LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Cessione ramo d’azienda: quando è illegittima?

Un gruppo di lavoratori ha impugnato la cessione del ramo d’azienda in cui erano impiegati. Il Tribunale del Lavoro ha dichiarato l’operazione di cessione ramo d’azienda illegittima, ordinando il ripristino immediato dei rapporti di lavoro con l’azienda cedente alle medesime condizioni precedenti. Le due società coinvolte sono state condannate in solido al pagamento delle spese legali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Cessione Ramo d’Azienda: il Tribunale Dichiara l’Illegittimità e Ordina il Reintegro

La cessione ramo d’azienda è un’operazione strategica comune nel mondo imprenditoriale, ma deve rispettare precisi requisiti legali per essere valida, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei lavoratori coinvolti. Una recente sentenza del Tribunale di Milano, Sezione Lavoro, ha affrontato proprio questo tema, dichiarando illegittima una cessione e riaffermando con forza i diritti dei dipendenti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Cessione Impugnata dai Lavoratori

Un nutrito gruppo di oltre trenta lavoratori si è trovato improvvisamente trasferito da una società (la cedente) a un’altra (la cessionaria) a seguito di un’operazione formalizzata come cessione ramo d’azienda. Ritenendo che il trasferimento fosse illegittimo e pregiudizievole per i loro diritti, i lavoratori hanno deciso di agire in giudizio, assistiti da un collegio di legali. L’obiettivo era chiaro: ottenere l’annullamento della cessione e vedere ripristinato il proprio rapporto di lavoro con il datore di lavoro originario.

La Decisione del Tribunale: Una Cessione Ramo d’Azienda Illegittima

Il Giudice del Lavoro, dopo aver esaminato la controversia, ha accolto pienamente le richieste dei ricorrenti. Con una sentenza emessa il 25 luglio 2025, ha pronunciato una decisione netta e di grande impatto.

Il Tribunale ha:
1. Accertato e dichiarato l’illegittimità della cessione del ramo d’azienda avvenuta tra le due società.
2. Per effetto di tale declaratoria, ha accertato la persistenza dei rapporti di lavoro dei ricorrenti in capo alla società cedente, come se il trasferimento non fosse mai avvenuto.
3. Condannato la società cedente a ripristinare immediatamente i suddetti rapporti di lavoro, garantendo le stesse condizioni economiche e normative preesistenti.
4. Condannato entrambe le società, cedente e cessionaria, in solido tra loro, a rifondere le spese legali ai lavoratori, per un importo complessivo di oltre 36.000 euro, oltre oneri accessori e contributo unificato.

La sentenza è stata inoltre dichiarata provvisoriamente esecutiva, imponendo alle aziende un’immediata ottemperanza.

Le Motivazioni della Sentenza

Sebbene il provvedimento analizzato sia un dispositivo che riserva il deposito delle motivazioni dettagliate entro 60 giorni, la decisione si fonda su principi consolidati del diritto del lavoro. Affinché una cessione ramo d’azienda sia legittima, il ‘ramo’ trasferito deve possedere una propria autonomia funzionale già prima della cessione. Non può essere una mera somma di beni o, come spesso accade, un semplice gruppo di lavoratori slegati da una struttura organizzativa autonoma. Quando la cessione maschera un mero trasferimento di personale senza che vi sia un’entità produttiva autonoma, i giudici la considerano illegittima. La decisione del Tribunale di Milano suggerisce che, nel caso di specie, sia stata riscontrata proprio la mancanza di questo requisito essenziale, rendendo l’intera operazione una violazione delle tutele previste per i lavoratori.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la cessione ramo d’azienda non può essere utilizzata come uno strumento per eludere gli obblighi del datore di lavoro o per liberarsi di personale. Le implicazioni pratiche sono significative:

* Tutela dei Lavoratori: I dipendenti illegittimamente trasferiti hanno diritto a essere reintegrati nel loro posto di lavoro originario, mantenendo tutte le condizioni contrattuali.
* Responsabilità Solidale: La condanna in solido delle due società al pagamento delle spese legali rafforza la tutela del lavoratore, che può rivalersi su entrambe per ottenere quanto dovuto.
* Monito per le Aziende: Le imprese devono pianificare con estrema attenzione le operazioni di cessione, assicurandosi che il ramo trasferito sia una vera e propria entità economica organizzata e autonoma, per non incorrere in contenziosi costosi e nella declaratoria di illegittimità dell’operazione stessa.

Cosa succede se una cessione di ramo d’azienda viene dichiarata illegittima?
Se la cessione è illegittima, il rapporto di lavoro dei dipendenti coinvolti continua senza interruzioni con l’azienda cedente (il datore di lavoro originale), come se il trasferimento non fosse mai avvenuto. Il giudice ordina il ripristino del rapporto di lavoro alle condizioni precedenti.

Chi paga le spese legali in caso di vittoria dei lavoratori?
In questo caso, il giudice ha condannato l’azienda cedente e quella cessionaria, in solido tra loro, a rimborsare tutte le spese legali sostenute dai lavoratori. Questo significa che i lavoratori possono chiedere l’intero importo a una qualsiasi delle due società.

La sentenza è immediatamente efficace?
Sì, la sentenza è stata dichiarata “provvisoriamente esecutiva”. Ciò significa che l’ordine del giudice, come il ripristino dei rapporti di lavoro, deve essere eseguito subito, anche se le aziende decidessero di fare appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati