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Carta Docente precari: il Tribunale conferma il bonus

Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso di una docente precaria, condannando l’amministrazione scolastica a riconoscerle il diritto alla Carta Docente per l’anno scolastico 2023/2024. La decisione si fonda sul principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato, disapplicando la normativa nazionale che escludeva i docenti precari dal beneficio di 500 euro per la formazione, in quanto contrastante con il diritto dell’Unione Europea.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Carta Docente precari: Il Tribunale di Roma ribadisce il diritto al bonus

Una recente sentenza del Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, ha riaffermato un principio cruciale per il mondo della scuola: il diritto alla Carta Docente per i precari. Questa decisione condanna il Ministero a erogare il bonus di 500 euro anche a una docente con contratto a tempo determinato per l’anno scolastico 2023/2024, consolidando un orientamento giurisprudenziale sempre più forte a tutela dei lavoratori non di ruolo.

I Fatti del Caso

Una docente, assunta con un contratto a tempo determinato per l’anno scolastico 2023/2024, ha presentato ricorso al Giudice del Lavoro. L’insegnante lamentava di non aver ricevuto la “Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione”, un beneficio nominale di 500 euro annui previsto dalla Legge 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola”.

La normativa originaria, infatti, riservava questo strumento esclusivamente ai docenti di ruolo, creando una palese disparità di trattamento. Nonostante la regolare citazione in giudizio, le amministrazioni convenute non si sono costituite, restando contumaci.

La Decisione del Tribunale

Il Giudice del Lavoro ha accolto pienamente il ricorso della docente. La sentenza ha condannato l’amministrazione resistente a:
1. Attribuire alla ricorrente la Carta Docente per l’anno scolastico 2023/2024, con un valore corrispondente a 500 euro.
2. Pagare le spese legali, liquidate in oltre 1.300 euro, in favore dei procuratori della docente, dichiaratisi antistatari.

Il Tribunale ha ordinato che il beneficio venga riconosciuto “secondo il sistema proprio di essa”, ovvero attraverso l’accredito sulla piattaforma dedicata, oltre a interessi o rivalutazione monetaria dalla data del diritto.

Le Motivazioni della Sentenza: il Principio di Non Discriminazione e la Carta Docente precari

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni giuridiche, che si basano sul principio fondamentale di non discriminazione. Il Giudice ha evidenziato come l’esclusione dei docenti precari dalla Carta Docente sia una “inammissibile differenziazione”, priva di qualsiasi giustificazione oggettiva.

I docenti a tempo determinato, infatti, svolgono le medesime mansioni del personale di ruolo e sono soggetti ai medesimi obblighi formativi. La formazione continua non è una prerogativa dei docenti di ruolo, ma un dovere per tutto il personale docente, come previsto anche dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL).

Fondamentale è stato il richiamo alla Direttiva europea 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato, che vieta discriminazioni nelle condizioni di impiego tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato comparabili. Sulla base di questo principio, il giudice ha proceduto alla disapplicazione della normativa nazionale (D.P.C.M. del 28.10.2016 e art. 1 della L. 107/2015) nella parte in cui limitava il beneficio ai soli docenti di ruolo.

Il Tribunale ha inoltre ritenuto inapplicabile anche la più recente modifica normativa (D.L. 69/2023), che estendeva il bonus per il 2023 solo a determinate categorie di supplenti, poiché anch’essa avrebbe introdotto una disparità di trattamento non giustificabile rispetto ai docenti di ruolo.

Conclusioni

Questa sentenza del Tribunale di Roma rafforza la tutela dei diritti dei docenti precari. Stabilisce con chiarezza che il diritto alla formazione, e agli strumenti che la supportano come la Carta Docente, non può dipendere dalla natura del contratto di lavoro. La decisione si allinea a una consolidata giurisprudenza, inclusa quella della Corte di Cassazione, che impone una lettura delle norme nazionali conforme al diritto europeo, garantendo parità di trattamento. Per i docenti precari, si tratta di un’importante conferma della possibilità di agire in giudizio per ottenere il riconoscimento di un diritto fondamentale per la propria crescita professionale.

Un docente precario ha diritto alla Carta Docente di 500 euro?
Sì, secondo questa sentenza, un docente con contratto a tempo determinato ha diritto a beneficiare del bonus di 500 euro per la formazione, al pari dei colleghi di ruolo, per l’anno scolastico in cui ha prestato servizio.

Perché la legge italiana che escludeva i precari dal bonus è stata disapplicata?
La normativa nazionale è stata disapplicata perché ritenuta in contrasto con il principio di non discriminazione sancito dalla Direttiva europea 1999/70/CE. Il giudice ha stabilito che non esiste una ragione oggettiva per trattare diversamente i docenti a tempo determinato e quelli di ruolo rispetto all’obbligo e al diritto alla formazione.

La sentenza condanna il Ministero solo al pagamento del bonus?
No, oltre a condannare l’amministrazione all’attribuzione della Carta Docente, la sentenza la condanna anche al pagamento delle spese processuali sostenute dalla ricorrente, liquidate in circa 1.300 euro, da versare direttamente ai suoi avvocati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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