’appalto, una nuova società è subentrata nella fornitura dei servizi.

Nonostante il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di settore prevedesse una specifica clausola sociale che obbligava l’azienda subentrante ad assorbire il personale della precedente, la nuova società ha assunto solo una minima parte dei lavoratori. Il dipendente in questione, escluso dal passaggio, si è visto costretto a ricorrere in giudizio per far valere il proprio diritto al trasferimento del rapporto di lavoro.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Inizialmente, il Tribunale aveva dato ragione all’azienda. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo le richieste del lavoratore. I giudici di secondo grado hanno accertato il suo diritto a essere assunto dalla nuova società, con la stessa anzianità, qualifica e retribuzione, condannando l’azienda a ripristinare il rapporto di lavoro e a corrispondere le retribuzioni maturate dal momento in cui l’assunzione sarebbe dovuta avvenire.

L’azienda ha quindi proposto ricorso in Cassazione, basando la propria difesa su diversi motivi, tra cui la presunta applicabilità dei termini di decadenza per l’impugnazione e una presunta violazione delle norme contrattuali che, a suo dire, avrebbero permesso una selezione discrezionale del personale da assumere.

L’Analisi della Cassazione e l’Importanza della Clausola Sociale

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso della società, confermando la sentenza d’appello. I giudici hanno chiarito alcuni punti di diritto cruciali.

In primo luogo, è stato ribadito che l’azione volta a far valere il diritto all’assunzione derivante da una clausola sociale non è soggetta al breve termine di decadenza previsto dall’art. 32 della Legge n. 183/2010. Tale norma, infatti, si applica a casi diversi, come l’impugnazione di un licenziamento o la contestazione di un trasferimento d’azienda, e non all’adempimento di un obbligo di assunzione che sorge direttamente dalla contrattazione collettiva.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che la clausola sociale crea un’obbligazione diretta in capo all’impresa subentrante. Questa non può sottrarsi a tale obbligo adducendo motivazioni non previste dalla disciplina collettiva, come l’esistenza di una procedura di mobilità interna o proponendo al lavoratore condizioni contrattuali peggiorative rispetto a quelle godute in precedenza.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano sulla natura e sulla finalità della clausola sociale. Essa non è una mera indicazione di principio, ma una norma contrattuale vincolante che mira a proteggere la stabilità occupazionale dei lavoratori coinvolti nei cambi di appalto. Questo istituto giuridico crea un diritto soggettivo del lavoratore all’assunzione, che può essere fatto valere direttamente nei confronti dell’impresa subentrante.

La Cassazione ha evidenziato che la tutela offerta dalla clausola sociale si aggiunge, e non si sostituisce, a quella esistente nei confronti del precedente datore di lavoro. Il diritto del lavoratore a essere assunto dalla nuova azienda è autonomo e non dipende da eventuali azioni intraprese contro la società uscente.

I giudici hanno inoltre ritenuto infondate le argomentazioni dell’azienda riguardo alla presunta facoltà di individuare discrezionalmente il personale da assumere. La contrattazione collettiva, infatti, stabilisce criteri oggettivi che l’impresa deve seguire, e la società ricorrente non aveva dimostrato di averli applicati correttamente, essendosi limitata ad assumere un numero di lavoratori inferiore a quello previsto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale ormai costante e di grande importanza pratica:

1. Tutela Rafforzata per i Lavoratori: I dipendenti coinvolti in un cambio di appalto godono di una forte protezione grazie alla clausola sociale, che costituisce un vero e proprio diritto all’assunzione.
2. Nessuna Decadenza Breve: I lavoratori hanno a disposizione i termini di prescrizione ordinari per agire in giudizio, senza dover rispettare i ristretti termini di decadenza previsti per altre fattispecie.
3. Obblighi Precisi per le Aziende: Le imprese che subentrano in un appalto non possono eludere gli obblighi derivanti dalla clausola sociale se non nei casi espressamente previsti dalla contrattazione collettiva. Offerte di assunzione a condizioni peggiorative non costituiscono un valido adempimento.

In definitiva, la decisione riafferma la centralità della contrattazione collettiva come fonte di diritti per i lavoratori e come strumento per garantire stabilità e certezza in settori, come quello degli appalti, spesso caratterizzati da precarietà.

In caso di cambio appalto, la clausola sociale obbliga la nuova azienda ad assumere il personale della precedente?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la clausola sociale prevista dalla contrattazione collettiva crea un vero e proprio obbligo per l’impresa subentrante di assumere i lavoratori impiegati dalla società uscente, a determinate condizioni.

Si applica il termine di decadenza per far valere il diritto all’assunzione derivante da clausola sociale?
No. La Corte ha stabilito che l’azione per ottenere l’assunzione in base a una clausola sociale non rientra nelle ipotesi soggette ai brevi termini di decadenza previsti dall’art. 32 della L. 183/2010, che riguardano altre fattispecie come l’impugnazione di licenziamenti.

La nuova azienda può offrire condizioni di lavoro peggiorative per adempiere all’obbligo della clausola sociale?
No. La sentenza chiarisce che una proposta di assunzione a condizioni di impiego difformi e peggiorative rispetto a quelle applicate dall’impresa uscente (ad esempio, per l’orario di lavoro) non costituisce un corretto adempimento dell’obbligo derivante dalla clausola sociale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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