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Carta Docente precari: Sentenza riconosce il bonus

Il Tribunale di Monza ha riconosciuto il diritto di un insegnante con contratti a tempo determinato a ricevere il bonus della Carta Docente. La sentenza stabilisce che escludere i precari da questo beneficio costituisce una discriminazione vietata dalla normativa europea. L’amministrazione scolastica è stata condannata a erogare la somma di 1.500,00 euro per tre annualità scolastiche. La decisione si fonda sul principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato, disapplicando la legge nazionale in contrasto con la direttiva UE.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Carta Docente anche ai Precari: Il Tribunale di Monza conferma il Diritto

La questione della Carta Docente per i precari è da anni al centro di un acceso dibattito legale. Una recente sentenza del Tribunale di Monza, Sezione Lavoro, ha ribadito un principio ormai consolidato dalla giurisprudenza superiore: escludere gli insegnanti a tempo determinato dal bonus di 500 euro per la formazione professionale costituisce una discriminazione illegittima. Analizziamo questa importante decisione che apre le porte al riconoscimento del diritto per migliaia di docenti.

I Fatti del Caso: la Battaglia di un Docente a Contratto

Il caso ha origine dal ricorso di un insegnante di lingue e sostegno che, per diversi anni scolastici, ha prestato servizio con contratti a tempo determinato in vari istituti. Nonostante svolgesse le medesime mansioni dei colleghi di ruolo, l’amministrazione scolastica gli ha sempre negato l’accesso alla Carta Docente, il beneficio economico previsto dalla Legge 107/2015 (‘Buona Scuola’) per l’aggiornamento professionale.

Sostenendo di essere stato ingiustamente discriminato, il docente ha citato in giudizio l’amministrazione, chiedendo al giudice di accertare il suo diritto al bonus per le annualità di servizio prestate e di condannare la controparte al pagamento delle somme non corrisposte, pari a 1.500,00 euro per tre anni scolastici.

La questione della Carta Docente precari e il contrasto con la normativa europea

Il cuore della controversia risiede nel conflitto tra la normativa italiana e i principi del diritto dell’Unione Europea. La legge italiana (L. 107/2015) riserva esplicitamente la Carta Docente ai soli ‘docenti di ruolo’. Tuttavia, questa limitazione si scontra con la clausola 4 dell’Accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato (recepito dalla Direttiva 1999/70/CE), che vieta qualsiasi discriminazione nelle condizioni di impiego tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato.

Il giudice ha evidenziato come la formazione sia un obbligo e un’opportunità che deve essere garantita a tutto il personale docente, senza distinzioni basate sulla natura del contratto. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con ordinanza del 18 maggio 2022, e la Corte di Cassazione italiana, con la sentenza n. 29961/2023, avevano già chiarito che negare il bonus ai precari è contrario al diritto comunitario.

La Decisione del Giudice del Lavoro

Il Tribunale di Monza, accogliendo pienamente le argomentazioni del ricorrente, ha condannato l’amministrazione scolastica. Il giudice ha accertato il diritto del docente a usufruire del beneficio e ha ordinato all’amministrazione di mettere a sua disposizione la somma di 1.500,00 euro tramite accredito sulla ‘Carta elettronica’ per gli anni scolastici 2022/2023, 2023/2024 e 2024/2025. Inoltre, l’amministrazione è stata condannata al pagamento delle spese legali.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni del giudice si fondano su un ragionamento lineare e ineccepibile. In primo luogo, il Tribunale ha disapplicato la norma nazionale che limita il beneficio ai docenti di ruolo, in quanto palesemente in contrasto con la direttiva europea, che ha efficacia diretta nell’ordinamento italiano. La formazione professionale non è un privilegio, ma una componente essenziale del lavoro del docente, necessaria per garantire la qualità dell’insegnamento. Differenziare il trattamento sulla base della sola durata del contratto, a parità di mansioni, crea una disparità di trattamento ingiustificata e, quindi, illegittima.

In secondo luogo, la sentenza chiarisce che la mancata presentazione di una domanda formale da parte del docente precario non può essere un ostacolo al riconoscimento del diritto. Il sistema informatico, infatti, non avrebbe comunque consentito a un non-ruolo di registrarsi. Infine, il giudice ha specificato che il diritto non si limita all’ultimo biennio, ma può essere rivendicato per tutti gli anni di servizio prestati, nel rispetto dei termini di prescrizione.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Docenti Precari

Questa sentenza del Tribunale di Monza si inserisce in un filone giurisprudenziale ormai consolidato e rappresenta un’ulteriore conferma per tutti i docenti precari. La decisione rafforza la loro posizione e li incoraggia a intraprendere azioni legali per ottenere ciò che spetta loro di diritto. Le implicazioni pratiche sono significative: i docenti con contratti a tempo determinato (anche fino al 30 giugno) hanno pieno titolo a richiedere e ottenere il bonus di 500 euro annui per la loro formazione. Per l’amministrazione scolastica, si tratta di un chiaro monito a conformarsi ai principi europei di non discriminazione, adeguando le proprie prassi ed evitando un contenzioso seriale dall’esito ormai scontato.

Un docente con contratti a tempo determinato ha diritto alla Carta Docente?
Sì, la sentenza conferma che i docenti con contratti a tempo determinato, inclusi quelli con scadenza al 30 giugno, hanno diritto al beneficio economico della Carta Docente, poiché escluderli costituisce una violazione del principio di non discriminazione sancito dal diritto dell’Unione Europea.

La mancata presentazione di una domanda in passato impedisce di ottenere il bonus?
No. Il giudice ha chiarito che l’omessa presentazione di una domanda a suo tempo non impedisce il riconoscimento del diritto in sede giudiziale, anche perché il sistema informatico non avrebbe comunque consentito l’autenticazione a un docente non di ruolo.

Per quanti anni arretrati si può richiedere la Carta Docente?
La sentenza stabilisce che la richiesta non è limitata all’ultimo biennio. Il diritto all’adempimento, come l’accredito sulla Carta, si prescrive in cinque anni, che decorrono dalla data di conferimento dell’incarico per ogni anno scolastico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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