LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Carta Docente Precari: Sì al bonus di 500 euro

Un docente con un contratto a tempo determinato ha citato in giudizio l’amministrazione scolastica per ottenere il riconoscimento della “Carta Docente Precari”, un bonus di 500 euro per la formazione professionale, solitamente riservato al personale di ruolo. Il Tribunale di Brescia ha accolto il ricorso, stabilendo che escludere i docenti con supplenze annuali da questo beneficio costituisce una discriminazione vietata dal diritto europeo. La decisione ha ordinato all’amministrazione di erogare il bonus, non in denaro, ma attraverso l’attivazione della carta elettronica per l’acquisto di beni e servizi formativi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Carta Docente Precari: Il Tribunale di Brescia conferma il diritto al bonus 500 euro

Una recente sentenza del Tribunale di Brescia ha riaffermato un principio fondamentale in materia di diritti dei lavoratori della scuola: il bonus di 500 euro, noto come Carta Docente Precari, spetta anche agli insegnanti con contratto a tempo determinato. Questa decisione si allinea all’orientamento consolidato della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia Europea, contrastando la discriminazione tra personale di ruolo e precario per quanto riguarda l’accesso alla formazione professionale.

I fatti del caso

Un’insegnante, assunta con un contratto di supplenza per l’anno scolastico 2024/2025, si è vista negare dall’amministrazione scolastica il beneficio della “Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione”. Tale beneficio, previsto dalla legge 107/2015, consiste in un importo nominale di 500 euro annui destinato a sostenere la formazione continua e a valorizzare le competenze professionali dei docenti.

La docente ha quindi adito il Tribunale del Lavoro, sostenendo che l’esclusione del personale precario costituisse una violazione del principio di non discriminazione sancito dalla normativa europea (Direttiva 1999/70/CE). Ha evidenziato come il diritto e il dovere di formazione siano previsti dai contratti collettivi nazionali per tutto il personale docente, senza distinzioni basate sulla natura del contratto.

La questione giuridica: parità di trattamento e diritto alla formazione

Il nodo centrale della controversia era stabilire se la normativa nazionale, che riserva il bonus ai soli docenti di ruolo, potesse essere disapplicata per contrasto con il diritto dell’Unione Europea. Quest’ultimo, infatti, vieta trattamenti meno favorevoli per i lavoratori a tempo determinato rispetto ai colleghi a tempo indeterminato, a meno che non sussistano ragioni oggettive che giustifichino tale differenza.

Il Tribunale ha dovuto valutare se la situazione di un supplente annuale fosse “comparabile” a quella di un docente di ruolo ai fini del diritto alla formazione, seguendo le indicazioni fornite sia dalla Corte di Giustizia UE che dalla Corte di Cassazione italiana.

La decisione del Tribunale e la vittoria per la Carta Docente Precari

Il Giudice del Lavoro di Brescia ha accolto il ricorso della docente. La sentenza ha riconosciuto la sussistenza di una discriminazione e ha affermato il diritto della ricorrente a ricevere il beneficio per l’anno scolastico in corso.

Il Tribunale ha ordinato all’amministrazione di consentire alla docente la generazione dei buoni spesa tramite la piattaforma elettronica, per un importo pari a 500 euro, specificando che l’obbligazione non consiste in un pagamento in denaro, ma nell’effettiva erogazione dello strumento formativo.

le motivazioni

Le motivazioni della sentenza si fondano su diversi pilastri argomentativi solidi e ormai consolidati in giurisprudenza:
1. Violazione del Principio di Non Discriminazione: Il giudice ha richiamato la Direttiva Europea 1999/70 e le pronunce della Corte di Giustizia UE, le quali stabiliscono che la clausola 4 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato è una norma self-executing che osta a una normativa nazionale che escluda i docenti precari da un beneficio formativo come la Carta del Docente, qualora si trovino in una situazione comparabile a quella dei docenti di ruolo.
2. La Comparabilità della Situazione: La sentenza, sulla scia della Cassazione (sent. n. 29961/2023), ha chiarito che la comparabilità non si basa su criteri generici (come il superamento dei 180 giorni di servizio), ma sulla tipologia di incarico. Le supplenze annuali o fino al termine delle attività didattiche (previste dall’art. 4 della L. 124/1999) sono state ritenute pienamente comparabili, poiché garantiscono una didattica di durata annuale, rendendo l’esigenza formativa del precario identica a quella del docente di ruolo.
3. Finalità della Norma: Il diritto-dovere alla formazione è intrinsecamente legato all’esercizio della funzione docente per l’intero anno scolastico. Escludere chi svolge tale funzione con un contratto a termine annuale svuoterebbe di significato l’obiettivo della norma, che è quello di garantire un insegnamento di qualità attraverso la formazione continua.
4. Natura dell’Obbligazione: Il Tribunale ha specificato che il diritto non si traduce in un risarcimento economico, ma in un’obbligazione sui generis di adempimento. L’amministrazione deve mettere il docente nelle condizioni di utilizzare il bonus per gli scopi previsti dalla legge (acquisto di libri, software, corsi, ecc.), garantendo così che la finalità formativa venga concretamente perseguita.

le conclusioni

Questa sentenza ribadisce con forza che il diritto alla formazione professionale è un elemento essenziale della funzione docente, che non può essere limitato in base alla stabilità del rapporto di lavoro. Per i docenti precari con supplenze annuali, si tratta di un’importante conferma del loro diritto a ricevere la Carta Docente Precari, uno strumento cruciale per il proprio aggiornamento e, di riflesso, per la qualità dell’intero sistema educativo. La decisione impone alle amministrazioni scolastiche di conformarsi ai principi europei, disapplicando la normativa nazionale discriminatoria e garantendo la parità di trattamento a tutto il personale insegnante che svolge un servizio annuale.

Un docente con contratto a tempo determinato ha diritto alla Carta del Docente?
Sì, secondo la sentenza, un docente con un contratto a tempo determinato ha diritto alla Carta del Docente se la sua situazione è comparabile a quella di un docente di ruolo. La decisione si basa sul principio di non discriminazione del diritto europeo.

Quali tipi di contratti a termine danno diritto al bonus di 500 euro?
La sentenza chiarisce che i contratti che danno diritto al beneficio sono le supplenze annuali o quelle fino al termine delle attività didattiche, come quelle previste dall’art. 4 della legge 124/1999. Questi incarichi, per la loro durata, rendono la posizione del docente precario pienamente comparabile a quella del docente di ruolo ai fini formativi.

Come viene concesso il beneficio al docente precario: in denaro o tramite la Carta elettronica?
Il beneficio non viene corrisposto come una somma di denaro liquida. La condanna per l’amministrazione consiste nel consentire al docente la generazione dei buoni spesa tramite la piattaforma elettronica della Carta del Docente, in modo che l’importo di 500 euro venga utilizzato esclusivamente per le finalità di formazione e aggiornamento previste dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati